--------------------------IL PUNTO--------------

 

UN INFERNO CHIAMATO SERIE C

OCCHIO ALLE CAMPANE

 

  

La Napoli Soccer di Aurelio De Laurentiis porterà un po' di azzurro nel grigio mondo della serie C. Una categoria bistrattata dai media, resa squallida dalla politica del pallone e repressa dalla Lega di categoria, uno spettacolo di inefficienza. I napoletani si accorgeranno presto che il presidente Mario Macalli è un osso duro, ma non nel senso buono: se il Napoli dà fastidio, lui darà ancora più seccature al Napoli. Il presidente della Lega di Firenze è una persona che vorrebbe starsene sempre seduto dietro la scrivania dei suoi uffici, e scocciature che si chiamino Napoli o Florentia sono solo torture per lui, che è costretto ad alzare il telefono e a parlare con i prefetti per l'ordine pubblico. In più, per quanto riguarda pubbliche relazioni e merchandising, è una Lega di terza categoria: sito pessimo e scarsamente aggiornato, idee di sponsorizzazione zero, marketing nullo. Inoltre, quando c'è da decidere su esclusioni di società o ripescaggi, vige il principio dell'amicizia di consiglieri federali o presidenti, e non di una graduatoria ufficiale che annuncia con largo anticipo gli aventi diritto alle promozioni federali. Al di là di questi aspetti, la C è - per fortuna - anche altro. E cioè campi terribili, piccoli e maledetti, con avversari che lottano con il coltello tra i denti, magari perché se gioca un avversario prestigioso e fanno punti ricevono uno stipendio o il premio partita. Gli stadi sono spesso catini, e persino quelli che ogni domenica sono cattedrali nel deserto all'arrivo di squadre blasonate vengono ripopolati in pochi minuti. Le squadre sono di solito ben messe in campo da allenatori che o sono marpioni della categoria o sono giovani arrivati in terza serie non per caso - salvo poche eccezioni - e che ci tengono a ben figurare. Così come presidenti che spesso fanno del calcio il loro unico sfogo, al punto di promettere mari e monti alla squadra in caso di vittoria del torneo o più semplicemente di un match importante. La stagione è massacrante, anche perché distrarsi un attimo è deleterio. Per la B ci sono due posti, solo uno garantisce il ritorno in paradiso: il primo. Poi c'è la tremenda lotteria dei play-off: la seconda affronta la quinta, anche se magari nella regular season hanno chiuso con dieci punti di distacco. Si gioca andata e ritorno, a parità di risultato o reti segnate/subite passa in finale la squadra che al ritorno ha giocato in casa, e cioè la meglio piazzata in classifica. La finale si gioca con gara di andata e ritorno. Due risultati su tre per chi in campionato ha collezionato più punti, solo la vittoria (almeno una) per chi si è piazzato peggio. Tremenda l'altra lotteria, quella dei play-out: quintultima contro penultima, quartultima contro terzultima. Gara di andata, gara di ritorno e bilancio: chi esce sconfitto dal doppio confronto, retrocede in C2 insieme all'ultima in classifica. Problema capienza stadi: gli impianti di Chieti, Cittadella, Giulianova, Lanciano, Martina, Rimini, Sora, Teramo e Vis Pesaro sono abbastanza piccoli: non più di duemila biglietti per le tifoserie ospiti. Ma non è escluso che sentito il prefetto, Macalli stabilisca la sede di un campo neutro per motivi di ordine pubblico. Certo è che per squadre sopracitate, sfidare un Napoli in campionato sarà un evento da consegnare alla storia. 

Tecnicamente, invece, per quanto fatto dalle squadre in estate è facile abbozzare una griglia di partenza. Il Napoli al momento non è collocabile non avendo una rosa, ma se De Laurentiis farà le cose per bene possiamo darlo già al traguardo.

 

1a fila: BENEVENTO, AVELLINO

            RIMINI, PADOVA

 

2a fila: FOGGIA, SAMBENEDETTESE,

            LANCIANO, REGGIANA 

 

3a fila: TERAMO, SPAL

 

4a fila: FERMANA, GIULIANOVA

            CITTADELLA, MARTINA

 

5a fila: SORA

            CHIETI, VIS PESARO

 

