PUNTI O BEL GIOCO ?

 

Le discussioni più accese nei bar dello sport e nei salotti televisivi sono sul tema del gioco, meglio vincere o giocare bene anche se non si ottengono i tre punti? Ci sono due schieramenti, quelli che …meglio giocare bene, quelli che…l’importante è vincere. Gli esteti del calcio sono dell’idea che l’organizzazione di gioco paghi sempre, è una filosofia nata dall’ingresso di Sacchi nel calcio italiano, una scuola di pensiero che ha trovato molti altri dotti in materia. Il buon Arrigo ha vinto uno scudetto e tante coppe con il Milan stellare, salvo poi non fare buoni risultati con la nazionale. I pratici, i cinici o come si vogliano definire, pensano che, qualunque sia il gioco, è meglio vincere che fa classifica, questa dottrina trova il suo capostipite in Giovanni Trapattoni, vituperato per presunto difensivismo e quasi sul punto di essere esonerato da commissario tecnico( Per inciso anche lui ha vinto qualcosina... ). Ma lo spettacolo lo fanno gli schemi o non lo fanno piuttosto i campioni ? Nel Milan si vinceva perché i giocatori erano Gullit, Baresi, Van Basten, Rijkaard, Maldini;  in finale ai mondiali l’Italia arrivò grazie alle magie di Baggio, non per le alchimie di Sacchi. Trapattoni ha avuto nelle sue scuderie fior di campioni come Platini, Boniek, Cabrini, Mattaehus, Bergomi, Diaz, ecc. Senza le belle giocate le tattiche non servono, sono gli  schemi a doversi adattare ai giocatori a disposizione non l’inverso. Il bel gioco può essere un discorso prioritario fino ad un certo punto, se non si fa risultato i tecnici vengono licenziati e con una certa facilità.

 

LUIGI PETAGNA

7/11/02

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