Teatrino
Napoli, atto
ennesimo. Arriva
Gaucci con la
sua Bmw, un
carico di
esplosività,
entusiasmo e
quant'altro.
Peccato che la
porta dalla
quale sia
entrato sia
secondaria. La
chiave che ha in
mano potrebbe
non aprire
quella
principale.
Franco Carraro,
vecchio portiere
romano con il
quale Big
Luciano ha
spesso litigato,
non darà certo
lui la chiave
giusta. Gliel'ha
chiesto al
telefonino un
vecchio
amico-nemico
comune, Tonino
Matarrese. Che
da Bari vecchia
godicchia per il
caos-Napoli e
prepara la B
con i suoi, in
C1 ancora per
poco. La B
garantita,
quella che al
Napoli rischia
di mancare.
Gaucci è pronto
a condurre la
sua crociata ma
non sa che alle
spalle ha una
coda postale e
non un corteo.
Perché al
Napoli, oggi, si
può dire di
"no",
non è come un
tempo. La
mancanza di peso
politico di
questi ultimi
tre anni è
stata deleteria.
Quello che farà
la FIGC sarà
scuotere la
testa in nome di
sani principi
che in Via
Allegri non
sanno neanche
dove stanno
scritti. Certo,
Matarrese farà
squillare lo
stesso il
cellulare di
Carraro. Che già
di suo, per
vecchio spirito
di inimicizia
provata con
l'affittuario di
casa Napoli, non
consentirà
l'accesso al
domicilio.
Gaucci batterà
i pugni sul
tavolo, ricorrerà
al Tar, al Coni.
Di più non potrà
fare anche se
lui vorrebbe
anche arrivare
all'AIA. L'affaire
Napoli è
troppo grosso
anche per uno
come lui. E' una
guerra di nervi
che, per il
lunghi tempi che
prevede, rischia
di mettere a
repentaglio il
futuro del
calcio
napoletano.
Progetto
entusiasmante
quello di
"Big
Luciano".
Ma estemporaneo,
quindi
pericoloso.
Bassolino
e la Jervolino
questo lo sanno.
E' per questo
che sotto il
sorriso a
trentadue denti
che ha
accompagnato il
ricevimento di
Gaucci in
ambienti vicino
a Palazzo San
Giacomo, è
celata
un'evidente
preoccupazione.
Perché
Bassolino e
Jervolino sono
pronti a giocare
doppio. Lo
smacco di Aponte,
attraverso il
coinvolgimento
del quale
avrebbero avuto
la poltrona
confermata per
altri dieci
anni, non ha
fermato i
rappresentanti
delle istituzioni.
Che sanno
benissimo il
pericolo che
corre il Napoli
senza un colpo
di scena: stando
così le cose,
il 16 luglio il
Tribunale (che
non è
assolutamente
convinto di
questa
operazione e che
ha rinviato
pretendendo però
sviluppi
positivi) decreterà
la morte del
Napoli, e il
tempo sarebbe
davvero poco per
procedere ad
un'operazione
stile-Foggia o
Monza per
conservare la
categoria. Anche
perché la
società
parallela
fondata da Naldi
a marzo con il
chiaro disegno
di usufruire del
Lodo Petrucci
(fu fatta dieci
giorni dopo il
primo disegno
del decreto,
quello che
prevedeva il
salvataggio
della categoria)
non ha ricevuto
l'affiliazione
alla FIGC.
Insomma, bene
che vada ci
sarebbe tempo
per una fusione
con una squadra
del circondario
napoletano
individuabile in
C2. Ma questo le
istituzioni lo
hanno capito e
stanno cercando
il colpo di
scena,
l'alternativa a
Gaucci. Che però
non mollerà
facilmente il
Napoli: a quel
punto il nemico
si rischia di
ritrovarselo in
casa. Questo però
viene dopo.
Jervolino e
Bassolino
lavorano attorno
ad un'altra
ipotesi. E'
quella disegnata
da Luis Gallo,
il creditore più
importante della
SSC Napoli che
ha già parlato
al giudice del
suo progetto.
Alle sue spalle,
tante persone
che dicono di
lavorare in
silenzio per il
Napoli. Ne
abbiamo sentiti
tanti dire così
in questi ultimi
tempi. Facciamo
qualche nome:
l'ex presidente
Roberto Fiore,
il dimissionario
presidente
dell'Associazione
Napoli Club,
Dino Alinei e
anche la Lega
Azzurra, da
sempre accostata
a Gallo. Un
minimo comun
denominatore: la
napoletanità di
questi
personaggi,
tutti azzurri
dentro e
trasparenti
fuori. Lo
salveranno loro
il Napoli? Visto
come stanno le
cose, con tutta
la buona volontà,
difficilmente
altri lo
potranno fare...