Da
quanto
si
legge
Totti
dovrebbe
far
parte
della
spedizione
olimpica
ai
prossimi
Giochi
di
agosto.
Non
male
come
premio
per
l’indegna
figura
fatta
all’Europeo
nella
partita
contro
la
Danimarca.
Ai
danesi
eravamo
simpatici
prima
di
quel
raptus
salivare,
poi
abbiamo
visto
come
è
andata.
Dopo
i
biscotti,
il
torneo
continentale
ha
sfornato
una
torta
all’arsenico
di
notevoli
dimensioni:
squalifica
del
giocatore
con
conseguente
impoverimento
tecnico
della
squadra,
crollo
per
l’immagine
dell’entourage
azzurro
ed
un’indelebile
nota
in
condotta
sul
curriculum
di
Francesco
che,
alla
lunga,
potrebbe
costargli
il
Pallone
d’Oro.
Le
Olimpiadi:
i
cinque
cerchi,
i
cinque
continenti,
la
corsa
del
tedoforo
verso
il
culto
di
TUTTI
gli
sport
e
dello
sport
nel
senso
più
puro
del
termine.
Purezza
nello
sport?
Suvvia,
tra
la
vergogna
sportiva
del
doping
legalizzato
nell’Europa
dell’Est,
lo
Stanozolol
di
Ben
Johnson
ed
autentici
drammi
umani
come
Monaco
’72
e
la
calpestata
gioventù
di
Nadia
Comaneci,
ora
ci
scandalizziamo
per
la
presenza
del
Pupone?
L’eventuale
aggregazione
di
Totti
alla
Nazionale
olimpica
è
un’ipotesi
che
la
Gazzetta
dello
Sport
definisce
“affascinante”.
Un’opportunità
di
rivincita
per
lui
che
è
stato
il
primo
sconfitto
di
tutta
la
spedizione
nostrana.
Siamo
d’accordo
sul
punto
che
il
capitano
giallorosso
meriti
una
prova
d’appello;
con
il
pallone
ha
già
mostrato
cosa
sa
fare,
idem
fuori
dal
campo
dove
si
è
reso
promotore
di
importanti
iniziative
benefiche,
tuttavia
c’è
una
sua
terza
dimensione
che
dev’essere
ben
ripulita
da
atteggiamenti
che
nulla
hanno
a
che
fare
con
l’immagine
di
un
campione.
Un
“campione”
è
pagato
per
dare
calci
ad
una
sfera
e
non
per
educare
la
massa
di
bambini
che
lo
guarda,
tuttavia
ci
preme
sottolineare
come
sul
campo,
a
palla
ferma,
Totti
abbia
in
più
di
una
circostanza
evidenziato
dei
limiti
caratteriali
che
ledono
ciò
che
fuori
dal
rettangolo
verde
di
buono
costruisce.
Non
si
diventa
campioni
commettendo
falli
gratuiti,
reagendo
ai
falli
ricevuti
o
deridendo
gli
avversari
sconfitti;
Roby
Baggio,
Gullit
o
Platini,
tanto
per
citare
tre
grandi
che
hanno
sollevato
il
Pallone
d’oro,
avevano
ben
altro
spessore.
Spessore
che,
zitto
zitto,
Cassano
sta
accumulando.
È
il
caso
di
dire
“zitto
zitto”
per
via
del
fatto
che
ha
accettato
senza
fiatare
l’incomprensibile
turn-over
di
Trapattoni
dando,
sotto
il
profilo
disciplinare,
incoraggianti
segni
di
miglioramento;
lui
sì
che
merita
il
proscenio
olimpico.
Ha
segnato
due
reti
e
mezza
tenendo
a
galla
una
squadra
che
non
avrebbe
altrimenti
avuta
alcuna
velleità
visto
l’apporto
quasi
nullo
di
Vieri,
Del
Piero
e
del
“consegnato”
Totti.
Tornando
a
quest’ultimo,
lasciamolo
in
pace
quest’estate.
Tra
l’altro
non
sappiamo
nemmeno
se
abbia
voglia
di
andare
ad
Atene
oppure
preferisca
riflettere
su
come
riabilitare
la
sua
immagine
e
smussare
certi
spigoli.
Se
ci
riuscisse
sarebbe
di
sicuro
la
vittoria
più
bella.