Il
direttore sportivo
della Reggina, in
procinto di
diventare
"azzurro",
parla del Napoli con
passione ed
entusiasmo
A
NAPOLI CON LE IDEE
CHIARE
Ex
allenatore, ha
iniziato nei settori
giovanili una
carriera ricca di
successi. Con la
Reggina dalla C1
alla serie A, con i
bilanci societari
sempre in ordine. Ma
ora la provincia non
gli basta più e per
il grande salto ha
scelto Napoli.
Quello
che più ci ha
colpito è stata la
passione che la sua
voce trasmetteva,
parlando di una città
bella e difficile
come forse
nessun'altra nel
panorama calcistico
nazionale.
Una
voglia enorme di
confrontarsi con la
squadra che fu di
Maradona, con un
pubblico che ha solo
bisogno di
reinnamorarsi
pazzamente dei suoi
colori.
Una
passione quasi
irresistibile, che
ad un certo punto ci
ha fatto sentire
tifosi, noi che
avremmo dovuto
mantenere la
freddezza che si
addice ad un
cronista.
Gabriele
Martino, reggino,
classe '51, futuro
direttore sportivo
del Napoli, ci ha
ubriacato di calore
e di entusiasmo per
la maglia azzurra.
Naldi
lo vuole al posto di
Perinetti alla fine
del campionato.
Quando glielo
abbiamo chiesto ha
detto: "Me
lo auguro, ma ancora
non lo so".
Eppure
lei è il sogno
proibito di Naldi.
In città il suo
nome è quello più
gettonato di tutti.
"Non
credo di essere un
sogno proibito.
Sapere che Naldi
stia pensando a me
come diesse mi fa
enormemente
piacere".
Beh,
non è solo un
pensiero. Contatti
tra voi ci saranno
sicuramente stati in
vista della prossima
stagione.
"I
contatti si creano
continuamente. Con
Naldi mi sono
incontrato a gennaio
per l'affare
Martinez. E' chiaro
che di questi tempi
s'inizia a pensare
al futuro ed
innanzitutto bisogna
programmare sapendo
chi sono i
dirigenti".
Dalla
sua risposta
immaginiamo che lei
sia già con un
piede a Napoli.
"Ripeto,
sapere che Naldi
stia pensando a me
mi dà un immenso
piacere, anche se
debbo precisare che
io voglio lavorare
su un progetto
importante. Questa
è una condizione
fondamentale".
Quindi
se ne parla solo se
il Napoli sale in
serie A?
"No,
assolutamente, non
ne faccio una
questione di
categoria. Anche in
serie B si può
lavorare per un
programma
importante. La cosa
fondamentale è
avere le giuste
ambizioni, lavorare
secondo determinate
idee e secondo
indirizzi ben
precisi. Insomma
bisogna avere le
idee chiare su come
raggiungere
obiettivi che siano
importanti".
Allora
non le farà piacere
sapere che Naldi ha
detto che in caso di
mancata promozione
si andrà
inevitabilmente
verso un
ridimensionamento,
soprattutto di tipo
economico.
"Naldi
ha speso tanto,
finora, ed è giusto
che dica queste
cose. Ma non sempre
vince il più ricco.
Ridurre i notevoli
costi di gestione è
una strada che tutte
le società
dovrebbero seguire,
senza cercare il
risultato ad ogni
costo. Ripeto, non
sempre i giocatori
più pagati sono i
più bravi. Ci vuole
equilibrio ma questo
non vuol dire
necessariamente
ridimensionare i
programmi".
Forse
è proprio per
questo che Naldi
vuole proprio lei.
Suvvia, ce lo dica,
sarà lei il nuovo
diesse del Napoli?
"Napoli
mi provoca delle
sensazioni
fortissime. E' una
città dove tutti
vorrebbero lavorare
anche se la società
ha dei grossissimi
problemi economici,
come del resto molte
altre squadre. Però
è una città che ha
anche
importantissime
risorse, bisogna
solo saperle
sfruttare".
Sul
numero scorso di
PianetAzzurro, Pier
Paolo Marino ci ha
detto che a Napoli
più che di un
direttore sportivo
ci sarebbe bisogno
di un manager, che
sappia coniugare
l'aspetto aziendale
accanto a quello
sportivo. Lei se la
sentirebbe di
assumere un tale
ruolo o preferirebbe
operare in ambito
strettamente
tecnico?
"Il
calcio negli ultimi
tempi si è
allargato molto, vi
sono tante aree da
curare, dal
marketing alla
comunicazione e via
dicendo. Ma alla
base di tutto vi è
l'aspetto tecnico.
Credo che ci sia
bisogno di
specialisti a cui
affidarsi per
specifiche
competenze, anche se
bisogna poi saper
coordinare il tutto.
