--------------------------IL PUNTO--------------

 

L'OSCAR A FASCETTI

ATALANTA DOVE ERI?

  

Scoppiettante ventinovesima giornata. Gol, emozioni, rovesci, risultati roboanti. Di tutto di più in una delle ultime domeniche che precede un mese decisivo in chiave promozione e salvezza: marzo avrà due turni settimanali. Un crocevia determinante per gli esiti finali del torneo più bello - e lungo - d'Italia.
 
Il Cagliari disintegra nel vero senso della parola l'Atalanta, dimostrando un potenziale offensivo esplosivo. Qualitativamente, la formazione di Edoardo Reja è seconda solo al Palermo, ma in organizzazione riesce a superare i siciliani. Albino, Zola, Zola, Loria e Suazo, per l'Atalanta c'è un po' di spazio nel tabellino grazie al gol di Saudati. Gli orobici, in sostanza, non pervenuti in un match che significa molto: la leadership lombarda è messa in dubbio da uno scontro al vertice che da torto a Mandorlini. Grandissimo Cagliari, con questa squadra neanche la vetta è un sogno.
 
Povero Torino, riesce a far sorridere addirittura il musone Guidolin. Il Palermo mata il Toro in rimonta, a Tiribocchi rispondono in un batter d'occhio Gasbarroni e Jeda. Zamparini torna a pensare positivo dopo un periodo davvero nerissimo, al punto che qualcuno aveva cominciato a nutrire dei dubbi su un risultato finale che sembrava davvero scontato. L'indicazione di massima del Barbera è la fine dei sogni per Ezio Rossi: servirebbe un'impennata che, per quanto visto sinora, appare davvero un'utopia più che un sogno.
 
Il Messina strapazza il Catania e conferma quanto detto: i giallorossi sono pronti per la serie A, gli etnei dovranno riprovarci il prossimo anno. Di Napoli, Sullo e Giampà stendono Colantuono e Mutti respira dopo un periodo in chiaroscuro. La strada verso la massima serie in un campionato così lungo ed estenuante è ancora molto lunga, e Parisi e compagni dovranno stare molto attenti a non perdere altri colpi. Perdendo il derby, i rossoazzurri perdono uno degli ultimi treni per il grande salto. Considerando i rischi estivi, resta comunque l'ottimo campionato sin qui disputato.
 
Colombo e Tarana ridonano il sorriso a Cagni dando il primo dispiacere ad Emiliano Mondonico, che saluta le remote speranze di serie A. Il Piacenza batte la Fiorentina e adesso ai viola servirebbe un miracolo, molto difficile stando a numeri e statistiche. Torna in sella invece il collettivo emiliani, uscendo fuori da un piccolo momento di crisi quasi fisiologico visto l'andamento super di gennaio. La formazione di Della Valle si avvia verso un finale di campionato anonimo, troppi gli errori commessi in questa stagione, soprattutto di valutazione in sede di calciomercato estivo.
 
Il Napoli continua la striscia positiva conquistando un punto ad Ascoli. Del Grosso risponde al vantaggio di Di Venanzio, un punto i cui effetti sono interrogativi soprattutto per la classifica degli azzurri. Effettualmente, la rimonta agognata e sognata non tramonta al Del Duca, anche se tre punti in terra marchigiana avrebbero spinto Tosto e compagni verso il sesto posto, obiettivo fissato da Gigi Simoni. Peccato per il rigore sprecato da Davide Dionigi, godicchia Ammazzalorso che però pian piano sta scivolando in basso.
 
Cade la Salernitana, risorge il Livorno. All'Arechi, gol d'autore con una doppietta di Cristiano Lucarelli che spinge gli amaranto nel mucchio promozione, decisivo sarà il mese di marzo per capire se il presidente Spinelli può davvero puntare in alto. Tramontano i sogni della Salernitana, che deve pensare realmente ad una salvezza tranquilla: il grande entusiasmo legato ad un filotto positivo ha finito col confondere le idee, portando i giovanotti di Pioli a disunirsi perdendo colpi contro avversari con i quali giocarsela era possibile.
 
