MARINO: ‘‘BISOGNA RINGRAZIARE NALDI’’

 

 

(Alessio Borrelli) - Intervista esclusiva da parte del nostro giornale a Raimondo Marino (42 anni di Messina), ex giocatore di Napoli, Catanzaro, Lazio, Lecce, Messina e L’Aquila ed attualmente allenatore della formazione Primavera del Napoli.

Da giocatore è stato un difensore che per sei anni e mezzo ha vestito la maglia del Napoli (salvo un intermezzo a Catanzaro tra il quarto ed il quinto anno) totalizzando in azzurro 103 presenze e 4 reti ed è stato protagonista del Napoli che ha gettato le basi su quello che sarebbe stato il primo scudetto della sua storia, arrivato nell’anno in cui, a stagione iniziata, si trasferì alla Lazio.

Da allenatore invece è arrivato a Napoli in questa stagione rilevando la squadra Primavera da Antonio Porta dopo aver allenato per 5 anni le giovanili del Lecce con cui ha vinto il campionato Giovanissimi ed è arrivato alla finale Allievi persa contro l’Atalanta. Ma, come egli stesso sostiene, il risultato a questi livelli è l’ultima cosa su cui riflettere, il fattore importante è quello di lanciare quanti più giovani possibili verso il grande calcio perché i giovani rappresentano il futuro delle società.

 

Mister Marino, che emozioni le ha riservato il suo ritorno al Napoli, una squadra ed una città che le ha dato tanto?

Napoli è la città che mi ha fatto crescere sia come uomo che come calciatore, sono di Messina, ma sono stato a Napoli sin da quando avevo 14 anni e sarò sempre grato a questa città ed a questa società che mi ha dato tantissimo. Qui a Napoli il calcio è visto come una grande passione ed io sono felicissimo di far parte di un progetto importante come quello del Napoli, una città che del calcio ne fa una ragione di vita e lo dimostra il fatto che i tifosi sono sempre vicini alla squadra, sia nei momenti felici che in quelli delicati.

 

Che tipo di società ha ritrovato qui a Napoli?

Una società eccezionale. Gente perbene, gente umile che vuole bene al Napoli. Credo che senza l’intervento di Naldi il Napoli oggi sarebbe fallito e quindi invito tutti a stare sempre più vicino alla squadra ed alla società, soprattutto al presidente che, ripeto, è una persona squisita, non ho mai visto persone così nel calcio in tanti anni di carriera. Quindi bisogna apprezzare il grande sacrificio che, non solo il presidente, ma tutta la famiglia Naldi sta facendo per non far scomparire il calcio da Napoli.

 

Crede che il presidente ha fatto la scelta giusta nel prendere una società allo sbando sommersa da debiti che tuttora non sono ancora stati del tutto colmati, oppure Naldi avrebbe fatto meglio ad attendere il fallimento e fare come ha fatto Della Valle con la Fiorentina?

Naldi ancora una volta ha dimostrato il suo grande amore per il Napoli ed ha preso una società con tanti problemi perché vuole molto bene sia al Napoli che al popolo napoletano ed ha fatto, ed ancora oggi sta facendo di tutto per evitare il fallimento del Napoli, situazione che avrebbe portato un enorme danno ad una città che, come ho detto poc’anzi, vive di calcio. Naldi si è accollato quest’impegno che forse nessuno avrebbe fatto ed è riuscito a salvare il marchio del Napoli che, nonostante oggi sia in serie B, vale veramente tanto.

 

Lei avrebbe fatto la stessa scelta?

Non posso dirlo. Quello che ha fatto Naldi è stata una scelta fatta da una persona estremamente coraggiosa ed è veramente difficile valutare dall’esterno. Potrei dare una risposta a questa domanda soltanto se mi trovassi nella sua stessa situazione perché si tratta di scelte molto delicate sia dal punto di vista umano che soprattutto economico. Da esterno posso solo elogiare e rendere grazie al presidente per tutto quello che sta facendo e che sicuramente farà perché sono sicuro che non mollerà mai e farà di tutto per portare il Napoli ai livelli che gli competono.

 

Marino, lei ha lavorato come giocatore quando c’era il presidente Ferlaino ed ora come responsabile della Primavera con il presidente Naldi, vuole dirci le differenze tra questi due personaggi?

