2/2/2005
(Al. B. e C. Cr. dal mensile n. 3 di
PianetAzzurro) -Alla luce dell’esonero di
Giampiero Ventura dalla panchina del Napoli e
dell’ingaggio di Edy Reja, abbiamo chiesto ad
Enzo Montefusco, ex calciatore e allenatore,
professionista che del Calcio a Napoli conosce
passato e presente, quello che pensa anche del
futuro del Napoli e dei progetti riguardanti il
settore giovanile.
Mister Montefusco come vede la situazione
attuale della squadra all’indomani del cambio
dell’allenatore in questa fase del campionato
cruciale per la conquista della promozione in
serie B?
“Come al solito nel calcio pagano gli
allenatori, visto che non si possono sostituire
venti giocatori, la soluzione più semplice e
prevedibile è che la società decida di
sostituire il tecnico. Il Napoli in realtà aveva
bisogno di sbloccarsi. Personalmente apprezzo
tanto Reja quanto Ventura, ma il cambio farà
bene alla squadra per smuovere le cose, anche
dal punto di vista psicologico”.
Secondo Lei il Napoli si può permettere le
ambizioni che vanta di riscatto da questa serie?
“Certo! Perché è una squadra nettamente
superiore rispetto alle altre del campionato di
C 1 . Sicuramente sta pagando lo scotto di
essere partita in ritardo nella preparazione
fisica e nell'organizzazione di gioco. Finora
l’handicap del gruppo è stato proprio la
partenza successiva rispetto alle altre
formazioni”.
L’aver arricchito così tanto la rosa in questo
momento del campionato, stravolgendo tutto il
gruppo di partenza, può creare qualche
difficoltà o aprirà nuovi sbocchi e nuove
certezze per la qualificazione quanto meno ai
play off?
“La squadra adesso è davvero competitiva. Grazie
ai nuovi calciatori acquistati, che conosco bene
uno per uno, la forza del Napoli è cresciuta
parecchio; anche se molti di loro giocheranno a
rotazione. L’aver comprato il terzino destro
Gianluca Grava dal Catanzaro ha sanato la
situazione nel settore che era più in bilico; se
arrivasse anche Capparelli sarebbe ancora
meglio, si vedrà nei prossimi giorni”.
Qual è la formula che il Napoli deve seguire
secondo Lei per vincere i prossimi incontri e
soprattutto convincere il pubblico partenopeo?
“In questo momento bisogna evitare occasioni che
facciano adagiare la squadra; mi spiego: si
potrebbe incorrere nella stessa situazione che
si verificò nell’anno in cui era allenatore De
Canio, quando l’essere ripartiti a rilento a
inizio campionato segnò tutta la stagione del
Napoli, che non riuscì a salire in serie A, pur
avendo disputato un ottima seconda parte di
campionato. E’ necessario non perdere la
concentrazione e forzare tutte le partite e
vincere”.
Comunque Lei è ottimista quest’anno.
“Si, sono ottimista; questa squadra ha ottime
potenzialità e Eddy Reja è un buon allenatore”.
Parliamo anche del futuro del Napoli, quello che
si costruisce attraverso un programma di
valorizzazione del settore giovanile. Lei che è
un esperto del campo cosa ne pensa a riguardo?
“La nuova società è ripartita nel 2004
praticamente daccapo, dopo il fallimento. Credo
ci vorrà del tempo, almeno tre o quattro anni,
prima che si possa costituire un settore
giovanile davvero efficiente”.
Quale soluzione Lei suggerisce per fare in modo
adesso che i giovani e talentuosi giocatori di
Napoli possano restare e crescere
calcisticamente nella propria città, costituendo
un importante patrimonio per il futuro della
squadra?
“Visto che il Napoli è all’inizio ed è alle
prese con la ricostruzione interna e l’obiettivo
primario della risalita alla massima serie,
un’idea interessante potrebbe essere che altre
società o associazioni, come per esempio anche
la Lega Azzurra che ha intenzione di lanciare, a
breve, proprio il “Progetto Giovani”, si
impegnino a far crescere un vivaio, seriamente e
concretamente, che faccia crescere i giovani
calciatori della Campania per il Napoli del
domani”. |