“Non
si progredisce cercando di
migliorare ciò che già è
stato fatto, bensì cercando
di realizzare ciò che ancora
non esiste”.
Utilizzo questa massima di Kahlil
Gibran
per evidenziare quale, d’ora
in avanti, dovrà essere il
tragitto che dovrà
intraprendere il proprietario
del nuovo Napoli che nascerà
dalle ceneri della SSCN. E già,
perché seguire l’esempio di
quello che è stato fatto, di
pietoso e catastrofico, in
questi anni dai patron che si
sono succeduti al timone del
battello Napoli sarebbe quanto
di più masochistico e
infausto possibile…
Un’imbarcazione sempre in
balia delle onde, instabile,
farraginosa, approssimativa,
fuorilegge… Prima le manovre
poco limpide, nauseanti di
Ferlaino ne hanno minato
gravemente l’impalcatura,
poi Corbelli, ha finito di
rovinare un quadro già
orrido. La possibilità di
ripianare il Napoli ce
l’aveva avuta il patron di
Telemarket, con Novellino e
Schwoch che avevano
traghettato la squadra nel
porto sicuro della A. Ma
l’incredibile incompetenza
dell’imprenditore romagnolo,
che si privò dei due
condottieri artefici della
promozione nella massima
serie, condita da altre e
varie corbellerie, spense con
la sua scellerata gestione,
probabilmente, le ultime
speranze di rivalsa del club
azzurro. Poi, un giorno arrivò
un signore dallo strano modo
di esprimersi, con insieme a
lui, tutto un carico di
bastimento pieno di gente
incompetente che certo non ha
fatto altro che far affondare
definitivamente la nave, ormai
sempre più alla deriva.
Supponenza, incapacità,
bugie, programmi nebulosi,
anzi inesistenti, gestione
sciatta: questi alcuni
ingredienti letali legati alla
figura di Salvatore Naldi che
la storia ricorderà per
sempre come il presidente del
fallimento del Napoli.
Dicevamo dei degni compari
dell’imprenditore
alberghiero che certo non
l’hanno agevolato ad evitare
marchiane manovre gestionali.
Noi, di PianetAzzurro, da
sempre abbiamo abituato i
nostri lettori a fare nomi e
cognomi: Cesare
Naldi,
che invece di attuare una
politica marketing adeguata al
marchio Napoli si è da sempre
industriato a fare la guerra a
chi legittimamente fa
informazione; Enzo
Coscia,
che poveretto non conosce
neanche le regole del gioco
del calcio figurarsi se poteva
occuparsi con un minimo di
adeguatezza del settore
giovanile; Gianluca
Vigliotti,
che insediatosi sulla poltrona
che fu di Carlo Iuliano, si è,
improvvisamente sentito il Dio
sceso in terra e impedito, in
ogni modo, di fare
informazione a chi non
condividesse il modo di
operare di Naldi e soci.
Egregio avv. Vigliotti,
PianetAzzurro nacque in
un’estate torrida del 2001
come sito che monitorasse e
denunciasse il malgoverno
calcistico di Ferlaino,
figurarsi se ci saremmo fatti
intimorire da un presidente
che ha condotto un’intera
metropoli al fallimento.
Premesso che, ed esprimo una
mia idea personale, non mi
piacciono per nulla i
presidenti che hanno in dote
più di una squadra
professionistica, tanto che
istituirei un regolamento che
ne vietasse l’invereconda
consuetudine, concludo ancora
con una massima di Gibran che
recita, “il
ricordo è una pietra che
ostacola il cammino della
speranza…”,
augurandomi che d’ora in
avanti ci si dimentichi che
questa è stata la città in
cui ha albergato il Dio del
calcio e qualcuno si decida a
fare veramente una politica
improntata su una
programmazione seria e condita
da una sapiente conoscenza
dell’attrezzo, quello che i
sudamericani chiamano la
pelota… E’ finito il tempo
dei “ricchi (?) scemi”,
occorrerà d’ora in avanti
competenza e lungimiranza…
Speriamo bene.