--------------------------IL PUNTO--------------

 

SORPASSO TERNANA, CAVASIN TREMA

   

Avuti con degno anticipo (un mese) i finali di due partite, si recupera in B il secondo turno, quello fantasma, messo in evidenza soltanto da Napoli-Como (0-1) e Catania-Cagliari (0-3), gare giocate fra l'indifferenza generale e tornate in auge rifacendo i conti di un recupero estivo in pieno autunno. E' stato un mercoledì pieno di sorprese ma anche di conferme.

 

Il risultato della giornata arriva dal Delle Alpi. Incredibile ma vero, il Torino si arrende alla Salernitana, o meglio a Erjon Bogdani. Il gol dell'ex reggino gela i supporters granata (di casa) e accende i granata ospiti di un impianto storico. Strano ma vero, Pioli da brocco passa a fenomeno dopo due vittorie contro Fiorentina e Torino, entrambe con il minimo scarto. Sono comunque sei punti pesantissimi, che rilanciano i campani e il loro tecnico. Attenzione però ai voli pindarici, i più pericolosi: la Salernitana di un tempo non c'entra nulla.

 

L'Ardenza fatale per Enzo Patanìa, stavolta sembrano essersi pochi dubbi. Protti, Lucarelli e Chiellini confezionano una bella bambola "made in Livorno", che prende a schiaffi un Messina tristemente umiliato e ultimo. Non dovrebbero esserci ulteriori armistizi di facciata, Franza nelle prossime ore darà il benservito al tecnico. Chi al suo posto? La Sicilia invoca il ritorno del professor Scoglio, il patron non ci sta. Tuttavia, la sua scommessa l'ha persa: non è escluso che sia costretto a puntare sulla scelta del popolo. Si fa sotto, invece, il Livorno. Spinelli la sua scommessa con Mazzarri l'ha già vinta.

 

Si sblocca Toni, il Palermo invece si ferma. Privo di tanti dei suoi pezzi da novanta, i rosa impattano contro un Piacenza che con Beghetto risponde al pennellone ex Brescia, gemma del mercato estivo di Foschi. Per Cagni c'è ancora da lavorare, ma la sua squadra può disputare un campionato dignitoso: di sicuro è meglio attrezzata di tante altre. Baldini invece aspetta i rientri dei gioielli per reinserirsi nel novero delle promosse virtuali. Occorre però darsi una mossa e, soprattutto, far punti lontano dal Barbera.

 

La sorpresa della stagione è l'Albinoleffe? No, signori, è il Treviso, che batte i giovanotti della Val Seriana per 2-1, per giunta in rimonta. Servito il brodino e raggiunto il Torino. Una bella soddisfazione per i veneti, che si guarderanno bene dal ripetere gli stessi errori commessi nella stagione di Belotto, quando furono a lungo in testa per poi crollare in primavera. Di certo patron Setten non chiede la luna, ma a questo punto una salvezza più che tranquilla sembra alla portata. Resta con i piedi per terra l'Albinoleffe, che per pochi attimi aveva cominciato - pericolosamente - a sognare.

 

La linea di vita dell'Avellino è sempre piatta, orizzontale come l'equatore. L'ennesima sconfitta contro la Triestina non è che l'ennesima conferma che la formazione allenata da Zeman non è adatta per affrontare questo campionato di B. Qualcuno dice: "le nozze non si fanno con i fichi secchi". Ma qui lo sposo chi è? Sembra, infatti, che neanche Zeman sia all'altezza del compito, nonostante Casillo non lo caccerà tanto facilmente. Facile immaginare il morale dei tifosi biancoverdi, prima galvanizzati e poi stesi dalle parole di un tecnico che ha fatto il suo tempo. Si ridesta, invece, Trieste, che arriverà in alto e che lancia un altro goleador potenziale: Alessandro Noselli.

 

Mai pareggio poteva essere più salutare. Vicenza e Bari si fermano sull'1-1, con un dato statistico che fa riflettere. L'ultima volta che in un campionato professionistico due allenatori si ritrovavano in tribuna perché squalificati, finì proprio 1-1. Era un Perugia-Brescia, i due tecnici in questione Mazzone (che pagava la folkloristica corsa verso gli amati atalantini) e Cosmi. Al di là di curiosità che fanno male alle agenzie di scommesse, punto digestivo per Iachini e Tardelli, che al momento non sembrano correre rischi di esonero. Ma gli esami non finiscono mai, appuntamento a domenica prossima. Per entrambi.

 

Va al galoppo la Ternana, che liquida la pratica Verona in pochi minuti. Non passa neanche mezz'ora che Scarlato e Zampagna spiegano ai colleghi avversari che una gita in Umbria sarebbe stata più istruttiva e salutare piuttosto che subire l'ennesima sconfitta. Vola in testa la squadra di Beretta, continua la sua discesa quella di Salvioni. C'è da preoccuparsi, ribadiamo il concetto ancora una volta. Pastorello è avvisato.

 

Sembra che il Genoa ci abbia preso gusto. Vince 1-0 ad Ascoli e stacca forse uno degli ultimi biglietti per il treno che porta lassù, nella terra dove si combatte per il salto con la "A" maiuscola. De Canio è tecnico di valore, e se Preziosi a gennaio gli prenderà quei due - tre giocatori che il buon Gino ha segnato sul suo notes, allora la Samp non sarà poi così lontana. Crisetta nell'Ascoli, che perde di nuovo in casa, di nuovo senza segnare. Il presidente Benigni conferma inoltre che non tornerà indietro, e che dell'Ascoli non ne vuol più sapere perché "prigioniero degli ultras". Parole sante ma parole già sentite.

 

Pesante il risultato ad occhiali dell'Atalanta. Lo 0-0 casalingo contro il modesto - ma tosto - Venezia condanna Mandorlini a subire il "sequestro" della leadership. C'è tempo per recuperarla, ma perdere punti importanti in casa, peraltro contro avversari di diversa caratura, è un rospo amaro da ingoiare. Ringrazia, prende e porta a casa la squadra lagunare, per la quale il punto conquistato a Bergamo vale più dell'oro.

 

Altro "occhiali" pesante è quello fra Pescara e Fiorentina, di quelli che potrebbero costar caro a qualcuno. Di certo non ad Ivo Iaconi (che si sta costruendo la salvezza fra le mura amiche) quanto al suo collega Alberto Cavasin, che non riesce proprio a vincere né ad offrire un gioco al di fuori delle mura amiche. Dura la vita per l'uomo scelto da Della Valle per riportare i viola in A. Perché mr Tod's rimane, i tifosi pure, così come il progetto: il pilota, quello lo si può sempre cambiare. E un "meno sei" dal sesto posto potrebbe influenzare le scelte. Staremo a vedere.

 

08/10/03

Marco Santopaolo    

 

 

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