A
= ARGENTINA
Figlio
di Italiani emigrati in Argentina, Bruno
Pesaola nasce nel 1925, il 28 luglio, a
Buenos Aires crescendo all’ombra di
grandi giocatori come Lostau, Pedernera,
Labruna che primeggiavano nel calcio
Argentino dell’epoca.
E?
dal suo Paese natale che gli proviene il
soprannome che l’accompagner?per
tutta la vita: Petisso (piccoletto).
Diventa uno dei primi oriundi a
travalicare l’oceano nel dopoguerra
trasferendosi dal “Dock Snid?di
Buenos Aires alla Roma allenata da
Fulvio Bernardini (siamo nel 1947).
Disse alla madre che sarebbe rimasto
solo per qualche anno, il tempo di
mettere da parte qualcosa per la
vecchiaia. Sono passati 57 anni ed ?
ancora qui ……
B
= BOLOGNA
Nel
1972 eccolo a Bologna: con il Presidente
Conti apprezzato Editore ed ex pilota di
Rally, trascorrono intere nottate a
giocare a poker non disdegnando un
goccio di whisky. Si diceva che il
Presidente gli riprendesse buona parte
dell’ingaggio, ma la realt?forse ?
un’altra; entrambi si davano da fare
per prepararsi la coppia di polli da
spennare dividendosi quasi sempre un pi?
che discreto incasso.
Pur
con qualche critica da un pubblico
raffinato che aveva ancora negli occhi
lo squadrone scudettato del ?4,
Pesaola in quattro stagioni scende una
sola volta al di l?del 7?posto,
togliendosi anche lo “sfizio?di
vincere la sua seconda Coppa Italia nel
1974 in una burrascosa finale contro il
Palermo. Rientra sotto le Due Torri nel
corso del 1977-?8 in tempo per
evitare la prima retrocessione dello
“squadrone che tremare il mondo fa?
A Natale ?8 trova sotto l’albero la
lettera di licenziamento da parte del
suo amicone Conti, che chiude la sua
parentesi bolognese pi?dolce che
amara.
C
= CAPPOTTO
Mitico
divenne quello di cammello che indossava
indistintamente sia d’inverno che in
primavera negli anni ?0 del Napoli
targato Sivori e Altafini sostenendo che
gli portava fortuna. Visti i risultati
di quel Napoli, non si pu?sostenere
che avesse torto!
D
= DOMENICA SPORTIVA
Per
anni la pi?popolare trasmissione
sportiva ha riproposto nella sigla
iniziale una stupenda rete realizzata
dal “nostro? con la maglia azzurra
contro il Milan. “Ho segnato pi?gol
di Pel??amava ripetere il “Petisso?
E
= ELLAS
Nel
corso del 1979-80, dopo essere stato 33
anni prima uno dei primi oriundi ad
approdare nel “Bel Paese?diventato
ormai “italiano? vive
l’esperienza di essere anche uno dei
primi tecnici ad allenare all’estero.
Il
Panathinaikos di Atene lo chiam?nel
tentativo di contrastare l’emergente
Olympiakos. Pesaola mette a frutto
l’enorme esperienza accumulata in
Italia rivitalizzando in pieno la
squadra tanto ad arrivare a sfiorare lo
“scudetto …”
F
= FIORENTINA
Alla
guida della squadra Viola ha vinto
l’unico scudetto della sua carriera,
sia come tecnico che come giocatore. In
seguito ad un curioso valzer delle
panchine il suo predecessore a Firenze
Peppone Chiappella si accomoda sulla
panchina del Napoli appena lasciata dal
“Petisso?con una formazione capace
di arrivare al 2?posto la stagione
precedente.
A
Firenze trova una squadra giovane ma con
giocatori gi?abbastanza esperti (era
soprannominata la Fiorentina “Y?Yè”)
come De Sisti, Merlo, Esposito, Rizzo
etc. Pesaola lancia definitivamente in
prima squadra un altro ragazzo fatto in
casa, tale Luciano Chiarugi da Ponsacco,
sposta Maraschi dall’ala al centro
dell’attacco (lo ripagher?con 13
gol), rilancia “Amarildo?e quasi
senza che lo prendessero davvero sul
serio (come avversari aveva il Cagliari
di Riva, il Milan di Rivera, l’Inter
di Mazzola etc. ?), conquista il
titolo in un’indimenticabile
Juventus-Fiorentina, finita 0 a 2 il 10
maggio 1969.