Si rilancia la Triestina, che torna a volare. La squadra del presidente Berti è ora settima, a quattro punti dal sogno. Tappa obbligata era una vittoria contro il modesto Pescara, andato sorprendentemente in vantaggio con Pagani. Ci pensa però l'alabardato Pecorari, con una doppietta, a risistemare i conti, tre punti d'oro per Attilio Tesser e bruttissimo ko per Ivo Iaconi. Altro che sogni di gloria, gli abruzzesi dovranno pensare a salvarsi all'ultima giornata, facendo leva sulla forza dell'Adriatico e sui gol di Emanuele Calaiò.
 
L'Albinoleffe vince e coglie tre punti importanti che ridanno linfa e morale all'undici di Gustinetti. Raimondi e doppio Possanzini mettono in crisi il Bari, che da quella zona C proprio non riesce ad uscire. Inutile il gol di Lipatin, si fa critica la situazione dei galletti giunti all'ennesima sconfitta e adesso addirittura penultimi. I lombardi, dal canto loro, riescono sempre a respingere gli assalti delle pericolanti riuscendo a scuotersi nel momento giusto. Di certo se la salvezza arriverà sarà un'impresa storica, vista la qualità del gruppo e i mezzi con i quali il presidente Andreoletti ha allestito questo splendido gruppo.
 
L'oscar del campionato va però ad Eugenio Fascetti, che a Como sta facendo un capolavoro. Carparelli e Ghirardello superano il Treviso, inutile la segnatura di Varricchio. Incredibile ma vero, dal fondo i comaschi per la prima volta sono in piena lotta per evitare le ultime quattro posizioni, la forza della volontà e niente più per i lariani, che nel mercato invernale hanno addirittura perso bomber Makinwa. Il Treviso può permettersi di perdere qualche colpo, quando lo ha fatto ha sempre reagito. D'altronde, sei punti dalla C sono un buon, parziale, margine di tranquillità.
 
Grandissimo derby veneto fra Verona e Venezia, cinque gol, continui rovesci ma soprattutto un risultato a sorpresa. Cade dopo tempo immemore la formazione di Maddè, peraltro in casa, grazie ad una prova di carattere della squadra di Schwoch. Cronaca da brividi e successione incredibile: Bonanni porta in vantaggio il Vicenza, rimedia una doppietta dell'albanese Myrtaj. Partita chiusa? Neanche per sogno. La grinta di Beppe Iachini trasmessa alla squadra, che ribalta il parziale con Margiotta e Zanoletti. E biancorossi che sorpassano i cugini portandosi ad un notevole margine di tranquillità, a debita distanza dalle pericolanti.
 
Serata di gala per il Genoa, che cala il poker contro una Ternana modesta. Doppio Bjelanovic con Caccia e Carbone stendono Beretta, i cui uomini segnano il gol della bandiera con Borgobello. Severa lezione di Gigi De Canio al pur giovane collega, e tutti in ritiro affinché la lezione non venga dimenticata. Con la bagarre che regna in testa, ogni passo falso è rischioso.Nonostante il successo, il Grifone non riesce ad uscire dalla zona C, ma la prova di orgoglio contro gli umbri è quantomeno un buon viatico per riuscirvi.
 
Nell'altro anticipo, sorride l'Avellino, che finalmente riesce ad abbinare la prestazione al risultato. Tonino Sorrentino, promettente diciottenne irpino, affonda il Venezia e Gregucci, che lontano dal Penzo non sa far punti. Gli arancioverdi sprofondano in piena zona rossa, la stessa che l'Avellino non ha mai accettato posando le armi. I lupi sono a nove punti dalla salvezza, molti, ma continuando a giocare in questo modo, mai dire mai. Il calendario prossimo venturo da una sostanziale mano a Zeman.
 

 

 

Marco Santopaolo                                           29/2/2004

 

 

 

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