17/12/2004
Giuseppe Bruscolotti, gloriosa
bandiera del Napoli del passato,
dopo la delusione del naufragio
del precedente progetto di un
Museo dello Sport a Napoli, in
cui doveva essere esposta anche
la sua mitica maglia numero 2,
si mostra scettico circa la
realizzazione del museo dedicato
a Maradona. Sul Napoli di oggi
esprime dubbi sui continui cambi
di modulo. Critiche anche
all’atteggiamento del pubblico.
“M10”: è questo il nome del
museo itinerante dedicato a
Diego Armando Maradona e che il
6 gennaio verrà inaugurato a
Napoli, nell’atrio dell’Arena
Flegrea. E’ la prima volta che
la mostra viene presentata fuori
dall’Argentina e tale onore è
stato riservato alla città che
forse più di ogni altra ha amato
il campione argentino.
L’annuncio ufficiale dell’evento
è stato dato all’inizio del mese
nel corso di una conferenza
stampa organizzata dalle
autorità cittadine, dal
governatore Bassolino e dagli
organizzatori argentini del
museo.
Ma, sorprendentemente, c’è
qualcuno in città che ancora non
ci crede. E questo “qualcuno” è
addirittura una bandiera del
calcio napoletano, colui che si
tolse la fascia di capitano dal
braccio per consegnarla proprio
a Diego: Giuseppe Bruscolotti.
“Già circa un anno e mezzo fa –
ha detto l’ex arcigno difensore
azzurro – fu indetta una
conferenza stampa alla quale
partecipai anch’io, insieme ad
altri nomi rappresentativi dello
sport campano, ed in cui fu
presentata l’iniziativa di
allestire un Museo dello Sport
presso lo stadio Collana. Quel
museo lo stiamo ancora
aspettando”.
In quell’occasione Bruscolotti
promise che avrebbe donato la
sua maglia numero 2, così come
Sandro Cuomo mise a disposizione
la spada con cui si aggiudicò
l’oro olimpico. Una vera
delusione, invece, l’esito
dell’iniziativa. Oggi del Museo
dello Sport non si parla più.
“Ecco perché – ha aggiunto – se
non vedo non credo”.
Ma non basta. Bruscolotti è
anche molto scettico circa il
ritorno di Maradona a Napoli,
come lo stesso fuoriclasse
argentino ha ipotizzato durante
la conferenza stampa, in
collegamento telefonico da Cuba.
“Troppo spesso è stato usato il
suo nome per fini strumentali -
ha affermato -ed anche per
questo non è mai più ritornato.
Certo, se davvero dovesse
tornare ovviamente ne sarei
molto felice”.
Senta Bruscolotti, parliamo
adesso del Napoli attuale. Cosa
pensa del campionato che sta
disputando la squadra di
Ventura?
“Mi sembra che le cose stiano
andando discretamente,
certamente non bene, anche se mi
sembra abbastanza normale viste
le premesse di inizio stagione.
Qualche problema indubbiamente
c’è e bisognerà risolverlo. La
speranza è che non si perda
ulteriore terreno in classifica
e che si riesca ad agganciare
almeno i play-off”.
L’allenatore ha cambiato più
volte il modulo di gioco. Ha
iniziato la stagione con il
3-5-2, poi dopo qualche
delusione è passato al 4-4-2 ed
ora sembra orientato nuovamente
ad adottare il 3-5-2.
“L’allenatore vede i suoi
giocatori tutti i giorni e ha
tutte le informazioni necessarie
per fare le sue scelte in modo
coerente con quello che vede”.
Ma non le sembra che cambi lo
schema tattico un po’ troppo
spesso?
“Dall’esterno non è facile
capire determinate situazioni.
Se utilizza un modulo oppure un
altro avrà le sue ragioni: le
condizioni dei suoi uomini, le
caratteristiche degli avversari,
ecc. Io ho grande rispetto per
Ventura e penso che bisogna
lasciarlo lavorare in pace.
Ovviamente ciascuno risponderà
del suo operato in base ai
risultati ottenuti”.
L’impressione, però, è che si
faccia condizionare troppo dalla
critica. Non crede che i
cambiamenti continui finiscano
per disorientare i giocatori,
che poi quegli schemi li debbono
applicare sul campo?
“Indubbiamente per avere dei
risultati bisogna giocare più o
meno sempre nella stessa
maniera, in modo da assimilare
al meglio gli automatismi”.
Nel mercato di gennaio
sicuramente il Napoli cercherà
dei rinforzi. Si parla molto di
esterni, ma non ci sarebbe
bisogno anche di un cervello in
mezzo al campo?
“Non mi permetto di fare questo
tipo di valutazioni. Certo
qualcosa manca, ma bisogna dare
tempo a chi sta lavorando per
cercare di migliorare la
squadra”.
Lei è stato, nel primo periodo
della gestione Naldi, il
responsabile dei rapporti con la
tifoseria. Come valuta lo
scetticismo seguito soprattutto
alla sconfitta di Padova? Pare
che gli entusiasmi iniziali
siano già spenti.
“L’errore iniziale della gente è
stato proprio questa corsa
esagerata all’entusiasmo e
all’esaltazione. Purtroppo il
tifoso napoletano come si esalta
così si deprime. Questo è il
grande difetto del pubblico
napoletano”.
Rino Scialò
INTERVISTA ESCLUSIVA TRATTA DAL
NUMERO DI DICEMBRE DEL MENSILE
DI PIANETAZZURRO.
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