Ogni
tanto
salta
fuori
uno
scandalo
doping.
Si
fa
qualche
nome,
si
squalifica
qualcuno,
qualcun
altro
lo
si
iscrive
sul
registro
degli
indagati
poi
passano
un
po’
di
giorni
e
tutto
torna
come
prima.
Dai
Nas
della
Campania
è
partita
l’ultima
indagine
che
sta
rivoluzionando
il
mondo
del
fitness.
Alle
porte
della
bella
stagione
le
palestre
si
affollano
sempre,
si
ha
il
desiderio,
quasi
l’esigenza
di
rimodellare
il
proprio
corpo
per
quando
si
indosserà
il
costume.
Fisici
scultorei
fanno
la
loro
figura
sulla
spiaggia
e
c’è
chi
è
disposto
a
tutto
pur
di
raggiungere
lo
scopo.
Essere
disposti
a
tutto
non
significa
tanto
allenarsi
mattina
e
sera
o
sottoporsi
e
rigorose
diete,
ma
mettere
a
repentaglio
la
propria
salute
utilizzando
degli
“artifizi”
che
se
da
una
parte
ottengono
lo
scopo
di
gonfiare
i
muscoli
dall’altra
possono
essere
la
causa
di
effetti
collaterali
decisamente
pericolosi.
Queste
indagini,
seguite
ad
intercettazioni
telefoniche,
hanno
finora
portato
alla
chiusura
di
tre
palestre,
a
21
arresti
ed
a
numerosissime
denunce;
tutte
per
traffico
di
anabolizzanti.
Si
tratta
di
sostanze
vietate
per
legge
ed,
a
maggior
ragione,
è
vietato
il
loro
traffico
che,
di
conseguenza,
è
clandestino.
È
stata
così
sgominata
una
fitta
rete
di
trafficanti
che
aveva
basi
in
Campania,
Basilicata
ed
Emilia
Romagna;
i
medicinali
venivano
importati
dall’estero
ed
utilizzati
nelle
palestre
senza
alcun
controllo
medico
e
senza
l’osservazione
delle
più
elementari
condizioni
igienico
sanitarie.
Sotto
la
generica
definizione
“anabolizzanti”
sono
racchiusi
quei
medicinali
che,
più
di
tutti,
hanno
la
capacità
aumentare
la
massa
muscolare,
di
migliorare
così
le
prestazioni
sportive
dando
origine
al
doping,
il
peggior
nemico
di
qualsiasi
attività
sportiva.
È
ben
noto
che
un
uso
prolungato
di
queste
sostanze
può
comportare
gravi
conseguenze.
Nel
mondo
del
calcio
si
sta
indagando
sulla
morte
di
alcuni
atleti,
morti
ritenute
sospette
perché
causate
dalla
medesima
malattia
che
ha
colpito
uno
svariato
numero
di
calciatori
e
che
potrebbe
essere
stata
provocata
proprio
da
un
uso
scriteriato
di
sostanze
dopanti.
E
se
non
si
tratta
di
vere
e
proprie
malattie
collaterali,
è
proprio
l’organismo
che
“scoppia”
perché
sottoposto
ad
uno
stress,
ad
uno
sforzo
che
in
condizioni
normali
non
sarebbe
in
grado
di
sostenere.
Questo
potrebbe
spiegare
le
fulminanti
morti
non
solo
di
calciatori
durante
una
gara,
ma
anche
di
ciclisti
e
atleti
in
genere.
Il
ciclismo
poi,
essendo
sport
di
fatica,
è
da
anni
nell’occhio
del
ciclone.
Il
dramma
di
Pantani
ebbe
inizio
proprio
per
l’accusa
fatta
al
Pirata
di
aver
utilizzato
l’epo
alterando
l’ematocrito
del
suo
sangue
ossia
il
numero
dei
globuli
rossi.
Quella
retata
a
Madonna
di
Campiglio
sancì
per
Pantani
la
fine
delle
salite
ma
anche
l’inizio
di
una
discesa
nella
depressione,
nella
droga
fino
al
tragico
ed
emblematico
ritrovamento,
cinque
anni
dopo,
del
suo
corpo
senza
vita.
Gli
arresti
servono
a
ben
poco,
se
la
filosofia
di
questi
sport
è
l’arrivare
primi
ad
ogni
costo
per
avere
successo
e
far
così
vincere
e
guadagnare
chi
ti
sponsorizza.
Scandali
scoppiati
all’improvviso
con
vere
e
proprie
farmacie
ambulanti
scoperte
negli
alberghi
dei
team,
quindi
indagini,
sequestri,
azioni
di
polizia
che
hanno
pure
tagliato
qualche
ramo
ma
sono
stati
ben
lungi,
purtroppo,
dallo
sradicare
l’intera
pianta.