Quanto
tempo ci volle per sgombrare le
macerie delle Twin Towers?
Pur
lavorando giorno e notte, ci
vollero mesi. Per carità, altro
che il fallimento di una società
di calcio, ciò che accadde l’11
settembre entra di diritto nella
galleria degli eventi più
infausti per l’umanità, ma
bisogna fare come allora:
rimboccarsi le maniche e sgombrare
i detriti perché finché ci
saranno essi non si potrà
costruire nulla di nuovo.
Via
tutti. Da Ferlaino,
a Naldi,
passando per Corbelli.
Tutti costoro, chi più chi meno,
si sono resi responsabili della
fine della Società Sportiva
Calcio Napoli dopo 78 anni di
storia. Incompetenza ed avidità,
ben miscelate, costituiscono quel
micidiale cocktail
che sta affossando il calcio un
po’ dappertutto, in Italia ed in
Europa, ma qui ha avuto effetti più
deleteri che altrove.
La
sentenza emessa dalla settima
Sezione del Tribunale è un
atto di accusa sia contro le
precedenti gestioni che contro gli
ultimi tentativi di salvataggio
effettuati da Gaucci
o da presunte cordate, tentativi
definiti “nebulosi
e poco chiari”. Ma, di
questi tempi, c’è la possibilità
di rimediare ad un disavanzo di
settanta milioni di € in maniera
non “nebulosa”?
Bocciata
senza’appello e forse un po’
frettolosamente la soluzione
proposta dall’ex
patron Fiore,
ci si è fidati ciecamente
dell’operato del vulcanico
Gaucci dimenticando che non ispira
molta simpatia al Palazzo e dando
per scontato che sarebbe andato a
buon fine il fitto del ramo
d’azienda. Così non è stato ed
è successo ciò che tutti
consideravano inevitabile.
Si
sono pure dileguati alcuni
“squali” che si aggiravano in
attesa di potersi assicurare la
preda, segno di come, anche ora
che la preda è di nessuno, questa
non attiri più.
Tra
le tante testimonianze, spicca
quella di core
ingrato José
Altafini sostenendo che ci
vorrebbe un imprenditore del
calibro di Diego
Della Valle. Fin qui nulla di
nuovo, è un’ipotesi caldeggiata
già da tempo, ma c’è questo
Diego Della Valle? Ora che la
società è dichiarata fallita e
che i debiti non riguarderebbero
più un’eventuale nuova proprietà,
ci sarà qualcuno che si farà
avanti? Oppure, più che la folle
quantità denaro da dover
investire, a spaventare è la
paura di dover ricostruire dalle
fondamenta, di tirare su qualcosa
che faccia dimenticare ciò che
c’era prima? Prima che
presidenti, bisogna essere dei
validi ingegneri…
Non
si sa quale campionato si disputerà,
quale nome avrà la squadra, quali
giocatori la comporranno. Si sa
solo che ci saranno sempre tifosi
in massa pronti a partire dal
capoluogo campano per andare a
riempire i vari stadi, anzi
stadietti visto che basteranno
diecimila persone per portarli al
limite della capienza. Tanto per
fare un esempio, in caso di
play-off nel campionato di C1, gli
abitanti di Giulianova
conosceranno cosa è esodo in
massa di tifosi ed i giocatori
della formazione abruzzese avranno
l’opportunità di giocare in un
campo che ha ospitato la
semifinale di un mondiale, roba
mica da poco.
Sarebbe
stato, questo, un gentile omaggio
da parte del Bari, retrocesso in
C1 a causa della classifica
finale, ma probabilmente i
pugliesi saranno ripescati e sarà
quindi il Napoli a fare sfoggio
del suo castello incantato. Se ne
sarebbe fatto volentieri a meno,
ma si spera che qualche avversario
tremino le gambe ad esibirsi in un
impianto da ottantamila posti che
se pieno ti fa sentire stretto in
una morsa, se deserto ti trasmette
inquietanti sintomi di agorafobia.
Antonio
Gagliardi
3/8/2004