(dal mensile n. 8, Michele Caiafa) -
Fu una corsa contro il tempo, ma anche una
partita di furbizia e di stranezze,
l’ingaggio di Diego Armando Maradona. Sembra
ieri e invece è storia di ventun anni fa.
Giusto di ventun anni fa. Complici il fiuto,
la tenacia, l’orgoglio di Antonio Juliano e
l’abilità di Corrado Ferlaino di mettere
assieme un’operazione finanziaria da 6,5
milioni di dollari di allora in poco tempo,
Maradona passò dal Barcellona al Napoli.
Oddio, è vero pure che forse erano maturi i
tempi dell’addio di Diego agli spagnoli, ma
certo è alla fine di quella stagione e
nonostante i loro rapporti non proprio
felicissimi, lo scaltro Gaspart,
vicepresidente catalano, sottopose un nuovo
contratto all’argentino. “Metti tu la
cifra”, gli disse. Ma nonostante avesse
Cyterszpiller che gli dicesse di cogliere
quell’occasione al volo, Diego Maradona
allontanò da sé quel contratto e anche il
Barcellona.
Fu la svolta. Fu quello che voleva Antonio
Juliano. Il quale per vincere la resistenza
del Barca, finse di volare a Madrid per
ingaggiare il messicano Hugo Sanchez. Fu
così che Gaspart capitolò. Ma pose una
condizione e dopo ventun anni a svelarla è
proprio l’ex direttore generale partenopeo:
“Se vuoi trattare, mi disse - racconta
Antonio Juliano - devi depositare su una
banca spagnola una fidejussione da
seicentomila dollari. E poiché ero
soprattutto io a credere in quell’operazione
- continua Juliano - chiesi quella garanzia
a una persona che non aveva nulla a che fare
con il Napoli. Lui accettò e la trattativa
prese il volo”. Non si sa chi fosse questa
persona, e Juliano non ha alcuna intenzione
di rivelarlo. E noi insistiamo facendogli il
nome di Ferlaino: “No, non fu l’ingegner
Ferlaino. Anzi, per lui la trattativa era
già fallita. Il giorno prima della
conclusione - e qui l’ex diggi azzurro svela
un altro retroscena - Ferlaino venne a
Barcellona. Sembrava impossibile concludere
l’affare e così mi invitò a ripartire per
Napoli con il suo aereo privato con il quale
era arrivato. Gli dissi no. Gli dissi che
sarei ripartito l’indomani con un aereo un
po’ più grande. E accadde proprio quella
notte che Gaspart mi chiamò per il
trasferimento. Lo firmammo nella sua villa
al mare. Maradona, invece, il contratto lo
firmò nell’ufficio del suo manager”.
A Napoli, invece, in quelle ore l’Ingegnere
metteva a punto il suo progetto di
finanziamento con l’aiuto del sindaco di
allora, Vincenzo Scotti, e di Ventriglia,
che era il direttore generale del Banco di
Napoli. 6,5 milioni di dollari in tre anni:
questo il favorevole impegno che Antonio
Juliano firmò con il Barcellona. Con Diego,
invece, un milione di dollari a stagione per
cinque stagioni. Ma Maradona si pagò subito
da solo. Pur salvandosi soltanto, infatti,
il primo anno dell’argentino a Napoli portò
le entrate del club da 14 a 34 miliardi di
vecchie lire.
Ma perché Maratona, stella già di prima
grandezza in tutto il mondo, scelse il
Napoli? “Perché - spiegò l’ex pibe de oro -
il Napoli mi aveva già cercato nel '79, ma
c’erano le frontiere chiuse agli stranieri e
non se ne fece nulla, e poi perché in quel
momento fu l’unico club a farmi un’offerta
vera. Ma ci fu anche un’altra ragione - ha
detto una volta Diego -: per far ricredere
Giampiero Boniperti, allora presidente della
Juventus. Boniperti aveva detto che uno con
il fisico come il mio non poteva arrivare da
nessuna parte. Volevo dimostrargli che
invece il calcio è talmente bello e buono
che dà spazio a tutti. Persino ai… nani come
me”.
E su questo fatto di Boniperti, c’è anche un
altro aneddoto che possiamo raccontarvi. A
Boniperti, come abbiamo prima detto,
Maradona proprio non convinceva;
all’avvocato Giovanni Agnelli (grandissimo
esperto anche di calcio), invece Diego
piaceva tanto e lo vedeva benissimo nella
sua Juve. Alla fine prevalse la linea di
Boniperti e Maradona non fu trattato. Quando
poi Diego Maradona arrivò all’apice della
sua già gloriosa carriera nel Napoli di
Ferlaino, vincendo scudetti e coppe anche a
discapito della società bianconera, si
racconta che l’Avvocato svegliasse ogni
mattina alle cinque il suo amico Giampiero
Boniperti e gli ricordasse il fatto di non
aver preso Maradona con queste 10 parole:
“Avevi detto che Maradona non era un
giocatore da Juve”.
Fatto sta che “The King” arrivò a Napoli e
mise piede in un San Paolo dove c’erano
67.400 napoletani ad aspettarlo. Cominciò
così ventun anni fa la favola del Napoli e
di Diego. La stessa favola che si è ripetuta
il 9 giugno di quest’anno in una magica
serata, quando Maradona è tornato ad entrare
nel mitico stadio.
E speriamo tutti che la favola tra Diego e
Napoli non possa mai finire…