Credo che oggi il
direttore sportivo
debba avere delle
conoscenze
plurime".
Concentriamoci
sull'aspetto
tecnico. Lei conosce
molto bene Gianluca
Savoldi. Perché a
Napoli non si è
ancora espresso sui
livelli di Reggio?
"Gianluca
ha avuto problemi
fisici molto seri.
Lui è uno che nei
momenti difficili va
sostenuto ed
aiutato. I
calciatori sono
uomini molto
particolari. Spesso
si pensa che siano
degli eroi, capaci
di risolvere i
problemi, ed invece
sono essi stessi ad
averne e perciò
vanno aiutati.
Sicuramente
l'impatto con una
grande città come
Napoli non è stato
facile, anche per il
pessimo avvio di
campionato della
squadra e,
forse, per
qualche iniziale
incomprensione
tecnica con
l'allenatore".
Da
un attaccante
all'altro. Parliamo
di Stellone...
"Croce
e delizia..."
...anche
a Napoli...
"...più
croce che delizia
..."
...anche
a Napoli. Come sono
le sue condizioni
atletiche?
"Buone,
ma anche lui ha
avuto dei problemi
fisici, di tipo
muscolare. Devo dire
che è un ragazzo
straordinario e che
ha lavorato molto.
Ha grandissimi mezzi
ma non si capisce
perché non riesca a
metterli in atto
compiutamente. Era
partrito bene ad
inizio stagione, poi
ha avuto un lungo
stop per infortunio.
Al rientro ha
disputato due ottime
partite per poi
fermarsi di nuovo
per una brutta
influenza. Speriamo
che faccia un grande
finale di
stagione".
Chi
ci ha guadagnato di
più, dal punto di
vista tecnico, in
questo scambio?
"Sono
due bravi
attaccanti.
Purtroppo entrambi
hanno giocato e
segnato poco.
Stellone ancora meno
di Savoldi. Non
hanno ancora
dimostrato appieno
il loro valore ma
sono giovani ed
hanno orgoglio.
L'anno prossimo
vorranno sicuramente
dare delle risposte
importanti".
Martinez
sta avendo problemi
fisici a Napoli. Li
aveva anche a
Reggio?
"Assolutamente
no, a Reggio
Calabria ha sempre
giocato, così come
pure Savoldi".
Torniamo
al suo ruolo nel
Napoli. Chi sarà
l'allenatore nella
prossima stagione?
"Non
lo so perché non
sono io il direttore
sportivo del
Napoli".
Ma
lo sarà a giugno.
"Dipende
più da Naldi che da
me".
Mettiamola
così: Simoni le
piace?
"Simoni
è un allenatore
saggio, ha
esperienza, ha vinto
tanto in serie B. E'
serio ed è una
persona
perbene".
Lo
sa che a Napoli c'è
una situazione
ambientale molto
delicata? Non sarà
facile far bene come
a Reggio.
"Io
sono ottimista per
natura, mi piace
pensare in maniera
positiva. Sono
abituato a lavorare
per progetti e credo
che a Napoli ci sia
bisogno di
reinnamorarsi della
squadra, una squadra
che non deve vincere
per forza ma di cui
essere orgogliosi.
Credo nell'amore per
la maglia, il
rincorrere la palla
fin oltre la linea
laterale, nel
lottare dal primo
all'ultimo minuto.
Tutti insieme è
possibile superare i
problemi che ci
sono".
Che
rapporto ha con la
città di Napoli?
"Ci
ho fatto il viaggio
di nozze, ci vengo a
comprare le
cravatte. A Napoli
sono di ottima
qualità. Fino ad
ora sono stato più
che altro un turista
ma è una città che
mi stimola
moltissimo. Lì ci
verrei senza
pensarci due
volte".
Ci
verrebbe per
vincere...
"Fino
ad ora ho avuto
fortuna ed abilità.
In dieci anni di
impegno nella
Reggina, siamo
sempre stati tra le
poche società
elette a non evere i
bilanci in rosso.
Inoltre dalla
quint'ultima
posizione in C1
siamo passati quasi
stabilmente alla
serie A. Credo che
queste siano
vittorie importanti.
Ma a Napoli certo
non mi basterebbe
vincere il
campionato di serie
B".
Che
tipo di rapporto ha
con Foti?
"Ottimo.
Il presidente ha
avuto la
dabbenaggine di
affidarsi
completamente a me
per quanto riguarda
la parte tecnica e
non ha mai
interferito. Io ho
fatto le squadre, io
ho vinto i
campionati, io li ho
persi, io ho scelto
gli allenatori buoni
e quelli sbagliati,
io ho fatto i danni
e sempre io sono
intervenuto per
rimediare e
ritoccare la
squadra".
E
dunque anche Naldi
è bene che faccia
la stessa cosa.
"Assolutamente".