Dopo
un quinto posto nella stagione
successiva, l’avventura in riva
all’Arno si conclude il 13-01-1971
protagonista ancora la Juventus che
“passa?per 2-1, lasciando
malinconicamente i Viola all’ultimo
posto in classifica. L’esonero divenne
inevitabilie, ma anche con il sostituto
Oronzo Pugliese, pittoresco personaggio
detto il “Mago Turi? i Viola videro
le streghe prima di riuscire a salvarsi
per un solo gol di scarto ai danni del
Foggia di Maestrelli. Dai tempi di
Pesaola, per? una gioia come il
triangolino tricolore i concittadini di
Dante non l’hanno pi?vissuta?.
G
= GENOVA
Sotto
la Lanterna indossando la gloriosa
casacca dei Rossoblu Genoani chiude la
carriera nel 1960-61 a 36 anni suonati.
“Esiliato?dal suo Napoli perch?in
disaccordo con il tecnico Amadei.
H
= HOTEL
Oltre
ad intrattenersi sul tavolo da gioco,
nei ritiri del sabato Pesaola amava
discorrere amabilmente con la stampa,
“allenando?i terribili giornalisti
per non correre rischi di critiche da
parte dei tifosi.
Tra
un whisky ed una sigaretta Pesaola
confermava tutto il suo valore come
conversatore tra i tavolini degli
alberghi di mezz’Italia.
I
= ITALIA
Anche
se per una sola volta, precisamente il
26 maggio 1957 a Lisbona contro il
Portogallo, Pesaola ha la soddisfazione
di vestire la maglia della Nazionale.
Reduce dal un disastroso 8-1 subìto
dalla Jugoslavia, l’allora C.T.
Alfredo Foni rivoluziona la squadra in
vista della trasferta Portoghese valida
per le qualificazioni mondiali di Svezia
?8, inserendo oltre al “Petisso?
altri 4 debuttanti. Il tutto per?non
servir?ad evitare un’altra batosta
questa volta per 3-0. Pesaola colleziona
anche sei gettoni con l’Italia B.
L
= LOSTAU
Della
famosa “Maquina?di cui tratteremo
successivamente ?stato forse Lostau
che maggiormente accese la fantasia del
giovane Pesaola; nelle giovanili del
River Plate ha giocato anche con uno dei
pi?grandi giocatori di tutti i tempi:
Alfredo Di Stefano.
M
= MAQUINA
Pesaola
s’innamor?del calcio ammirando la
famosa linea d’attacco del River Plate
nei suoi anni verdi composta da Lostau,
Pedernera, Labruna e Nestor Rossi
rimasta negli annuali della storia del
calcio.
N
= NAPOLI
Calciatore,
allenatore, osservatore; il Napoli ?
stato il grande amore calcistico della
sua vita. Fu acquistato nel 1952 dal
Novara e rimase fino al 1960 con un
bilancio di 240 partite corredate da 27
gol. Ala d’attacco, prezioso
suggeritore con i suoi cross per le
conclusioni prima di Jeppson e poi di
Vinicio, verso la fine della carriera si
spost?a centrocampo, riuscendo grazie
alla sua buona tecnica a svolgere un
ruolo che oggi potremmo accostare a
quello di Pirlo.
Nel
corso del campionato 1961-?2 viene
chiamato da Achille Lauro al capezzale
del Napoli a sostituire in panchina
Fioravante Baldi dopo una sconfitta a
Novara per 2-1 (1?giornata di
ritorno). Pesaola raccoglie un Napoli
sfiduciato con solo 18 punti in
classifica lontano dalla zona
promozione. Il Petisso rigenera una
squadra ormai allo sbando e comincia un
altro campionato: 18 partite, 25 punti e
promozione finale con un solo punto di
vantaggio su Lazio e Verona. Ma al
Petisso riesce una prodezza mai pi?
riuscita
ad alcuno: vince la Coppa Italia
con una squadra di serie B superando in
serie Torino, Roma, Mantova ed in finale
la S.P.A.L. per 2-1 all’Olimpico di
Roma.
Dopo
un breve esilio nel 1964-65 rieccolo
sulla panchina azzurra nuovamente in
serie B ed il “Petisso?ripete la
prodezza di 3 anni prima conducendo
Juliano e C. ad una nuova promozione.
Qui cominciano gli anni d’oro di
Sivori ed Altafini con tre campionati
stupendi con un terzo, un quarto ed un
secondo posto alle spalle del Milan di
Rocco e Rivera. Dopo Firenze e Bologna,
Pesaola torna a ? casa dopo nove anni
per il torneo 1976-?7 con una
semi-finale di Coppa delle Coppe persa
per la scandalosa direzione
dell’arbitro inglese Matthewson a
Bruxelles sul campo dell’Anderlecht.
La
sua ultima recita si svolge nel
1982-?3, quando viene chiamato,
insieme a Gennaro Rambone, a cercare di
evitare una retrocessione che sembra
inevitabile. Al vecchio “Petisso?
grazie anche ad un pizzico di fortuna,
riesce l’ennesima impresa.
