Partito
il campionato di B meno cadetto di sempre,
nell'ultima assemblea i presidenti delle 24 hanno
anche votato per l'accompagnamento musicale da
offrire nella stagione 2003-2004. A stragrande
maggioranza, per l'ennesimo anno consecutivo, è
stato confermato l'ormai sempiterno "valzer
delle panchine", con buona pace di tutti gli
allenatori che hanno firmato in bianco. Strano ma
vero, a neanche un mese dall'inizio del torneo i
presidenti rispolverano l'arma bianca
rigeneratrice o affossatrice di sogni e utopie:
l'esonero. Quando il gioco si fa duro, subentrano
i duri, 24 stoici patron con qualche macchia ma
senza alcuna paura pronti a cacciare di casa
uomini accolti in pompa magna e a furor di popolo.
Per capire chi è a rischio e chi può dormire
sonni -relativamente- tranquilli, sismografo e
carta geografica alla mano.
Abbiamo
già parlato di come a Napoli il
sottosuolo sia instabile, le ultime piogge sanno
di docce fredde e hanno reso ancor meno agibile la
panchina di Andrea Agostinelli. Che piaccia
o no ai tifosi, il tecnico è finito nel mirino di
Naldi, nel dopo Piacenza infuriato come non mai.
Il presidente vuole fortissimamente la serie A,
l'occasione è invidiabile (aggiungi due posti a
tavola, e c'è spazio per sei...), la squadra c'è.
A differenza dello scorso anno, l'imprenditore di
Posillipo non aspetterà più dell'intellegibile,
lo scorso anno per accordare fiducia a Colomba si
persero punti importanti. Ecco che la lezione è
servita, e all'ex tecnico del Piacenza non sarà
consentito di toppare più del lecito: prova del
nove ad Avellino, ipotizzabile un appello in quel
di Verona per i tempi stretti che legano le due
partite. Ne mancano quaranta e più di
partite, per il Napoli ma anche per le altre,
che anzi giocano con il jolly in tasca di quella
prima giornata fantasma da recuperare. Minimo
quattro i punti che Naldi vuole, in caso contrario
prego signor Simoni, si accomodi. Ma il
cellulare del buon Gigi potrebbe essere occupato
-fra poco spieghiamo il motivo- e allora sul
display del navigato Nedo Sonetti
comparirebbe il numero di Perinetti: "Mister,
se la sente?". La risposta sarebbe
affermativa a prescindere: il sanguigno tecnico di
Piombino vuol risentire il profumo del campo,
carpitogli da Maurizio Zamparini dopo uno sprint
incredibile.
A
rischio-bradisismo è anche un'altra illustre
panchina: non più di tanto ma si sa, essere alla
guida di una big ti rende instabile anche il
cemento armato che hai sotto i piedi. Roberto Donadoni
è persona intelligente, comprende che al
momento della sua assunzione il Genoa
era in C1 senza poi troppe speranze di
ripescaggio. Il Palazzo ha poi fatto un bel
regalo (involontario, ovvio!) a
Preziosi, arma a doppio taglio per l'ex
stella del Milan ritrovatosi in B con una
piazza anelante la massima serie dopo tanto
tempo. Più che le due sconfitte (comunque
pesanti) e la mancanza di gioco, a
Donadoni viene rimproverato proprio il dato
anagrafico, il fatto di chiamarsi Roberto Donadoni
e non magari Gigi Simoni, amarcord genoano
ancora in auge. I contatti del buon Gigi con
Preziosi furono un alibi ben saldo per patron
Pieroni, che lo cacciò dall'Ancona scippandolo di
una serie A conquistata meritatamente sul campo -e
sai che novità, di questi tempi!-. Nel caso in
cui Simoni stesse parlando con altre persone ed
altri dirigenti, ecco che il re dei baiocchi
ripiegherebbe su un altro pupillo, quel Luigi
De Canio al quale lo scorso giugno furon
fatti ponti d'oro. Valutati attentamente i
programmi, la disponibilità economica e scrutato
l'orizzonte a 360 gradi, Gigi avrebbe già mentalmente
annuito alla proposta del grifone. Se son rose
fioriranno, ne sapremo di più dopo le due
gare in casa dei rossoblu. E stavolta, occhio: ci
vogliono due vittorie.
Ci
sono anche altre panchine che scottano. Terremoti
non troppo vicini ma neanche lontani anni luce
potrebbero interessare la Val Seriana, terra della
cenerentola Albinoleffe. Vero è
che Ternana e Atalanta rappresentano parroci
cattivi per un battesimo benevolo, ma le prossime
sfide con Fiorentina e Bari ci diranno di più.
Obiettivo, il colpaccio contro una di queste due
big, per poi sprintare contro Venezia e Verona. Gustinetti
è avvisato, Mondonico è spettatore
interessato di questo ciclo verità. Infine, altre
due posti della nostra penisola sono zona
rossa.
A Salerno
un eventuale Ko contro il Catania non sarebbe ben
digerito dal patron Aliberti, che comunque
concederebbe a Pioli un appello contro il
Livorno. Difficilmente un deb come lui si
ritroverebbe di fronte la Fiorentina se dovesse
essere rimandato ad entrambi questi difficili
esami, il ds Longo cercherebbe di convincere a
suon di denari Giancarlo Camolese.
Operazione difficile, staremo a vedere.
Ultima
tappa del nostro estenuante viaggio da Trieste in
giù è Messina. Il patron Franza
non ha digerito il solo punto in due giornate
conquistato dai suoi ragazzi "poco
affamati". La scommessa Vincenzo Patanìa,
che lo scorso anno ha fatto mirabilie alla guida
del Martina, si può anche perdere, un posto per
la A no. Questo il diktat del coraggioso e
giovane presidente giallorosso, che in estate ha
fatto follie per consegnare al rampante Enzo una
squadra che potesse far bene. Uno fra Perotti
e Sonetti, tecnici in cerca di panchina con
annesso il riscatto, sarebbe un eccellente
toccasana per risollevare l'armata del Celeste dai
guai.
Si
preannuncia un autunno fiammeggiante, giochi
pirotecnici sulle panchine d'Italia. E gli
inquilini farebbero meglio a prendere precauzioni.
Come? Cominciando a far punti da sabato
prossimo...