TARCISIO BURGNICH, “LA ROCCIA”

  

“Sarti Burgnich, Facchetti ….” così iniziava la filastrocca dell’Inter euromondiale di Helenio Herrera, formazione che per la quasi totale immodificabilità dei propri titolari è ricordata ancora oggi anche dai tifosi più giovani. 

Burghich, nato il 25/2/1939 in provincia di Udine, riassumeva le caratteristiche, come giocatore e come uomo, tipiche della sua terra friulana.

 

Uomo di poche parole, apparentemente introverso, rigorosamente onesto e sincero prima con se stesso che con gli altri, allergico alle polemiche, è stato e continua ad essere tuttora un modello di serietà e di correttezza professionale. 

Difensore arcigno, spietato, mai cattivo, francobollatore di attaccanti, ha ricoperto prevalentemente il ruolo di terzino destro per poi divenire un ottimo libero verso la fine della sua lunga carriera. 

Cresciuto nel fertile vivaio dell’Udinese, dopo l’esordio in serie A avvenuto il 2-6-1959 viene adocchiato dalla Juventus che lo schiera 13 volte nel vittorioso campionato del 1960-1961. La dirigenza bianconera, però, ritenendo di essere già sufficientemente coperta di difensori del calibro di Castano e Cervato commette uno dei pochi errori di valutazione della sua storia ultracentenaria e lo cede (sempre in serie A) al Palermo. 

Qui Burgnich trova, oltre al posto di titolare fisso, valorizzazione ed alta quotazione di mercato. Attraversa nuovamente l’intera penisola, facendo scalo a Milano, sponda Inter e con Facchetti, compose per oltre un decennio una formidabile coppia di terzini esterni, tanto da costituire un duo indivisibile anche in nazionale. Con i nerazzurri vince quasi tutto: 4 scudetti (62’, 64’, 65’, 71), 2 Coppe dei campioni (64’, 65) bissate negli stessi anni da altrettante vittorie in Coppa intercontinentale. 

“Mondino” Fabbri lo fa esordire in nazionale A il 10/11/1963 nel match di ritorno valevole per gli ottavi di finale della Coppa Europa contro l’U.R.S.S. del mitico “Ragno nero” Lev Jascin (per la cronaca finì 1-1- con Italia, ahimè, eliminata). 

Da allora indossa per ben 66 volte la maglia azzurra chiudendo la sua epopea infortunandosi, causa uno strappo, durante Polonia-Italia 2-1 del 23/6/1974, gara che sancì l’eliminazione dai mondiali nella Coppa del mondo 1974 (però con lui in campo il risultato era ancora di 0-0). 

L’età non più verde (35) e i dubbi sulla sua ripresa fisica dopo l’infortunio convincono l’Inter a cederlo. “In effetti – è Burgnich che racconta – sembravo proprio avviato sul viale del tramonto, tanto più che mi sentivo abbastanza appagato da tanti anni disputati ad alto livello, pieni di successi; Vinicio però mi chiamò dicendomi che gli serviva un libero esperto per applicare al meglio la tattica del fuorigioco, novità assoluta per il Napoli. Accettai con entusiasmo, sentivo che potevo dare ancora qualcosa al calcio”. 

Burgnich disputa una stagione straordinaria disputando a 36 anni 30 partite su 30! determinante risulta la sua esperienza in quel meraviglioso Napoli del 1974-1975, che si classificò 2°. 

L’anno dopo vince l’ultimo trofeo vacante nella sua già ricca bacheca; la Coppa Italia. Gioca la sua ultima partita il 22/5/1977 contro la Fiorentina arrivando a sfiorare le 500 presenze in serie A (alla fine saranno 496).

Chiusa l’attività agonistica intraprende la carriera di allenatore lavorando sempre con la serietà ampiamente dimostrata da giocatore al servizio di Livorno, Catanzaro, Como, Genoa (2 volte), Vicenza e Cremonese.

 

 

“PILLOLE”

 

-           Con la Nazionale ha vinto gli Europei del 1968 (disputati in Italia) ed ha conquistato il titolo di vice – campione del Mondo a Mexico ’70.

 

-         Lui così allergico al gol (del resto il suo compito era quello di evitarli, non di marcarli) realizzò il gol del momentaneo 2-2 nella più famosa partita di tutti i tempi: Italia-Germania 4-3, semifinale di Mexico ’70.

 

-         Due famose istantanee lo ritraggono sfortunatamente protagonista di due celebri gol: quello di Pelè nella finalissima di Città del Messico e quello di Ezio Pascutti in un Bologna-Inter del 1966.

 

-         Ha vestito anche rispettivamente in 1 e in 7 occasioni le maglie dell’Italia B e della Nazionale giovanile.

 

-         In serie A ha giocato 496 partite corredate da 6 gol.

 

 

Emanuele Orofino                                        31/12/2003  

 

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