ESCLUSIVA
PIANETAZZURRO
MONTEFUSCO,
IL NAPOLI
NON
PUNTA SUI GIOVANI
Incontriamo
Enzo Montefusco, colonna di
un Napoli e di un calcio di
altri tempi. Lo troviamo in
forma, come è in forma chi
ha praticato calcio e con il
calcio attuale non ha più
niente a che fare.
Mister
Montefusco chi più di Lei
fa parte della cosiddetta
vecchia guardia del Napoli?
Eh,
sì. In effetti ci sono
cresciuto e nel Napoli ho
fatto praticamente di tutto:
giocatore, allenatore
primavera, allenatore prima
squadra. Alcuni amici mi
dicono “perché non fai
pure il presidente?” Mi
mancherebbe solo quello.
E
perché non si è mai
candidato alle
“presidenziali”? Avrebbe
potuto chiudere il
cerchio…
Vogliamo
scherzare?! Queste cose non
mi interessano. Io mi limito
agli aspetti tecnici. Di
questioni
amministrative…non capisco
nulla
– scandisce le parole
mimando le virgolette con le
mani.
Lei
era sulla panchina nel ’97
durante quella finale di
Coppa Italia Napoli-Vicenza.
Se il Napoli l’avesse
vinta cosa sarebbe cambiato?
E
cosa poteva cambiare?
Beh,
sempre una coppa in bacheca
e poi si andava in Europa…
E
con questo? Ferlaino avrebbe
dovuto allestire una squadra
capace di far bene in campo
internazionale; con quali
soldi l’avrebbe fatto? Con
quel pugno di miliardi che
l’UEFA riconosce? Allora i
giocatori costavano molto più
che oggi. Adesso c’è il
parametro zero, i pagamenti
dilazionati…sette anni fa,
no.
Quale
squadra avrebbe potuto
metter su la società?
Fu
un altro il gran risultato
raggiunto…
Quale
fu?
La
salvezza. Non dimentichiamo
che quel campionato cominciò
sotto la guida di Simoni e
che quel Napoli, alla
vigilia di Natale, raggiunse
il secondo posto.
Certo
che secondi alla fine del
girone di andata e poi
parlare di salvezza come
gran risultato…
Napoli
è una piazza a sé. Dopo
quel secondo posto ci furono
13 partite sciagurate che
affossarono la squadra, poi
le polemiche relative alla
firma di Simoni con l’Inter
e qualcosa che si ruppe
nello spogliatoio. No, mi
creda, quella salvezza fu il
vero risultato. Più che i
soldi mancati per
l’Europa, si pensi a
quanti ne sarebbero andati
persi in caso di non
permanenza in A.
Ritornando
alla finale, un’immagine
emblematica fu quella del
brasiliano Beto seduto
sconsolato ai bordi del
campo
Sì,
Beto! Allora era
giovanissimo e lo sa come
sono fatti i giovani, no?
Adesso ha smesso persino di
giocare.
Comunque
avevo pensato di schierarlo
negli ultimi venti minuti se
magari fossimo stati sullo
0-0 o sotto di un solo gol.
Ma negli ultimi venti minuti
la gara era già segnata ed
oltretutto con
l’espulsione di Caccia
eravamo pure in 10. No,
metterlo dentro non avrebbe
avuto alcun senso.
Poi
la squadra non era ancora
salva e, guarda caso, in
campionato avremmo dovuto
rigiocare proprio contro il
Vicenza…non mi faccia dire
altro
Come,
si interrompe sul più
bello?
Scuote
la testa
A
proposito di Beto e a
proposito di giovani. La
cronica carenza del Napoli
è proprio questa
Può
immaginare quante
incavolature mi sono preso.
Tutti pensano ai vivai
dell’Atalanta, del Torino,
ma nessuno pensa a quello
del Napoli che,
potenzialmente, è di gran
lunga il migliore. Devo
farle i nomi di quanti
validi giocatori napoletani
militano in A e B? E lascio
stare quelli delle serie
inferiori sennò l’elenco
sarebbe infinito. Devo farle
i nomi dei giovani lasciati
partire per quattro soldi? O
lasciati partire chissà
perché? Ad esempio Fava
perché è partito? Non lo
so.
Magari
si trattava di bisogno di
denaro fresco. Forse non è
solo questione di
incompetenza.
“Denaro
fresco”?! E quanto denaro
è stato incassato?! Paolo
Cannavaro e con lui De
Lucia, bravissimo portiere,
furono ceduti per pagare una
tranche di stipendi. Io
dissi a Ferlaino: “Lei
domani cede Cannavaro per
due miliardi. Ma se il
ragazzo, tornando da scuola,
cade dal motorino e si rompe
una gamba, lei quei due
miliardi li perde. Ma può
essere che tra qualche anno
Cannavaro valga dieci
miliardi”…la risposta
che ebbi fu che non dovevo
immischiarmi in questioni
societarie.
Dieci
miliardi tra qualche anno,
però. Forse si è preferito
l’uovo oggi alla gallina
domani.
Ma
quale uovo e quale gallina!
Fava, Stendardo, Di Vicino,
Bocchetti, Scarlato, Longo,
Coppola, Troise…e ne sto
dimenticando altri.
Con
questi giovani, motivati al
punto, amalgamati con tre o
quattro più esperti si
sarebbe costituita una
squadra di tutto rispetto.
Questi giovani avrebbero
costituito un patrimonio di
valore tecnico ma anche
economico e sono stati
svenduti tutti…Ma lei sa
che io visionai Ronaldinho e
Matuzalem? Erano poco più
che ragazzini e sarebbero
stati prendibili per 700
milioni. Invece cosa si è
fatto? Si è aspettato che
Matuzalem entrasse
nell’orbita del Parma e se
ne è presa la metà per
quattro miliardi.
Ebbi
modo di seguire anche il
tedesco Deisler, il portiere
del Real Madrid Casillas e
feci debuttare Christian
Vieri quando allenavo il
Pisa.
Parlando
di giovani non si può non
parlare del centro di
Marianella…
Almeno
va dato atto a Naldi di aver
messo su gli spogliatoi. Ai
miei tempi non c’erano
nemmeno quelli…
Più
che il centro di Marianella,
sono altre le preoccupazioni
di Naldi, adesso. C’è uno
sbocco per questa crisi che
attanaglia la società?
E
chi lo sa? Ho già detto che
non m’intendo di questioni
amministrative.
E
se Naldi la richiamasse?
Mi
ha chiamato tante volte, ma
offrendomi ogni volta un
incarico diverso.
Il
posto di Enzo Montefusco è
la panchina, anzi “era”
perché ora non voglio
allenare più. Il mio dovere
l’ho sempre fatto, le mie
soddisfazioni me le sono
prese, ho vinto con la
squadra allievi, ho vinto la
Coppa Italia Primavera, ho
fatto sempre bene al Torneo
di Viareggio. Ora sto qui a
parlare con lei e cammino
per la strada tranquillo.
È
tranquillo Enzo Montefusco,
così come è stato
disponibile e gentile a
concederci
quest’intervista. Ma
possiamo giurare vedere il
Napoli così in basso lo fa
arrabbiare, eccome.
Antonio
Gagliardi
12/5/2004
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