• AMARCORD - VENTUN ANNI FA’ ARRIVÒ MARADONA •

7/7/2005

(dal mensile n. 8, Michele Caiafa) - Fu una corsa contro il tempo, ma anche una partita di furbizia e di stranezze, l’ingaggio di Diego Armando Maradona. Sembra ieri e invece è storia di ventun anni fa. Giusto di ventun anni fa. Complici il fiuto, la tenacia, l’orgoglio di Antonio Juliano e l’abilità di Corrado Ferlaino di mettere assieme un’operazione finanziaria da 6,5 milioni di dollari di allora in poco tempo, Maradona passò dal Barcellona al Napoli. Oddio, è vero pure che forse erano maturi i tempi dell’addio di Diego agli spagnoli, ma certo è alla fine di quella stagione e nonostante i loro rapporti non proprio felicissimi, lo scaltro Gaspart, vicepresidente catalano, sottopose un nuovo contratto all’argentino. “Metti tu la cifra”, gli disse. Ma nonostante avesse Cyterszpiller che gli dicesse di cogliere quell’occasione al volo, Diego Maradona allontanò da sé quel contratto e anche il Barcellona.
Fu la svolta. Fu quello che voleva Antonio Juliano. Il quale per vincere la resistenza del Barca, finse di volare a Madrid per ingaggiare il messicano Hugo Sanchez. Fu così che Gaspart capitolò. Ma pose una condizione e dopo ventun anni a svelarla è proprio l’ex direttore generale partenopeo: “Se vuoi trattare, mi disse - racconta Antonio Juliano - devi depositare su una banca spagnola una fidejussione da seicentomila dollari. E poiché ero soprattutto io a credere in quell’operazione - continua Juliano - chiesi quella garanzia a una persona che non aveva nulla a che fare con il Napoli. Lui accettò e la trattativa prese il volo”. Non si sa chi fosse questa persona, e Juliano non ha alcuna intenzione di rivelarlo. E noi insistiamo facendogli il nome di Ferlaino: “No, non fu l’ingegner Ferlaino. Anzi, per lui la trattativa era già fallita. Il giorno prima della conclusione - e qui l’ex diggi azzurro svela un altro retroscena - Ferlaino venne a Barcellona. Sembrava impossibile concludere l’affare e così mi invitò a ripartire per Napoli con il suo aereo privato con il quale era arrivato. Gli dissi no. Gli dissi che sarei ripartito l’indomani con un aereo un po’ più grande. E accadde proprio quella notte che Gaspart mi chiamò per il trasferimento. Lo firmammo nella sua villa al mare. Maradona, invece, il contratto lo firmò nell’ufficio del suo manager”.
A Napoli, invece, in quelle ore l’Ingegnere metteva a punto il suo progetto di finanziamento con l’aiuto del sindaco di allora, Vincenzo Scotti, e di Ventriglia, che era il direttore generale del Banco di Napoli. 6,5 milioni di dollari in tre anni: questo il favorevole impegno che Antonio Juliano firmò con il Barcellona. Con Diego, invece, un milione di dollari a stagione per cinque stagioni. Ma Maradona si pagò subito da solo. Pur salvandosi soltanto, infatti, il primo anno dell’argentino a Napoli portò le entrate del club da 14 a 34 miliardi di vecchie lire.
Ma perché Maratona, stella già di prima grandezza in tutto il mondo, scelse il Napoli? “Perché - spiegò l’ex pibe de oro - il Napoli mi aveva già cercato nel '79, ma c’erano le frontiere chiuse agli stranieri e non se ne fece nulla, e poi perché in quel momento fu l’unico club a farmi un’offerta vera. Ma ci fu anche un’altra ragione - ha detto una volta Diego -: per far ricredere Giampiero Boniperti, allora presidente della Juventus. Boniperti aveva detto che uno con il fisico come il mio non poteva arrivare da nessuna parte. Volevo dimostrargli che invece il calcio è talmente bello e buono che dà spazio a tutti. Persino ai… nani come me”.
E su questo fatto di Boniperti, c’è anche un altro aneddoto che possiamo raccontarvi. A Boniperti, come abbiamo prima detto, Maradona proprio non convinceva; all’avvocato Giovanni Agnelli (grandissimo esperto anche di calcio), invece Diego piaceva tanto e lo vedeva benissimo nella sua Juve. Alla fine prevalse la linea di Boniperti e Maradona non fu trattato. Quando poi Diego Maradona arrivò all’apice della sua già gloriosa carriera nel Napoli di Ferlaino, vincendo scudetti e coppe anche a discapito della società bianconera, si racconta che l’Avvocato svegliasse ogni mattina alle cinque il suo amico Giampiero Boniperti e gli ricordasse il fatto di non aver preso Maradona con queste 10 parole: “Avevi detto che Maradona non era un giocatore da Juve”.
Fatto sta che “The King” arrivò a Napoli e mise piede in un San Paolo dove c’erano 67.400 napoletani ad aspettarlo. Cominciò così ventun anni fa la favola del Napoli e di Diego. La stessa favola che si è ripetuta il 9 giugno di quest’anno in una magica serata, quando Maradona è tornato ad entrare nel mitico stadio.
E speriamo tutti che la favola tra Diego e Napoli non possa mai finire…
 

 

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