UN CALCIO SENZA TESTA

 

 

Neanche un tipo alla John Wayne avrebbe saputo disegnare uno scenario più realistico. Un paesaggio insospettabile - un campo di calcio - ed un pubblico rispettabile. Il teatro è lo stesso ovunque, cambia la sede. Lo spettacolo offerto in termini di qualità differisce, il prezzo spesso non cambia. L'epilogo, altrettanto spesso, segue un vago canovaccio richiamante il clima che il beneamato eroe di un'altra generazione ha respirato durante la sua carriera cinematografica Qualcuno è uscito di senno, qualcuno ha perso la testa. Quel che è successo lo scorso fine settimana sui campi di calcio lo dimostra. Episodi sconcertanti che hanno costretto i giudici sportivi alle ore piccole. La furia-Soviero in quel di Bari ha chiamato la giustizia sportiva a fermare uno spiritato Soviero per cinque mesi, con buona pace della panchina messinese che se l'è vista brutta. Il portiere del Venezia si è difeso con un laconico "sono stato provocato", che dovrebbe dire allora chi si è visto arrivare addosso una furia umana fuori da ogni grazia? Fermato invece per un anno Maldonado, evidentemente sfuggito alle telecamere ma che ha combinato qualcosa di molto più grosso del collega finito invece nell'occhio del ciclone. Un turno di meditazione anche ai palermitani, il Barbera è stato squalificato per una giornata. Colpa di chi al termine della sconfitta contro il Treviso ha lanciato oggetti in campo, uno dei quali ha colpito alla testa l'attaccante veneto Ganci. Nulla supera però ciò che è accaduto in serie C2, nel girone meridionale. Il giudice della Lega di serie C ha stangato il Ragusa, colpevole di aver aggredito l'arbitro al termine della gara pareggiata contro l'Isernia nel giorno di sabato santo. Un anno di squalifica al campo, sei mesi al presidente e quattro anni - avete letto bene - al tecnico dei siciliani Foti, reo di aver picchiato e minacciato al termine dell'incontro il direttore di gara. Nel referto, è stato scritto di tutto. E a Ragusa continuano a dire: "questa sentenza è una barzelletta". Pare che invece a raccontare barzellette siano tecnico e dirigenti, che giurano di non aver alzato un dito contro l'arbitro. Allora delle due l'una: o le escoriazioni non sono escoriazioni, o i medici dell'ospedale dove è stato ricoverato il fischietto invece di sanare le ferite le hanno peggiorate. Fate voi. Certo è che il pallone ha perso la testa. E questi provvedimenti possono solo giovare al calcio sano, visto che queste persone avranno tempo per meditare sulle nefandezze commesse. E' necessario, però, che le leggi siano uguali per tutte. E per questo, sarebbe giusto rivolgersi al presidente della Lega. O al vice-presidente del Milan...In che paese viviamo. E pensare che in Portogallo presidente di Lega e designatore arbitrale sono finiti dietro le sbarre. Per aver falsificato le partite. E pensare che noi pensiamo di riportare senno laddove già chi rispetta le regole è pensato folle...
 
 

 

Marco Santopaolo 

                                      21/4/2004

 

 

 

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