Il
2003 si chiude con un panettone
aperto a fatica. Pensare ancora
una volta di lasciarsi alle spalle
i guai buttando nel vivace
fuoco di un camino il vecchio
calendario è un errore. Se ne va
il 2003, si diceva, e dicembre si
chiude nel peggiore dei modi.
Perché domenica scorsa non solo
il Napoli non è andato oltre il
2-2 contro la modesta Fiorentina
(rischiando di perdere), ma
soprattutto perché dal presidente
Naldi non sono giunte le risposte
che ci si attendeva. Subito dopo
la gara, nel fare gli auguri a
tutti - ricambiamo - e auspicando
un anno nuovo sotto una stella
diversa (abbiamo i nostri
legittimi dubbi, ma ricambiamo),
l'imprenditore posillipino ha
annunciato che la squadra non verrà
rinforzata, suscitando il
rammarico - eufemismo - di mister
Simoni, che ha addirittura tirato
in ballo il nome di Agostinelli
nella sua risposta alle
dichiarazioni del patron. Ma la
domenica non era finita, e dopo
un abbondante acquazzone che ha
accompagnato i delusi del San
Paolo a casa, il maltempo si è
spostato negli studi di una nota
trasmissione televisiva dove era
invitato anche il vicepresidente
della Lega Azzurra, il professor
Barone. L'associazione che ha come
presidente il grande Luis Vinicio
in questi tempi cerca di
sensibilizzare in ogni modo la sua
azione, "volta
all'aggregazione di tutte le
persone che hanno in comune la
passione per il calcio e lo sport
a Napoli per costruire nuovamente
un grande Napoli". Nel
dibattito il professor Barone ha
inevitabilmente toccato la
questione societaria, tema di
discussione che se fosse stato
"insindacabile"
probabilmente non avrebbe neanche
posto in essere le ragioni della
nascita della Lega Azzurra. Ma
tant'è: gli ospiti in studio sono
stati interrotti da una telefonata
del presidente Naldi, non nuovo
peraltro a interventi disciplinari
via cavo. Al presidente non erano
andate giù le parole di Barone,
attaccato pesantemente per
telefono: "Lei mi delude
perché, dopo essere venuto nel
mio ufficio ad illustrarmi il
progetto, ora vedo che va a
parlare in TV della società
e dei suoi conti. Ma lei cosa sa
di me ? Questa società può
evitare il fallimento, questo l'ho
detto sempre, lo dico ora perché
è sicuro.". Il
professore ha replicato cercando
di chiarire quello che doveva
essere un equivoco, ribadendo le
finalità della Lega e
rammaricandosi per la scarsa considerazione
di Naldi per l'iniziativa. A quel
punto il presidente è esploso:
"Non ci vuole solo il
cuore, ma la concretezza. Questa
la fanno in pochi, lei sta
illudendo con la sua idea. Non
dovete parlare della Società
Calcio Napoli in televisione. Voi
dovete solo ringraziare il
sottoscritto. I debiti del Napoli
sono chiari perché c'è una
società di revisione che li ha
accertati. Chi avrà diritto di
conoscerli li conoscerà.".
E' a quel punto intervenuto il
conduttore, apostrofato dallo
stesso Naldi ("lei è un
provocatore"), che si è
arrabbiato e non poco con lo
stesso presidente, il quale dopo
un "buonasera"
ha interrotto la comunicazione.
Lo
spiacevole incidente rischia a
questo punto di mandare a monte
qualsiasi progetto di Napoli per
il Napoli. Contro un bulldozer si
possono scagliare sassolini,
pietre, massi, ma il bulldozer le
respingerà sempre. E sembra
proprio che fra Naldi e Napoli si
sia creato una sorta di muro. Il
presidente denuncia di essere
solo. Errato. Non lo è, anzi non
lo sarebbe se solo fosse più
attento alle esigenze del
pubblico. Esigenze che non si
chiamano solo prezzi dei
biglietti, ma soprattutto esigenze
di stare vicino al Napoli (vedi
Lega Azzurra, serio progetto
snobbato dal Calcio Napoli) e di
avere le idee chiare. Il problema
è tutto qui, che la gente di
Napoli non può fare a meno di
cercare di stare vicino al Napoli
proprio perché il Napoli ha
bisogno della gente. Non si
naviga dell'oro, le vacche sono
molto magre. Ma se Naldi
chiama, poi deve rispondere. Il
presidente dice di stare solo, che
nessuno lo vuole aiutare. Ma se
questa è la sua risposta a chi
vorrebbe aiutarlo, beh, è ovvio
che chiunque animato da buoni
propositi lascia perdere. E'
stata in particolare la chiusura
del patron a fare indispettire
molti. "Non dovete
parlare in Tv della società
calcio Napoli". E perché?
Il concetto è stato ribaltato da
Naldi, che poco tempo fa, in
un'altra emittente locale, pregò
i giornalisti di non nominare
Naldi ma di parlare di Calcio
Napoli. Il problema in realtà sta
soprattutto nella
comunicazione: la scarsa presenza
del presidente Naldi - c'è
bisogno che chiami lui alle Tv
perché il contrario è difficile
che possa avvenire - e la
reticenza a trattare certi temi
che invece andrebbero chiariti per
evitare, tanto per dirla,
"spiacevoli equivoci",
porta a uno stato di tensione che
avvolge stampa, pubblico e
società. Infine, "dovete
ringraziare il sottoscritto".
Il presidente lo ringraziamo per
aver salvato il Napoli dal
fallimento, ma non può vivere di
rendita dopo che ha avuto due anni
di tempo per risanare la società,
che zoppica in classifica ed
è in ambasce in troppe
situazioni. Il presidente lo
ringrazieremo non se porta il
Napoli in A - anche, ovvio - ma
soprattutto se farà chiarezza su
tanti punti, se parlerà
apertamente e se spiegherà il suo
progetto-Napoli. E soprattutto se
si aprirà verso la gente.
Domenica non lo ha fatto, e adesso
rischia davvero di rimanere solo.
I
migliori auguri, presidente, e che
il nuovo anno sia portatore
davvero di buoni propositi e
di una nuova mentalità.