Ferlaino è una persona che ha fatto la storia del Napoli. Naldi sta cercando di far continuare questa storia ed evitando di darle un tragico finale. Non me ne vogliano gli altri, ma ritengo di non aver mai conosciuto persone così squisite come Salvatore Naldi e Vincenzo Coscia, sono due persone che ogni giorno vivono il Napoli, lo sentono così tanto e sono molto entusiasta di poter condividere le loro stesse emozioni. Che non si offendano gli altri, ma sono una persona sincera e dico ciò che penso.

 

A questo punto come vede la situazione del Napoli Prima squadra?

Sulla Prima Squadra non sta a me fare degli esami. Posso solo sperare che esca al più presto da questa situazione e sono sicuro che il Napoli verrà fuori perché ci sono persone disposte a tutto per la causa azzurra.

 

Con Agostinelli aveva uno splendido rapporto, ora c’è Simoni, un allenatore espertissimo, il rapporto è identico.

Ci mancherebbe. Gigi Simoni è stato uno degli allenatori che quando giocavo nella Lazio mi ha seguito tantissimo, avrebbe voluto avermi in una delle sue squadre. Ho uno splendido rapporto e sono pronto a soddisfare a qualsiasi momento le sue richieste. Con Agostinelli ho avuto un rapporto leale, di amicizia dato che abbiamo giocato insieme.

 

Cosa manca a questo Napoli?

Per quanto riguarda la Prima Squadra non sono io l’allenatore e quindi l’unico che può sapere e risolvere l’eventuale problema è Simoni. Confido nella sua esperienza. A questa città manca tantissimo il grande calcio e Naldi si sta impegnando al massimo per restituirglielo.

 

State disputando un ottimo campionato Primavera.

E’ vero. Ma a noi non interessa vincere, vogliamo soltanto lanciare quanti più giovani è possibile verso il grande calcio. E’ questo il ruolo principale del settore giovanile. Se poi arrivano anche le vittorie ben vengano. Il fattore fondamentale è quello di far crescere i nostri talenti perché il futuro del Napoli oppure di qualsiasi altra squadra è nelle loro mani.

 

Nella vostra squadra c’è Diego Armando Maradona junior, cosa può dirci su di lui?

Diego è un giocatore come gli altri. Un ragazzo che si allena tanto, si sacrifica e spera di diventare un giocatore vero. Come tutti i suoi compagni di squadra è un giocatore che deve crescere ancora molto ed invito tutti a non fare paragoni assurdi con il padre perché tutte queste pressioni possono soltanto danneggiare il ragazzo. Lasciamolo crescere come tutte le altre giovani promesse e diventerà di certo un giocatore vero, così come tutti gli altri componenti del mio organico.

 

Non crede che in questo calcio sommerso da debiti ci possa essere la rivalutazione del settore giovanile, del resto dopo anni bui in cui si è vista l’invasione degli stranieri, il vivaio italiano ha messo fuori gente come Cassano, Miccoli, Gilardino, De Rossi, lo stesso Floro Flores. E’ d’accordo?

Potrebbe essere anche così. Del resto a Napoli stiamo valutando tantissimo il settore giovanile ed ora che abbiamo aperto anche la Foresteria possiamo prendere gente valida anche da fuori.

Per quanto concerne il calcio italiano io lo spero perché il settore giovanile deve essere un serbatoio continuo di talenti che un giorno possano rappresentare il nostro calcio. E’ un vero peccato far venire in Italia stranieri di qualunque tipo che magari si rivelano delle vere e proprie delusioni quanto poi si può dare la possibilità ad un giovane di emergere e di giocarsi le sue possibilità tra i professionisti.

 

Raimondo Marino come dispone tatticamente la sua squadra?

A questi livelli il modulo non è che conti chissà quanto. Quello che conta è che i giocatori acquistino le modalità giuste per costruire il loro futuro. Comunque posso disporre la mia squadra sia con il 4-4-2 che con il 5-3-2, l’unica cosa che ritengo fondamentale è che le mie squadre debbano giocare sempre palla a terra sia quando si gioca in casa che quando si va in trasferta perché ritengo fondamentale che le mie squadre abbiano una identità di gioco.

 

Quali sono quest’anno le ambizioni del Napoli Primavera?

Quelle di portare quanti più giovani possibili in Prima Squadra, tutto il resto sono soltanto ulteriori soddisfazioni.

 

Mentre quelle di Raimondo Marino allenatore?

Quella di insegnare calcio ai giovani e che i miei insegnamenti possano valere tanto per gli atleti del futuro.

 

Sogna di diventare un giorno l’allenatore del Napoli?

Non ci penso. Penso soltanto a portare avanti il mio progetto con il Napoli Primavera.

 

  

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