A
volte
credo
che
alcune
persone
farebbero
meglio
a
cambiare
mestiere.
Quante
braccia
rubate
all’agricoltura,
quanto
fiato
sprecato
nelle
interviste,
quanta
ignoranza
sopraffina
nei
processi
del
giorno
dopo.
Il
mondo
del
calcio
è
pieno
di
personaggi
in
cerca
della
propria
identità.
Sputatori
nati,
attaccabrighe,
oratori
e
filosofi,
playboy
effeminati,
parrucchieri
improvvisati.
Niente
a
che
vedere
col
gioco
più
bello
del
mondo:
un
pallone
che
rotola
su
di
un
prato
verde
smeraldo,
una
rete
bianca
da
gonfiare,
la
gioia
di
milioni
di
sostenitori
ingenui
e
sognanti.
Bastano
22
uomini,
44
gambe,
2
allenatori,
2
panchine
accoglienti.
Tutto
il
resto
dovrebbe
restare
fuori.
Soprattutto
la
violenza,
la
rabbia,
la
frustrazione
degli
addetti
ai
lavori.
Ma
probabilmente
non
tutti
sono
d’accordo.
Pensate
alla
partita
di
ritorno
dei
play
off
di
C1
valevole
per
la
promozione
in
serie
B.
In
campo
ci
sono
i
padroni
di
casa
del
Lumezzane
ed
i
bianconeri
del
Cesena.
Si
va
ai
tempi
supplementari
grazie
al
ripetersi
del
risultato
d’andata
ed
i
romagnoli
al
10’
vanno
in
vantaggio.
Dopo
pochi
minuti
la
squadra
di
casa
perviene
al
pareggio
con
Russo
che,
probabilmente,
ha
la
cattiva
idea
di
esultare
nei
pressi
della
panchina
cesenate.
A
quel
punto
apriti
cielo.
In
un
attimo
si
organizza
una
vera
e
propria
rissa
che
vede
protagonista
assoluto
il
tecnico
ospite
Fabrizio
Castori.
Si
avventa
su
alcuni
giocatori
avversari
alternando
calci
e
pugni,
spintoni
e
manate
da
bullo
di
quartiere.
Una
manciata
di
minuti
di
delirio
assoluto
terminati
con
l’espulsione
dei
due
allenatori
e
di
giocatori
di
entrambe
le
squadre.
Oggi
il
giudice
sportivo
ha
squalificato
il
tecnico
con
l’hobby
per
il
pugliato
per
ben
tre
anni.
Il
signor
Fabrizio
Castori
per
l’appunto
è
uno
di
quelli
che
non
è
d’accordo
nel
ritenere
il
calcio
ancora
un
gioco.
Per
l’appunto
è
uno
di
quelli
che
farebbe
meglio
a
cambiare
mestiere.
Ha
dimostrato
di
essere
un
violento,
un
frustrato,
un
ometto
piccolo
piccolo.
Il
calcio,
già
saturo
di
ogni
assurdità,
non
ha
bisogno
di
altri
personaggi
che
calpestano
e
sotterrano
la
già
esigua
dignità
di
questo
sport.
La
squalifica
è
giusta,
tre
anni
di
esilio,
di
purgatorio
infernale.
Tre
anni
per
pensare
a
cosa
fare
da
grande.
Tre
anni
per
cambiare
mestiere.
Caro
Castori
ci
pensi
bene,
potrebbe
essere
l’ultima
occasione.
Per
la
cronaca
il
Cesena
ha
poi
vinto
quella
partita
meritando,
dopo
un
buon
campionato,
la
tanto
agognata
promozione
in
serie
B.
Peccato
però
che
la
vittoria
cesenate
sia
passata
in
secondo
piano.