ZOLA,
FELICI DI RIVEDERTI
“Sono
sempre stata tifosa del
Cagliari, da ora lo sarò
ancora di più. E speriamo di
andare in A”.
Non
sta nella pelle la signora
Giovanna Zola, felice per il
ritorno del figlio Gianfranco
nella terra natìa.
L’attaccante
di Oliena indosserà la
casacca del Cagliari; questo
colpo del presidente Cellino
pochi mesi fa era impensabile.
Gianfranco, da sette anni al
Chelsea, era perfettamente
integrato nella realtà
londinese tanto da voler
festeggiare lì, con
moglie e figli, il suo 37simo
compleanno.
Con
un siberiano come unico
proprietario, il
confermatissimo coach italiano
Ranieri ed una vera e propria
multinazionale nella prima
squadra, il Chelsea è la meno
inglese tra le compagini della
Premier League, tuttavia i
suoi supporters
sono inglesissimi ed è
risaputa l’avversione per i
“forestieri”
nell’ambiente del campionato
britannico.
Zola
è stato più forte di
quest’avversione divenendo
l’incontrastato idolo di
Stamford Bridge; il
neopresidente, il milionario
Abramovich, ha capito subito
che la sua partenza avrebbe
lasciato un vuoto
difficilmente colmabile sia
nel patrimonio tecnico della
squadra che nell’affetto dei
tifosi ed ha cercato, come
primo colpo di mercato, di
riacquistarlo.
Ma
senza successo. Il tamburino
sardo pur sapendo che era
pronto per lui un ingaggio
otto volte superiore di quello
che percepirà da Cellino, ha
voluto navigare decisamente
controcorrente.
Si
è detto di un calcio
ipocrita, con scarsi valori;
qui c’è stata una scelta di
vita sofferta, ce n’è
voluta per convincere i figli
a lasciare Londra. Una scelta
tecnica non meno impegnativa,
quella di in una categoria
inferiore per una squadra che
sì lotterà per la A ma chissà
con quante possibilità di
successo, il tutto compreso
però in un atto di coraggio e
libertà.
Atto
che non è riuscito ad altri
grandi. Van Basten sognava un
finale di carriera
nell’Ajax, ci ha poi pensato
una maledetta caviglia a
risolvere definitivamente le
bizze ed a dissipare i dubbi.
Maradona
avrebbe dato chissà cosa per
tornare nel suo amato Boca
Juniors, ma anche qui sappiano
come è finita.
Oggi
non sappiamo come finirà la
questione Albertini.
Il
centrocampista vorrebbe
chiudere la carriera al Milan
dove è cresciuto e dove si è
affermato. Difficilmente però
i cancelli di Milanello per
lui si riapriranno; non
rientra nei piani di Ancelotti
e finirebbe di sicuro in
tribuna.
Si
potrebbe accusare i dirigenti
rossoneri di mancanza di
sensibilità, ma è comunque
corretto informare un
giocatore che avrebbe scarse
possibilità di trovare spazio
qualora fosse acquistato.
Abbiamo
citato due grandi ex le cui
carriere, sia pure per diverse
ragioni, sono finite fra mille
rimpianti anche a causa di
molti aspetti oscuri del
calcio.
Altri
due campioni, Zola ed
Albertini, anche loro sono a
fine carriera, ma entrambi
hanno la voglia di dare ancora
qualcosa al nostro campionato.
Benvengano,
anzi bentornino, quei
giocatori che possano
risaltare quel poco che ancora
c’è di pulito in questo
sport.
di
Antonio
Gagliardi
9/7/2003