--------------------------IL PUNTO--------------

 

PALERMO DI FORZA, VICENZA DI FINO

Trentatreesima giornata, e lo scorso campionato si cominciava a parlare di volata salvezza o promozione. Di partite in questa stagione ne mancano ancora molte, tanto da costringere spettatori e tifosi a passare anche il giovedì sera al fianco del pallone. La classifica si spacca con sette punti che dividono le prime dodici dalle restanti.

Prova di forza del Palermo, che schianta un leggerissimo Venezia con un poker che non lascia dubbi sulla disparità tra le due compagini. Doppio Toni, Emanuele Filippini, Gasbarroni: al Barbera c'è il festival del gol, con i rosanero che si fanno il largo in vetta e lasciano gli avversari in ambasce dalle parti pericolose della classifica. E Zamparini va, nonostante esoneri e scelte discutibili.

L'Atalanta viene fermata in casa dal Torino. Marcolini riesce a riprendere il Toro, avanti con Tiribocchi ma conferma il momento negativo degli orobici, che marciano con una media di una squadra di centroclassifica o peggio. I granata muovono piccoli passi per tentare l'aggancio al treno della serie A, in vetta in pochi marciano con il turbo e chissà che i granata non ne possano approfittare.

Identico risultato con valenza simile fra Livorno e Cagliari. Lucarelli e Loria si annullano e non riescono a produrre una zampata che, visto lo scontro diretto, avrebbe assunto il valore del doppio dei punti. Il Cagliari però prosegue la sua striscia che lo tengono stabile in zona A, il Livorno barcolla invece in una zona incerta: per scavalcarla e volare in alto servirebbero un paio di vittorie consecutive.

Avevamo detto che il Catania avrebbe sognato fino alla fine, sebbene difficilmente il team dei Gaucci riuscirà ad agganciare il pendolino che porta all'Eden. Oliveira e Mascara lanciano gli etnei, all'Albinoleffe servirebbe qualcosa in più di un gol di Ferrari. Il discorso salvezza resta sempre complicato per la bagarre che regna nei bassifondi, ma l'armata di Gustinetti è nata per soffrire, e non è detto che a discapito dei pronostici non possa farcela.

Dèbacle campana. Pesantissimo stop interno della Salernitana (Pioli sulla graticola) che cede contro il Messina, avanti con Ferreira e Gentile. Lino Mutti chiede e ottiene strada all'Arechi, vola in alto e lascia nei guai i granata, in caduta libera. La C dista addirittura tre sole lunghezze, e ciste le ultime uscite non è più un incubo, ma una realtà da considerare fortemente. Chissà che Aliberti non prenda provvedimenti.

Non va meglio all'Avellino, che perdendo ad Ascoli (Brevi, poi Capparella quindi il sigillo di Pià sulla vittoria dei marchigiani) dice praticamente addio alla serie B cadendo comunque con onore. Ammazzalorso riesce a sfatare il tabù Zeman, un vero incubo da avversario, e rilancia la sua squadra che resta nel vortice-C. Peccato comunque per la formazione irpina, che per gioco espresso non merita la classifica che ha.

 Cade in malo modo anche il Napoli, prestazione da cancellare al più presto quella degli azzurri che cedono il passo al Vicenza. Un'armata di giovanotti guidata da uno degli allenatori più sottovalutati del calcio italiano, tal Beppe Iachini, riesce a piegare i senatori azzurri grazie ad un gol di Yuri Tamburini, che porta in trionfo i suoi (a sei punti dalla zona A...) e inguaia il Napoli (a tre lunghezze dalla C...).

 La Triestina, a questo punto, è autorizzata a crederci. Lunghezze minime dalla A dopo i tre punti conquistati contro un Bari che di lasciare la zona C, seppure per una sola giornata, non ne vuole proprio sapere. Capita così che Marianini (occhio) regala un bel sogno per gli alabardati, mentre i galletti devono costruire il proprio obiettivo sul San Nicola. Dubbio atroce che attanaglia tutti: basterà?

Dopo una domenica nera, un giovedì santo. Ganci regala al Treviso quel punto perso contro il Napoli per i suoi errori sottorete riuscendo a riprendere il Piacenza all'ultimo respiro. A lungo Cagni aveva sognato un colpo che li avrebbe portati appena dietro alla capolista, ma la prodezza di Mangone è stata solo un'illusione. Tornano al gol i veneti dopo otto turni, ma la C resta ad un passo.

 Se la Fiorentina avesse voluto sperare nella A, avrebbe dovuto vincere a Verona. Lo ha fatto,sfruttando il momentaccio degli uomini di Maddé (cosa è successo?) e cogliendo con Graffiedi tre punti speranza, che esortano i più ottimisti a sperare in un miracolo. Chissà se, sentite le voci provenienti dagli amministratori delegati dei club di massima serie, i viola l'anno prossimo non si ritrovino a giocare a San Siro in ogni caso...

 Ora il Pescara è davvero nei guai. Respira il Genoa, ossigeno puro la doppietta di Marco Rossi che scalza De Canio dalla serie C dopo tempo immemore e vi ci fa piombare la compagine abruzzese, che pare la meno attrezzata per conservare la categoria. L'effetto Ivo Iaconi (e quello Calaiò, andato di nuovo in gol) sembra essere terminato, mentre emerge la qualità del grifone. Per gli abruzzesi, futuro davvero nerissimo, qualche nube in meno per Preziosi.

La Ternana è proprio in crisi. Il vecchio saggio Fascetti ne combina una delle sue, incartando Beretta con il suo Como e bloccandolo sul risultato ad occhiali. Il finale di stagione degli umbri è messo in dubbio da un calo difficile da spiegarsi ma comunque molto preoccupante. I lariani invece restano in corsa per l'operazione-miracolo, a pochi passi dalla salvezza. E visto lo stato di forma dei lombardi, l'operazione è fattibilissima.

 

 
 

Marco Santopaolo                                           17/3/2004

 

 

 

 

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