dall'inviato
all'Excelsior
Ci
ha
fregati
tutti,
Sant'Aurelio.
Si è
presentato
nell'elegante
Excelsior,
quasi a
voler
far
intendere
che farà
le cose
in
grande.
Ha
invitato
più di
cento
persone.
Giornalisti,
cronisti,
addetti
ai
lavori,
tifosi.
C'è
stato
posto
per
tutti
per una
presentazione
di una
città
spinta
in serie
C da
terzi.
Che se
fossero
stati
presenti
in sala
si
sarebbero
certamente
vergognati.
Ebbene,
centoeuno
problemi
potevano
sembrare,
ma non
lo sono
stati.
Se li è
mangiati
tutti,
Sant'Aurelio.
Perché
di
domande
gliene
sono
state
fatte,
ma di
risposte
ne sono
state
date
poche. E
chi
riesce a
non
rispondere
ad un
giornalista
o a chi
lo
interroga,
chi
riesce a
divincolarsi
"senza
fare
ammoina",
merita
il
plauso.
Aurelio
ha
lanciato
una
sfida ad
una città
di serie
C ed ha
dimostrato
di
essere
il più
furbo di
tutti.
Ha
stregato
la
platea
con
stile,
senza
mai
alzare
la voce
o
perdere
la
calma.
Ironico
quanto
è
bastato,
sottile
e dotto
nelle
risposte.
Al punto
che chi
gli ha
chiesto
della
serie C
è stato
poi
erudito
sul
mercato
mondiale.
E chi ha
cercato
di fare
il
sapientone
è stato
messo
dietro
la
lavagna.
E' la
scelta
di
Aurelio,
scaramantico
dal
primo
all'ultimo
secondo.
Uno
spettacolo.
Già, un
film. Il
cui
ultimo
ciak va
tenuto
nascosto.
Questo
ha detto
Aurelio.
Al di là
di
centoeuno
aneddoti
che
hanno
allietato
i
convitati.
"Mistero
Napoli",
cambiamo
mentalità.
Diventiamo
più
"svizzeri",
come
lui. Che
in fondo
è un
vincente.
Così
come la
"star"
del
Napoli-effetto
speciale.
E solo
una star
poteva
convincere
un'altra
a
tornare
a
brillare
nel
cielo
azzurro
dopo
diciassette
anni di
eclisse.
Carico
come una
dinamite
Pier
Paolo
Marino,
la
squadra
già c'è,
l'ha già
fatta,
può
andare a
mare
fino a
martedì.
Quando
comincia
il
ritiro
guidato
da un
uomo di
mare.
Serafico
e calmo
Giampiero
Ventura,
tranquillo
e
sorridente.
Il
passato,
la serie
C: di
ameni
ritiri
di
Roccaraso,
dove
Gaucci
non
riuscì
a
portare
la
squadra,
lui ne
ha fatti
eccome,
contro
quell'infame
Castel
di
Sangro
che
spesso
riusciva
a
battere
la sua
squadra.
E a
proposito,
è la
mentalità
di
Lilliput
che serve
al
Napoli,
lo ha
fatto
capire
De
Laurentiis,
poi
Marino
ergo
Ventura:
non si
va in B
per
diritto
acquisito
(abbiamo
ancora
dubbi in
proposito?).
Se non
si
semina,
non si
raccoglie.
E allora
lavoriamo
tutti
per
questo
nuovo
Napoli.
E
brindiamo,
come ha
voluto
fare De
Laurentiis
con
tutti
gli
invitati:
"Di
qui non
esce
nessuno
se prima
non
brinda
con
me".
Affare
fatto.
Chapeau,
Aurelio.
Un
grande,
circondato
da
grandi.
E sarà
grande
Napoli.
Te
l'abbiamo
augurato,
ora ce
lo
aspettiamo.
Marco
Santopaolo 10/9/2004