NOTTE
FONDA
ALL'OLIMPICO
“Un
bambino
è
morto
investito
da
una
volante
della
Polizia”,
”qualcosa
è
successo,
ma
non
è
morto
nessuno”.
È
un
giallo
vero
e
proprio.
Prima
del
derby
c’erano
stati
incidenti
tra
tifosi
e
forze
dell’ordine,
cose
purtroppo
di
ordinaria
amministrazione
nelle
cosiddette
partite
a
rischio,
ma
nulla
che
lasciasse
immaginare
una
possibile
disgrazia.
Ed
invece,
non
si
sa
come,
si
è
sparsa
la
notizia
della
morte
di
un
tifoso;
più
dettagliatamente,
il
tifoso
morto
altri
non
era
che
un
ragazzino
investito
da
un’auto
della
Polizia
nel
concitato
pre-partita.
Fatto
sta
che
alcuni
tifosi
romanisti
avrebbero
intimato
ai
giocatori
di
non
riprendere
le
ostilità.
Le
squadre
sono
comunque
rientrate
sul
prato
dell’Olimpico
ed
è
subito
cominciato
il
conciliabolo
che
vedeva
protagonisti
i
due
capitani,
Totti
e
Mihajlovic,
l’arbitro
Rosetti
ed
alcuni
dirigenti
delle
due
società.
La
decisione
ultima
di
sospendere
il
derby
è
stata
presa
dal
presidente
della
Lega
Adriano
Galliani
al
telefono
con
l’arbitro
Rosetti.
Al
di
là
dell’immediata
smentita
da
parte
della
Questura
di
Roma
circa
la
notizia
della
morte
del
bambino,
resta
in
piedi
un
vero
e
proprio
giallo
su
chi,
come
e
perché
abbia
sparso
questa
voce.
C’è
stata
buonafede
oppure
la
notizia
è
stata
diffusa
ad
arte
per
intorpidire
ulteriormente
questo
calcio?
Come
è
possibile
che
i
tifosi
delle
curve
abbiano
contemporaneamente
ritirato
gli
striscioni?
Come
è
possibile
che
alcuni
tifosi
siano
riusciti
ad
entrare
sul
terreno
di
gioco
per
intimare
ai
calciatori,
anche
con
pesanti
minacce,
di
non
riprendere
la
partita?
Ovviamente
non
si
poteva
fare
altrimenti
che
far
tornare
le
squadre
negli
spogliatoi;
il
clima
si
era
avvelenato,
le
curve
premevano
per
la
sospensione
e
gli
stessi
giocatori
dicevano
di
non
avere
la
testa
per
riprendere.
A
rendere
ancora
più
inquietante
un’atmosfera
già
irreale
ci
si
è
messa
una
densa
colonna
di
fumo
nero
alzatasi
dietro
la
curva
Sud,
colonna
di
fumo
che
poi
si
è
visto
essere
causata
dall’incendio
di
un
gabbiotto
di
vigilantes
all’esterno
stadio.
A
questo
punto
il
problema
dell’ordine
pubblico
diveniva
prioritario;
come
far
defluire
tutto
il
pubblico
senza
che
la
cosa
provocasse
ulteriori
disordini?
A
causa
dell’incendio
del
gabbiotto,
non
essendo
utilizzabili
cancelli
della
curva
Sud,
si
rendeva
necessario
far
uscire
la
parte
più
calda
della
tifoseria
romanista
dai
cancelli
dei
distinti
Tevere;
il
flusso
era
ordinato
ma
lento
e
rivederlo
ha
riportato
alla
mente
alcune
tristi
immagini
dell’Heysel,
cioè
una
curva
desolatamente
vuota,
giornali
sparsi
e
focolai
accesi
qua
e
là.
È
stato
di
sicuro
effetto
vedere
delle
ragazze
lasciare
gli
spalti
piangendo,
forse
per
effetto
dei
lacrimogeni
o
forse
per
un
ben
comprensibile
spavento
e
alcuni
bambini
accompagnati
fuori
in
fretta
e
furia
dai
genitori:
per
alcuni
di
loro
sarà
stata
la
prima
volta
in
uno
stadio
e
la
ricorderanno
sicuramente
a
lungo.
Per
il
resto,
le
sirene
delle
ambulanze,
le
sassaiole,
gli
arresti,
i
feriti
ricoverati
e
le
auto
incendiate
sono
le
sole
certezze
di
questa
serata.
Le
indagini,
le
inchieste
avranno
lo
scopo
di
fare
luce
nel
buio
e
si
dovrà
poi
trovare
una
data
per
recuperare
il
derby.
Ma
in
un
contesto
simile,
questo
è
un
piccolo,
piccolissimo
dettaglio.
Antonio
Gagliardi
22/3/2004