UNA VOLTA UN ONORE OGGI SOLO UN IMPEGNO DI TROPPO

 

 

Ai Mondiali di Francia nel ’98 si respirava un’altra aria, c’era una voglia di azzurro, una voglia di calcio, di far polemica su chi far scendere sul rettangolo di gioco ecc… I mondiali del ct Maldini non sono stati ottimi, anzi…; siamo usciti dalla competizione più importante del calcio troppo presto e con tanti se: se il pallonetto di Baggio fosse entrato in rete (questione di centimetri), se Maldini avesse fatto giocare il Divin Codino davvero in forma al posto di uno spento e fiacco Del Piero e ancora bla, bla, bla… Non si vive di se, ma molte volte si dovrebbe perlomeno tentare di mettere da parte l’orgoglio, l’invidia e le troppe convinzioni errate. Maldini pensava a litigare con i tifosi che osannavano Baggio, mentre i ragazzi disputavano le partite, mah…La realtà è che quel mondiale di mister Maldini, del vai vai Paolino e compagnia cantante è finito anzitempo e con mille perché, ma l’atmosfera che stava attorno a quella competizione era un qualcosa di diverso da ciò che si è vissuto successivamente agli europei con Zoff, ai mondiali nippo-coreani del Trap e alle varie partite amichevoli e non della Nazionale degli italiani. Le persone restavano incollate alla televisione, appassionati di calcio e non, perché la squadra azzurra è l’orgoglio della Nazione; si viveva il pre-partita, il post-partita; si discuteva, ci si litigava, si gioiva e ora?… La Nazionale è diventata un impegno che si incunea nelle tante partite da giocare, tra Campionato, Champions League, Coppa Italia, per non parlare dei vari anticipi e posticipi. I giocatori troppo spesso acciaccati in maniera presunta o reale (non posso fare mica l’avvocato del diavolo!…), disertano le partite in maglia azzurra. Le amichevoli sono poi una totale rovina, i giocatori chi per un problema, chi per una bottarella rimediata nella partita di campionato danno forfeit e Trapattoni è costretto o ad affidarsi nuovamente a riti scaramantici o a convocare ragazzini che vantano persino poche partite in A. E’ giusto dare una possibilità a tutti, ma la Nazionale non può diventare un vivaio per dei futuri (chissà!) campioncini in erba. Trapattoni deve pretendere di avere un suo spazio e dovrebbe impostare una squadra solida, con delle certezze per gli Europei 2004. Nell’ultima amichevole disputata con la Svizzera il giovanissimo difensore dell’Inter, Pasquale, ha dovuto giocare la sua partita con l’under 21 e poi è dovuto correre agli ordini di mister Trap perché tutti i difensori regolarmente convocati in nazionale avevano qualche problema. I giocatori vengono strapagati e, dato che dichiarano di essere orgogliosi di vestire quella casacca azzurra, devono anche onorarla nel migliore dei modi; che cantino o no l’inno, francamente non credo sia fondamentale, molte volte si preferisce vivere con se stesso determinate emozioni e non è urlando: “Fratelli D’Italia” che ci sente appartenenti a questa Nazione, ma aiutandosi, condividendo sentimenti, battendosi per un Paese troppo spesso sotto accusa, ma con una grande umanità. Bisogna, come dice l’incipit della canzone e come dice una celebre poesia di G. Ungaretti, essere Fratelli, aiutarsi nel dolore come nelle gioie in modo che possa nascere una speranza, una nuova fraternità negli uomini, un futuro migliore. Tutto ciò non deve rimanere in potenza, ma dobbiamo fare tutto il possibile affinché queste speranze si trasformino in realtà. 

                                                                                        

 

Sonia Oloferni                                                            

 

7/5/2003

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