Non
chiederci parola
che squadri da
ogni lato... il
Calcio Napoli.
Perché è
impossibile. Il
poeta Montale
apriva una sua
poesia con le
prime parole con
le quali, più di
mezzo secolo dopo,
apriamo questo
scritto che alla
fine non potrà
chiarire niente.
Il Napoli è un
fumoso enigma, la
sua situazione è
indecifrabile. Si
fa un passo avanti
per cercare di
chiarirla, e
subito arriva un
indizio che
distrugge il
percorso mentale
che chiunque cerca
di costruirsi per
capirci qualcosa.
Allo stato
attuale, dopo ore
ed ore durante le
quali si sono
succedute notizie
su notizie,
l'impressione è
che quasi nessuno
abbia le idee
chiare su quale
possa essere il
futuro del Napoli.
Chi fa cronaca,
chi fa
informazione si
trova spiazzato. E
lega la notizia
spesso ad
interpretazioni.
D'altronde, in
pochi ci capiscono
di tanti cavilli
burocratici. E
nessuno riesce a
decifrare certe
carte e certi
comunicati. I
napoletani
annegano in una
marea di
incertezze, e la
città è in
subbuglio per una
fuga di notizie
confermate
indirettamente dal
presidente Naldi.
Ciò che è certo, è
che la società
non ha aiutato la
gente a capire. Ha
emesso un
comunicato stampa
criptico, nel
quale nulla fa
capire. Ma il
presidente stesso
non ha smentito
che il Napoli
rischia seriamente
la messa in
liquidazione.
D'altronde, pochi
sono restati
sorpresi dalla
mossa di Naldi, di
chiedere l'istanza
di liquidazione al
Tribunale di
Napoli. Il modo e
il tempo nel quale
è avvenuto,
quando tutti
pensavano che si
arrivasse al 14
giugno, ha
innervosito tutti
e ha provocato il
panico generale.
Non sappiamo cosa
possa accadere
nelle prossime
ore, né a cosa
voglia arrivare
Naldi con questa
mossa. Che sembra,
comunque, il canto
del cigno di un
imprenditore che
non sa più che
pesci pigliare
dopo due anni
fallimentari sotto
ogni aspetto. Ma
non è il momento
di stare a
ricordare le colpe
del presidente che
abbiamo
sottolineato in un
editoriale di
pochi giorni fa
tornato
attualissimo in
queste ore, e che
preannunciava ciò
che sarebbe
successo di lì
a poco tempo.
Poco
sappiamo in questo
momento
confusionario, ed
è legato a
precedenti
certezze e non ad
ultimissime.
La
prima cosa, è che
visti i debiti del
Napoli e l'azione
del Napoli, il
fallimento non è
lontano. Naldi non
ha smentito come
spesso ama fare
intervenendo in
prima persona.
Anzi, ha
confermato che
stavolta "non
è una
corbellata".
Se lo avesse
voluto dire o meno
non importa, lo ha
detto in prima
persona. Parlando
con un
interlocutore
esterno e non con
un parente.
Rischio fallimento
dunque, e la mossa
di Naldi -
rivolgersi al
Tribunale - sarebbe
soltanto un modo
per addolcire la
sua posizione, nel
senso di
guadagnare qualche
giorno e
soprattutto
scaricare su altri le
colpe di un
fallimento che per
grandissima parte
gli appartiene. E
poi? Alla gente
non importa di chi
è la colpa, ma
cosa succederà
dopo. E' questo
quello che ci
sentiamo di dire:
il Lodo Petrucci
(che ancora non è
esecutivo anche se
potrebbe
diventarlo) non
riguarda le società
fallite a stagione
in corso, ma
quelle che a
luglio non
riescono ad
adempiere
all'iscrizione al
campionato. In
parole povere, il
provvedimento
della Federazione
può curare un
moribondo
riportandolo in
vita prima
dell'ultimo
respiro, ma non può
riesumare un
cadavere. Come il
Monza o il Foggia.
Oppure il Napoli,
se fallirà. Se
fallirà. Al
momento possiamo
anche non
sbilanciarsi, ma
di certo le ultime
ore non ci parlano
di una giornata
positiva.
Piuttosto, di un
pomeriggio
nerissimo. Un
prodromo, per
dirla
giuridicamente, un
preludio di
giornate ancora più
nere. Naldi è
entrato in un
Tribunale. E
quello che potrà
succedere, non
possiamo saperlo
ma solo
immaginarlo. E le
sensazioni di
tutti non sono
azzurre. Ma nere.
Nadi
in questo momento
può fare una sola
cortesia ai
napoletani. Una
cosa che si può
fare anche senza
quei soldi che il
presidente non
vuol più scucire.
Deve parlare o far
parlare qualcuno.
Non è possibile
che diffonda
comunicati
sospetti che fanno
solo spaventare la
gente. Ora ci
vuole chiarezza.
Altrimenti la
gente, di punto in
bianco, si
ritroverà di
nuovo nel panico.
Come successo
oggi. Al resto è
inutile pensare.
Siamo ancora una
volta nelle mani
di Naldi, che
speriamo ci onori
della sua parola.
Per spiegarci cosa
accadrà a questo
povero Napoli. Una
cosa è certa: i
napoletani, ormai,
sono pronti anche
ad una triste
verità. Purché
venga loro detto
tutto. Per filo e
per segno.
3/6/2004 |
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