Posti di onore per due campane. Pole position per il Benevento, l'arbitro Pantana di Macerata è ormai alle spalle. Superati i dissidi con Corrado Benedetti il presidente Spatola gli ha affidato una Ferrari. Il pilota è di qualità, il traguardo non è così lontano: con Cutolo sulla fascia e il drago Molino in avanti, sognare è lecito. E' possibile un pronto ritorno in B anche per l'Avellino, I fratelli Pugliese hanno allestito una squadra di primo livello. Vanin e Ghirardello rappresentano elementi di qualità, Cecere in porta checché se ne dica resta una garanzia. In più c'è Cuccureddu, che la C1 l'ha già vinta - e alla grande - con il Crotone. Dietro alle campane, due "forestiere". Gli effetti di una C1 tagliata in verticale: Rimini e Padova nel girone per eccellenza centromeridionale. I romagnoli hanno dalla loro un gruppo che già lo scorso anno, alla prima apparizione in terza serie, si è fatto onore. E' stato mantenuto un equilibrio fra acquisti e cessioni, alla fine la squadra ne è uscita rinforzata. Eppoi ancora una volta parliamo di un tecnico di primissimo ordine come Leonardo Acori. La vittoria del Padova affidato ancora al santone Ulivieri è stata quella di confermare un organico di qualità che può ambire al vertice. Ancora una volta c'è il fattore campo a frenare i patavini: le trasferte nel profondo sud sono un elemento nuovo, se verrà assorbito non ci saranno problemi a togliersi le dovute soddisfazioni.

Seconda fila per il Foggia, resuscitato da Giuseppe Coccimiglio. Il precampionato è stato altalenante, normale per un rooster tutto nuovo che deve cercare presto la giusta amalgama. Di buon livello anche l'organico della Sambenedettese, ma anche in questo caso vale il discorso fatto per i rossoneri: la squadra ha pochi giorni di vita, Ballardini dovrà lavorare duro per dotarla di un'impronta di gioco. Punta a confermarsi fra le prime otto il Lanciano di Angelucci. Chinaglia è stato un fuoco di paglia, si è deciso di puntare ancora sulla vecchia ma rassicurante gestione. L'organico non è stato smembrato, anzi ne è stata conservata quella competitività che contraddistingue la compagine frentana di ogni stagione. In buona posizione anche la Reggiana di Bruno Giordano, salvatasi con il brivido dei play-out. Elementi interessanti scuola Juve più l'innesto dell'ultimo secondo, quell'Andrea De Florio che conta di tornare ai fasti di un tempo cancellando la stagione teramana, in chiaroscuro.

In terza fila troviamo le mine vaganti. Non soffriranno, salvo complicazioni, Teramo e Spal. Gli abruzzesi di Malavolta, dopo una stagione anonima, sono tornati a fare le cose per bene. La squadra è stata fatta a luglio e puntellata ad agosto, può ritenersi soddisfatto Zecchini che manca però dell'attaccante da quindici gol. Arduo invece il compito di Massimiliano Allegri, che alla Spal dovrà far dimenticare Gian Cesare Discepoli. Potrà attingere da un organico di medio livello, dovrà cercare di metterci del suo per far levitare la storica società ferrarese.

La quarta fila è riservata a quelle squadre che non hanno un organico tale da poter sperare in una salvezza senza qualche patema. Le destinate a soffrire, tout court. Ecco la Fermana, giovane come al solito e affidata ad un debuttante della categoria come Marco Cari, lo scorso anno buoni risultati con il Giugliano-baby. C'è poi il Giulianova, che si affida alla qualità di Palladini e ai miracoli di mister Gentilini (due salvezza "impossibili" con L'Aquila). Il povero Cittadella si è ritrovato al pari di altre in un girone estraneo. La squadra è giovane, se riuscirà a confermarsi anche sui campi del sud sarà un capolavoro. Il Martina è poi un bel mistero: i rinforzi sono arrivati nelle ultime ore del mercato, sta al tecnico Roberto Chiancone confermare quanto di buono fatto anni fa sulla panchina pugliese. Di certo, ha tanto da lavorare, e potrebbe risentire di una partenza ad handicap.

Ultima fila per tre squadre che da tempo affollano il girone B. Al Sora manca ancora qualcosa per la salvezza, lo ha ribadito lo stesso tecnico Capuano. Che non è un tipo da retrocessione. Gli venga dato qualche innesto e salverà i ciociari, ma al momento non è in una posizione comoda. Dovranno sudare, e parecchio, Chieti e Vis Pesaro. Gli abruzzesi pagano l'ambiente insano (una polveriera) e la conseguente rinuncia del presidente Buccilli a fare una squadra competitiva dopo anni di buon calcio ed ottimi piazzamenti in classifica. I marchigiani si sono salvati dalla radiazione per il rotto della cuffia, ora sono affidati ad un tecnico inesperto come Lorenzini che fra le mani non ha certo un gruppo che può salvarsi tranquillamente. A Bruscoli l'ardua scelta: se non vuole retrocedere dopo anni di onorata C1, meglio che si dia da fare. Ed in fretta.

 

      

 Marco Santopaolo                                    7/9/2004

                      

 

 

 

INDIETRO