BILANCIO DI UN ANNO

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Se questa notte di San Silvestro potesse spazzar via tutte le amarezze provate dai tifosi partenopei nel 2001, credo che un po’ tutti noi ci metteremmo la firma.

E’ stata davvero una brutta annata per il Napoli.

E ciò che ha fatto più male è stata la delusione, frutto di quello stridente contrasto tra i roboanti programmi della dirigenza – non granchè in fondo, la UEFA, ma visti i tempi… - e i miseri e fallimentari esiti della gestione Ferlaino – Corbelli, che a giugno ci ha condotti diritti diritti in serie B.

E’ doloroso ricordare le speranze suscitate dall’avvento di Corbelli, i timidi ma positivi segnali della gestione Zeman del precampionato, per poi passare alle sciagurate iniziative del diesse Pavarese.

Nell’ordine – cronologico s’intende, unico tipo di ordine ravvisabile nelle scelte di Pavarese – si è passati dall’esonero di Zeman, alla frettolosa sostituzione con Mondonico: l’allenatore ideale , per l’affinità col boemo, a raccoglierne il testimone, almeno secondo il modo di vedere della dirigenza azzurra. Ciliegina sulla torta, l’inconsistente mercato, incapace di dare risposte alle esigenze del team.

Dopo una impennata nei risultati, all’inizio della gestione Mondonico, il tracollo : squadra senza gioco, in rotta con l’allenatore, e il gioco è fatto. Per il Napoli si spalanca il baratro della serie cadetta. Il calvario per i tifosi sembra davvero interminabile.

Poi, a giugno , la scelta di De Canio, e di nuovo pare far capolino nell’ambiente un timido entusiasmo, grazie anche a quell’allenatore serio e capace, che ha dimostrato di possedere delle qualità umane e tecniche. I soliti programmi arrivano, si parla continuamente di rinforzi per la squadra e di un obiettivo che, visto il blasone dei partenopei, non può che essere la promozione.

Ma, avevamo fatto i conti senza l’oste. E l’oste , nel caso nostro è quella pesante eredità di debiti, frutto di anni e anni di cattiva gestione. Fantasmi del passato, che di volta in volta assumono e sembianze dei diversi soggetti con cui il Napoli ha i conti n sospeso: il fisco, la pay tv, gli stessi calciatori.

E così, il copione si ripete. Si parte carichi di buoni propositi, a gonfie vele; ma lungo il percorso la traversata si infiacchisce, lasciando per strada i troppo facili entusiasmi e trionfalismi. Eccoci qua, punto e daccapo, con una programmazione (?) davvero avvilente, che lascia ben poco spazio all’ ottimismo.

C’era un filosofo tanto tempo fa che parlava di cicli e di corsi e ricorsi storici. La storia si ripete, diceva: i tempi magri e quelli grassi si alternano l’un dopo l’altro. Incoraggiante. E allora, prendiamola con filosofia: dopo un periodo così le cose non potranno che migliorare. A migliorare, in verità, ci vorrebbe poco: basterebbe offrire un po’ di certezza all’ambiente ed un direttore sportivo abile e affidabile.

Tutto qui. Il resto lo metterebbe il cuore dei napoletani…

di Marcus

 

 

ANCORA UN ANNO DA DIMENTICARE

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Il 2001 è stato ancora un anno pieno di amarezze per i tifosi azzurri, erano stati presi impegni precisi di rilancio, la serie A doveva essere dimora fissa, invece sappiamo tutti come è finita.

Gennaio 2001 si apre con i proclami di Edmundo che prometteva l’Europa e con l’illusione della vittoria contro la Lazio, tra Corbelli e Ferlaino già iniziavano i primi contrasti. In sede di mercato Ferlaino puntava su Martin Palermo e Schelotto, fu preferito il più economico "O animal" che necessitava di una adeguata preparazione, visto che non giocava da mesi, che non gli fu mai concessa per gli impegni pressanti e le continue sconfitte degli azzurri, che, come al solito, non avevano attaccanti.

I mesi seguenti rappresentano il disastro di una squadra competitiva sulla carta per salvarsi ma distrutta dalla disorganizzazione societaria e da uno spogliatoio spaccato, il tutto condito da calciatori imbelli ed irritanti e da un allenatore mediocre capace solo di scaricare colpe sue su altri.

L’estate è scandita dalla retrocessione all’ultima giornata, inutile il successo a Firenze, e dai ritmi delle sacrosante, e forse un po’ tardive, proteste dei tifosi. Memorabile la marcia di luglio di migliaia di fedelissimi innamorati del Napoli verso Palazzo San Giacomo, purtroppo la Giunta Comunale non dà risposte serie, imprenditori nuovi non escono per rilevare la società e tutto è di nuovo nelle pessime mani di Ferlaino e Corbelli.

Ad Agosto il ritiro della squadra è solo il preavviso dell’angosciante campionato di B cui si affacciava il Napoli, il nuovo mister è preparato ma lancia subito preoccupanti messaggi verso la dirigenza, la squadra che gli è stata promessa non si vedeva, e non si vede tuttora (evidenti le lacune a centrocampo ed in attacco), Così andrà ad iniziare la nuova stagione con una umiliante e perentoria eliminazione dalla Coppa Italia ad opera del Siena, in campionato poi le sconfitte non tarderanno ad arrivare copiose tanto da rendere difficoltosa da subito la risalita verso la A.

A settembre un violento temporale rende inagibile lo stadio San Paolo addirittura fino al 2002, e così l’armata Brancaleone chiamata S.S.C. Napoli si trasferisce allo stadio Santa Colomba di Benevento, che sarà teatro di qualche vittoria e di molte partite squallide. Il Napoli è costretto a gioire per vittorie stentate come quella sul Palermo, e addirittura si soddisfa di pareggi come quello a Pistoia con i locali.

Ora il 2001 si è chiuso con una vittoria stentata, che dimostra tutti i problemi di una squadra che non ha certezze né in campo né sui tavoli della dirigenza.

Sul versante societario infatti sembra solo intravedersi la luce, Giorgio Corbelli cerca di esautorare Ferlaino, il che sarebbe comunque un bene per tutti, ma la partita più importante è ancora da giocare, e non siamo neanche al secondo tempo.

Purtroppo i ricordi che ci regala la nostra squadra sono sempre pessimi negli ultimi cinque anni, non possiamo bearci con la memoria di feste e vittorie ma solo tentare di dimenticare. Ormai il tifo per il Napoli non è più una passione o un divertimento, è solo uno dei tanti problemi della vita di ognuno.

Adda passà ‘a nuttata… 

 

Raimondo Miraglia

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