SCENDE LA NOTTE,

LUNEDI' SPLENDA UNA STELLA

 

      

 

Napoli si addormenta stanca e avvilita di tutto quanto le sta succedendo attorno. Una confusione tale non la si vedeva da tempo. Il rischio che si corre è che tutto questo si trasformi in dramma sportivo poco dopo quella che dovrà passare alla storia come "la giornata dei napoletani", il 26 luglio. Il muro contro muro fra Gaucci, i procuratori, i calciatori e le istituzioni del pallone fanno sprofondare Napoli nella tristezza e nella rabbia. Perché senza liberatorie non si va da nessuna parte, né in Tribunale né al Coni. Di chi sia la colpa, Napoli non vuole saperlo adesso: Gaucci offre una cifra, i giocatori rifiutano e denunciano che l'offerta è minore. Teatrino napoletano, è passato il tempo dei mecenati e dei paperoni. Forse non c'è mai stato. Napoli va a dormire stanca e delusa. Qualcuno si avvicina al proprio letto, chiude gli occhi ma non riesce a prendere sonno. Ha qualcosa sulla coscienza.
Tanti sono i colpevoli di questa situazione, ai limiti del grottesco per una città che vanta sei milioni di tifosi al mondo. Il malessere ha radici lontane e vicine. Colpevole è chi si è accorto tardi che la situazione stava precipitando, e che non ha fatto nulla per impedirlo. Ma è colpevole in maniera veniale rispetto a chi poteva far qualcosa quando si era ancora in tempo, e che non lo ha fatto. Innanzitutto le istituzioni: hanno pensato a fare ostracismo al pur discutibile Gaucci, ma senza proporre una seria alternativa. Fatto che ha avvicinato i napoletani all'unico che presentava un pezzo di carta. Seppur chiacchierato, un pezzo di carta. Un miraggio? Una bufala? Un pezzo di carta e basta. Quello che bastava per smuovere i napoletani, arrabbiati con chi non ha saputo raccogliere attorno al tavolo dieci milioni di euro, dieci soggetti che rinunciassero a tre giorni di vacanza. Chi ci sta provando a salvare il Napoli, però, non è esente da colpe. Ha scelto la via più tortuosa, certamente, ma avrebbe dovuto cercare di non complicarla. Pagando quello che andava pagato. Così non è stato, e per pochi milioni di euro si rischia di mandare a monte un progetto studiato da una persona che dai napoletani merita rispetto per quello che è, e soprattutto per quello che è stato: Francesco Serao, illustre commercialista, cuore azzurro e vicepresidente al tempo di Diego. Una persona vera. 
Di certo si finirà nelle aule dei tribunali. Il 30, quello di Napoli potrebbe chiudere 78 anni di storia con una fredda sentenza: ci vuole quasi un miracolo perché non accada, la memoria dei giudici è stata chiarissima in proposito. Il 27, nel frattempo, Carraro è pronto ad estromettere il Napoli dalla B, in due giorni verrà applicato il Lodo Petrucci e a quel punto vedremo cosa farà il sindaco. Se consegnerà le chiavi del Napoli a Gaucci, pressato da una piazza che ha santificato l'unico che ha perorato una causa seppur con modi discutibili, o se darà il Napoli in mano a terzi, che seppur con in mano progetti seri e con denari, saranno malvisti da un popolo deluso dai propri simili e da chi li governa.
A pochi giorni da una serie di sentenze, Napoli e i napoletani vanno a dormire. Non tutti con la coscienza a posto. Sanno di addormentarsi. Vedranno il sole al loro risveglio, o sempre e solo nubi dense? Che almeno lunedì risplenda una stella. E' la festa di un popolo deluso. E arrabbiato. Buonanotte Napoli.
 

 

 

 Marco Santopaolo                           24/07/2004

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