• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALL’11.A DI CAMPIONATO E DINTORNI •

10/11/2008

(RENATA SCIELZO) – Bentornati cari lettori al consueto appuntamento del lunedì pomeriggio.
Entriamo subito in medias res, tra pettegolezzi e tirate di orecchie. E questa settimana abbiamo assistito a siparietti che potremmo definire deprecabili ed esilaranti allo stesso tempo.
Partiamo come sempre da casa nostra. Rinaudo si rifiuta di entrare a pochi minuti dal termine. Non abbiamo dimenticato la sua doppietta in Uefa e gli siamo grati per il contributo che sta dando alla squadra, ma al contempo vogliamo ricordargli che 1) si chiama Leandro Rinaudo e non Diego Armando Maradona. 2) se anche si fosse chiamato Diego Armando Maradona nulla sarebbe cambiato. Se il mister ti dice di prepararti per entrare, chiunque tu sia, da Joao Cotechinho a Diego Armando Maradona, tu ti alzi, ti riscaldi e vai in campo, fossero anche gli ultimi dieci secondi di partita. Non ci risulta che il presidente non lo paghi. A LAVORARE, ALTRIMENTI A CASA!
E da Rinaudo passiamo a Reja, che ringraziamo per i risultati raggiunti ed elogiamo per il savoir faire avuto con la D’Amico in collegamento con Sky. La bella Ilaria tutta impegnata a risolvere l’ennesimo affaire Mourinho lasciava in biblica attesa il nostro grande Mister. Forse sapeva che ci sono i piccoli uomini e i GRANDI uomini. Il nostro mister rientra nella seconda categoria, quella dei GRANDI – e non parliamo di risultati sportivi – . Reja è stato misurato, pacato, educato: un signore del pallone. Ha atteso il suo turno.
In collegamento da Milano lo sbruffone, il permaloso, quello per cui non è importante come, l’importante è che se ne parli. Ma non solo lui. Perché – e non ce ne vogliano alcuni colleghi – ci sono anche – e non sono pochi – quelli che ci marciano, quelli che si divertono, quelli che provocano.
Risultato: Mourinho è antipatico a tutti, difficile che non possa esserlo, ma alcuni giornalisti passano per vittime anche quando non lo sono (perché ci sono quelli che istigano, provocano, fomentano), il povero Mancini viene chiamato in causa da ambo i lati. Ma insomma, ora che non allena più l’Inter, può riposarsi in santa pace il Mancio nazionale?
Non avremmo mai pensato di dover prendere le difese di ciuffo ribelle Mancini, ma non se ne può più: Mourinho di qua, Sconcerti di là, sull’altra rete è Varriale….Gli spettatori preferirebbero ascoltare e vedere i servizi delle partite e le interviste ai loro beniamini, quando hanno voglia di concederle. Altrimenti nulla: sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano e che regalano spazio a chi non lo merita. Finiamola con i fenomeni da baraccone e vale per Mourinho ma anche per tutti quei sapientoni che a provocarlo ci hanno preso gusto.
Inoltre più lo pungolano e più la dea bendata gira dalla sua parte: basti pensare a quel che è successo ieri. La dea bendata ha indossato i panni del solito Cruz e ha regalato tre punti e primato, perché poi quella stessa dea bendata in serata si è presentata a Lecce e –complice un vero sortilegio ai danni di Borriello e Kakà – ha tenuto il Milan inchiodato al pareggio.
Ergo…che lasciassero giocare questo campionato, per fortuna più avvincente del previsto, e che la smettessero di scocciarci con le mourinhate.
Del Napoli? Che continuino a parlarne poco. Quel secondo posto per il momento ci fa star bene: occhi non troppo puntati addosso, si tira dritto e non si guarda in faccia a nessuno.
E soprattutto certe cose non si dicono. A buon intenditor poche parole.

INDIETRO