Era
prevedibile un impasse
mentale. Dopo una cocente
delusione, basta scendere in
campo un attimo demotivati, un
pizzico deconcentrati per
venire sonoramente puniti. E
in questo non si capisce come
un uomo dell'esperienza di
Simoni non abbia pensato a ciò. Un disastro
il Napoli in quel di Livorno.
Dopo gli ottimi segnali
offerti contro la
Triestina. Ma lo avevamo
scritto che Trieste era il
crocevia della stagione.
Adesso la stagione è
cambiata. Alla A non si può
più pensare. Ciò però non
può giustificare un black-out
del genere. I punti di
distanza dalla zona C non sono così
tanti, anzi. Ed è questo
l'errore inconcepibile da
parte di chi ha esperienza. Il
non calcolare l'altro
obiettivo. Come una gara può
cambiare il volto della
stagione: dal sogno A - che,
mettiamo anche i piedi sul fuoco,
sarebbe stato rispolverato in
caso anche di un pareggio
all'Ardenza - all'incubo C. La
preoccupazione, però, è
pienamente giustificata.
Psicologicamente, il Napoli è
venuto clamorosamente a mancare.
In una gara, in una partita,
che andava preparata
diversamente. Sembrava infatti
l'ultima giornata di un
campionato al quale il Napoli
non aveva più nulla da
chiedere. Una di quelle gare
che vincere, perdere o
pareggiare comunque non
avrebbe portato differenza
al prodotto finale. Errore
incredibile. E la lezione,
dura e puntuale, è arrivata
dalla mano di due personaggi
che a Napoli hanno lavorato.
L'uno, Walter Mazzarri,
vice-allenatore ai tempi di
Ulivieri. L'altro, Igor Protti, centravanti
negli anni anonimi di serie A.
Due che a Napoli non hanno
lasciato il segno, ma che
lontano da Napoli firmano
imprese. Contraddistinti dalla
mentalità vincente. Il
Napoli, questa non la ha.
Da cosa dipende? Da
un gruppo venuto meno in un
momento decisivo, perché se
gruppo c'era non si perdeva in
quel modo. Dagli errori
societari, la vera radice di
ogni male. E da tanto altro.
Di certo, c'è che la partita
non è chiusa. Oggi,
quantomeno, l'obiettivo è
definito: salvarsi. Esaurito
il propellente entusiasmo,
bisogna ora trovare le giuste
motivazioni per continuare a
lottare e archiviare al più
presto una vergognosa
parentesi. Perché il
campionato di B è tremendo.
Nel frattempo, il presidente
Naldi annuncia che la prossima
stagione se B sarà - e
speriamo che lo sia, a questo
punto! - i programmi dovranno
essere necessariamente
ridimensionati. Non
sarebbe un problema. Solo se,
però, in misura direttamente
proporzionale verrà ridotta
l'assurda incompetenza che
inchioda il Napoli della
gestione Naldi, ogni anno,
all'inferno. Altrimenti,
meglio salutare e non far
scendere il dignitometro
sottozero.