O
= ORNELLA
La
sua adorata moglie, cos?bella da
essere eletta “Miss Novara?negli
anni in cui Pesaola militava nella
compagine piemontese.
Il
“Petisso?se ne innamor?
immediatamente sposandola quasi subito,
in modo da portarla con s?nel
trasferimento da Novara a Napoli. La
loro unione, felicemente allietata dalla
nascita del figlio Diego, ?stata
bruscamente interrotta nel 1985 quando
la signora Olivieri in Pesaola ?stata
portata via da un brutto male. Per
Pesaola ?stato il pi?grande dolore
della vita.
P
= PORONGO
Ad
una domanda rivoltargli per sapere i
prossimi movimenti sul mercato del
Napoli, Pesaola molto seriamente rispose
che la Societ?Azzurra stava seguendo
con molto interesse un giovane
Argentino, tale Porongo. Dopo qualche
tempo si scopr?che il tutto era uno
scherzo feroce del “Petisso?ai
danni di un giornale cittadino con il
quale c’erano state alcune
incomprensioni
dato che il termine in spagnolo
significa ?. apparato virile per la
riproduzione della specie umana!
Q
= QUATERNA
Alla
faccia di chi lo considerasse un
difensista Pesaola fu capace di
schierare una quaterna di attaccanti (Sivori,
Altarini, Montefusco, Can? nella
difficilissima trasferta di Bologna del
26-09-1965 contro la formazione Campione
d’Italia del 1964. La gara, cui
assistettero numerosissimi tifosi
Azzurri, fu vinta per 1-0 con un gol di
Jos?Altafini.
R
= ROMA
Fu
la formazione Giallorossa, guidata da
“Fuffo?Bernardini a portarlo in
Italia nel 1974. Pesaola si mette subito
in mostra con il suo repertorio di finte
e serpentine agevolate dalla non eccelsa
statura (il “Petisso??alto m.
1,66). Dopo un gravissimo infortunio
subito a Palermo che gli cost?la
frattura del perone destro, nel 1950 la
Roma lo cede al Novara temendo forse di
non rivederlo ai livelli migliori. Il
futuro, per la fortuna del Napoli,
smentir?questa tesi!
S
= STUDEBAKER
Era
la macchina del figlio
dell’Ambasciatore Argentino a Roma,
con il quale andava a prelevare le
ballerine all’uscita del Teatro Valle.
All’epoca il Petisso non era ancora
sposato e quindi non si lasciava pregare
per togliersi qualche soddisfazione!
T
= TORINO
La
citt?di Gianduia gli ricorda l’unico
scudetto della sua carriera, visto che
la “sua?Fiorentina dopo un
trionfale 2-0 sul campo della Juventus
divent?matematicamente Campione
d’Italia (10-05-1969).
U
= UNDICI
Anche
se nella seconda parte della carriera
indoss?molte volte la maglia n?10,
il suo, diciamo cos? numero
d’origine era quello dell’ala
sinistra. Quello che chiude la
formazione: l?1.
V
= VITTORIE
1
scudetto con la Fiorentina (1964), 2
Coppa Italia (Napoli 1962, Bologna
1974). 2 promozioni dalla B alla A
(Napoli 1962 e 1965). Questi sono i
titoli di cui pu?fregiarsi la carriera
di Petisso.
Z
= ZIBALDONE
Ha
un figlio Diego, Regista teatrale.
Durante il vittorioso campionato di
Firenze, si teneva costantemente
aggiornato sulle vicende del “suo?
Napoli suggerendo al suo ex vice Di
Costanzo la formazione, ad eccezione di
quando giocava contro la Fiorentina. Ha
sempre intrattenuto ottimi rapporti con
la stampa, ingaggiando a volte furiose
diatribe dialettiche che concludeva
sempre con una battuta.
Celebre
?rimasta quella dell’indomani di un
fortunoso pareggio conquistato a Bergamo
con l’Atalanta. Ad un giornalista che
rimproverava la tattica eccessivamente
difensivistica, quando invece aveva
dichiarato che avrebbe impostato una
partita d’attacco, Pesaola rispose:
“b??vuol dire che ci hanno rubato
l’idea!? Ha giocato anche con il pi?
grande attaccante italiano di tutti i
tempi, Silvio Piola (290 gol), con la
maglia del Novara, servendogli numerosi
cross. Ancora oggi, a quasi 80 anni
suonati, non ?raro vederlo ospite in
qualche trasmissione sportiva. Oltre a
continuare a seguire dalla tribune del
S. Paolo il “suo?Napoli.
Grande,
intramontabile “Petisso? napoletano
“verace?nato per caso in Argentina.
2/8/2004