• L'ITINERARIO DEL CUORE - NELLA GENOVA 'BLUCERCHIATA' •

7/2/2008

(RENATA SCIELZO) - Cari lettori, vi accompagniamo alla scoperta di Genova, quella “blucerchiata”.
Genova è città che ormai conosciamo e conoscete bene, città che abbiamo amato e che continuiamo ad amare per l’odore del mare, per l’emozione del ritorno in A e per l’antico gemellaggio con i grifoni rossoblù.
Ad attendere i nostri ragazzi questa domenica tuttavia sarà l’ostica squadra di Mazzarri, con un Cassano tornato in forma strepitosa e l’ex di turno Bellucci, voglioso di gonfiare la rete.
Prima di presentarvi a Marassi con la sciarpa d’ordinanza (e se volete essere un po’ provocatori e rivendicare il gemellaggio potreste indossare quella fatta ad hoc per la promozione), varrà la pena non solo fare l’ennesimo giro tra carrugi e stradine del centro storico, ma addentrarsi nel vero e proprio universo blucerchiato, ovvero, visitare quelle strade e quei quartieri che rivendicano la loro appartenenza e il loro credo sampdoriano; quelle strade e quei luoghi che hanno visto nascere nell'agosto del 1946 la società U.C. Sampdoria dalla fusione delle società Sampierdarenese (1891) e Andrea Doria (1895). Servirà a capire e conoscere chi avete di fronte.
Dopo la canonica passeggiata in centro o sul lungomare e il sabato sera nei locali della città, la domenica mattina in attesa del match potreste recarvi a Sampierdarena, storico quartiere della città e cuore del tifo blucerchiato, sede dei più attivi club di tifosi. Per stringere un gemellaggio, per provocare? Niente di tutto ciò. Semplicemente per conoscere il cuore pulsante dell’altra Genova, quella di fede sampdoriana.
Abbiamo già risposte in proposito: ovvero già sappiamo che rivendicherete la maggiore bellezza della Genova rossoblù – troppi legami abbiamo con i grifoni e siamo pur sempre dei sentimentali – ma varrà la pena non lasciarsi guidare dai pregiudizi e semplicemente passeggiare per una città che si offre nella sua interezza affascinante e suadente al visitatore di turno.
Torniamo a Sampierdarena. Da lì si ammira la famosa Lanterna, simbolo e orgoglio della città. La lanterna sorge proprio sul territorio dello storico quartiere, marcando il confine con la città di cui è simbolo.Una leggenda narra che per determinare a quale delle due città appartenesse il Faro, si ricorse ad una gara: due coppie di buoi avrebbero dovuto tirare in senso opposto un pesante macigno. La coppia di animali rivolta verso Ponente ebbe la meglio.
Ma non solo la Lanterna. Il quartiere, così chiamato dall'antica chiesa di S.Pietro dell'Arena, divenuta nel 725 d.C. Sant'Agostino, dopo che il Re Liutprando vi depositò le ceneri del Santo all'interno di una piccola "cella" (da cui il nome dell'attuale chiesa, Santa Maria della Cella), era un tempo una cittadina a sé stante di antichissima fondazione. Nel corso dei secoli la cittadina, annessa a Genova nel 1926, ha subito parecchi mutamenti, da sede di ville e località di villeggiatura si è trasformata in importante crocevia stradale e in zona industriale, assistendo nel corso degli anni ad un processo di cementificazione selvaggia che ne ha in parte mutato il volto originario. Ciò non toglie che Sampierdarena continui orgogliosamente a considerarsi una "piccola città", quasi un arcipelago di strade e piazze a sé stante rispetto al centro città. Non è difficile osservare come i suoi abitanti, al pari di quelli degli altri rioni considerati periferici, guardino al centro cittadino come ad un'altra città, usando la locuzione andare a Genova per riferire l'intenzione di recarsi in centro città.
Oggi il quartiere si rivela colorato e multietnico, pronto ad accogliere il visitatore, qualora si riveli ben disposto a scoprire ed apprezzare la storia di uno dei luoghi con più forte identità di tutta Genova e non sia prevenuto nei confronti di quelle culture altre, che hanno contribuito e contribuiscono a rendere questo posto un unicum, un insieme di colori, suoni e odori che difficilmente dimenticherete.
Buon itinerario, forza Napoli e….non dimenticate di fare un salto nella Genova del grifone, per salutare i fratelli rossoblù.

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