TUTTI
DENTRO!
L’atmosfera
è
la
stessa
che
abbiamo
visto
nel
film
del
grande
Alberto
Sordi,
la
visione
apocalittica
di
un
ambiente
“rivoltato
come
un
calzino”,
di
uomini
in
divisa,
di
“pantere”
sgommanti
e
di
manette
pronte
a
stringere
molti
polsi.
Proprio
quello
che
sta
succedendo
adesso
nel
calcio
italiano.
Ancora
nessun
tintinnio
di
manette,
ma
molte
le
auto
della
Guardia
di
Finanza
parcheggiate
sotto
le
sedi
di
F.I.G.C.,
Lega
e
società
e
molti
gli
uomini
in
divisa
a
rovistare
tra
le
carte
ed
i
cassetti
dei
principali
uffici.
Si
sta
cercando
di
far
luce
sull’ultimo
scandalo,
quello
del
cosiddetto
“doping
amministrativo”
ossia
dei
libri
contabili
dopati
per
far
apparire
la
situazione
economica
di
alcuni
club
diversa
da
come
è
in
realtà.
Gran
delatore
è
stato
il
patron
del
Bologna,
l’imprenditore
delle
acque
minerali
Giuseppe
Gazzoni
Frascara:
quello
che
sembrava
un
semplice
sfogo
dettato
dall’amarezza
di
una
sconfitta
si
è
invece
rivelato
un
vero
e
proprio
j’
accuse.
La
lamentela
è
scaturita
dall’ingiustizia
di
fondo
che
vorrebbe
le
grandi
squadre
allestite
anche
con
il
denaro
destinato
al
pagamento
dell’Irpef
e
di
altri
oneri
fiscali.
“La
legge
deve
essere
uguale
per
tutti.
Il
Bologna
paga
ogni
anno
tasse
fino
all’ultimo
centesimo.
Anche
noi
staremmo
in
alta
classifica
se
convogliassimo
la
stessa
quantità
di
denaro
al
potenziamento
tecnico
della
squadra”.
Da
allora
molti
hanno
fatto
eco
all’azionista
di
maggioranza
della
società
emiliana
fino
a
mettere
in
moto
quest’ultimo
ingranaggio.
La
situazione
è
pesante
già
da
diverso
tempo:
sempre
meno
denaro
contante
nelle
operazioni
di
mercato,
ingaggi
“spalmati”
negli
anni
oppure
convertiti
in
azioni,
il
crollo
finanziario
di
Gruppi
come
Cirio
e
Parmalat
ed
il
ribasso
generale
della
Borsa
che
risente
ancora
degli
attentati
dell’11
settembre
oltre
che
degli
attuali
venti
di
guerra.
Recentissime
poi
le
magagne
relative
alle
false
fideiussioni,
ai
falsi
passaporti,
alle
società
cancellate,
ai
trasferimenti
di
calciatori
fantasma…
Ce
n’è
di
lavoro
per
gli
007
del
pallone.
Bisogna
ritornare
allo
scandalo
scommesse
del
1980
per
veder
prendere
provvedimenti
oppure
ci
saranno
i
soliti
stratagemmi
del
tipo
“fatta
la
legge
trovato
l’inganno”?
Nessun
giustizialismo,
ma
nemmeno
giustizia-farsa.
Non
sappiamo
se
alcune
società
abbiano
pagato
gli
stipendi
ai
calciatori
stornandolo
dai
conti
dei
risparmiatori,
però
si
faccia
piena
luce
su
tutto
ciò
che
è
in
penombra.
Il
calcio
è
un
mondo
dorato
e
la
passione
con
cui
gli
sportivi
lo
seguono
è
la
prova
che
certi
privilegi
sono
ben
accetti
se
ripagati
con
un
bel
gol,
con
una
bella
parata
o
con
una
partita
emozionante.
Ma
certi
dirigenti
truffaldini
come
potrebbero
compensare
eventuali
privilegi
dinanzi
la
giustizia
ordinaria?
Scenderanno
anche
loro
in
campo
per
giocare
una
palpitante
sfida?
Antonio
Gagliardi
28/2/2004