• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALLA SECONDA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

15/9/2008

(RENATA SCIELZO) – Bentornati cari lettori al nostro consueto appuntamento del lunedì pomeriggio. Dopo le tristi vicende occorse nella prima giornata di campionato, tra devastazioni e saccheggi, finalmente torniamo a parlare di calcio. E lo facciamo alla nostra maniera. Qualche boutade, qualche stoccatina e si spera qualche vostro sorriso.
Partiamo dai più bistrattati: i nostri tifosi, quelli veri, quelli civili, quelli che appunto definiamo tifosi. Curve chiuse al S. Paolo, atmosfera surreale e il solito Hamsik e il neoacquisto Maggio che mettono alla berlina un provvedimento tanto – consentitecelo – stupido.
Il regalo più bello ai tifosi costretti ad ascoltare la partita all’esterno del S. Paolo o a vederla alla tv è venuto dai diretti protagonisti di una squadra (LA NOSTRA!!!) che è partita con il piede giusto e che darà filo da torcere a non poche delle cosiddette grandi. Dopo Roma e Firenze, aspettiamo Milano e Torino. Ma non solo. Napoli e il Napoli, come avevamo preannunciato, si sarebbero subito rialzati. E così è stato. Prestazione spettacolare, tre punti e alla faccia di Montolivo. Corri ragazzo, guarda Hamsik e il Pocho, non montarti la testa e soprattutto impara a non parlare a sproposito.
Mentre i nostri se la godevano, i nostri compagni di avventura e gemellati amici grifoni mettevano a segno un altro colpaccio. Il Milan del presidente del Consiglio, dell’unto dal Signore,dell’Onnipotente e chi più ne ha più ne metta, con ben tre palloni d’oro all’attivo, se ne tornava mogio mogio in quel di Milano, dopo aver rimediato due sonore pappine firmate Sculli e Milito.
I grandi ci hanno insegnato che non si gode delle disgrazie altrui, nonostante le antiche rivalità, ma ciò che è avvenuto è ancora una volta la dimostrazione che una squadra non è 11 nomi altisonanti o più, una squadra è il gruppo, la voglia di fare, la disponibilità a lottare, sapendo che la strada non è sempre in discesa. Ma forse questo Ronaldinho non lo sa.
E allora onore e gloria allora a tutti i bei gruppi e a tutte quelle squadre che, al di là delle singole individualità, sapranno farci divertire. E pare che quest’anno ce ne siano. A cominciare dalla Lazio del povero Zarate, già bollato dai cugini romanisti con il nomignolo di “Zarate a rate” ed invece già protagonista con tre goal all’attivo e la firma nei due successi che hanno regalato alla sua squadra il primato in classifica. Avrebbero fatto bene i romanisti ad aspettare un po’ prima di prendersi gioco dell’ultimo arrivato in casa biancoceleste. Forse guardare in casa propria, soprattutto alla luce del capitombolo rimediato in quel di Palermo, sarebbe stato un po’ più prudente. Evidentemente il malcostume di parlare a vanvera e a sproposito non appartiene soltanto a Montolivo. Noi lo ribadiamo, a mo’ di consiglio: “Zitti. Il silenzio è d’oro, oltre che d’uopo in certe occasioni”.
Ma onde evitare che qualcuno male interpreti le nostre parole, siamo solo in vena di scherzo, e peggio le strumentalizzi, passiamo ad altro. E di carne al fuoco ce n’è. Da Galliani e Ancelotti che attribuiscono il tonfo Milan agli impegni delle nazionali e simili (potevano inventarne una più credibile) a Ibrahimovic che ha dimenticato come si tira in porta alle solite giacchette un tempo nere ora colorate che già ne combinano di tutti i colori. Avete visto Inter – Catania? Prima che lo facciano la gazzetta e gli altri giornali nazionali ci pensiamo noi. Annotate: siamo già a + due per i campioni di Italia. Voi avete davvero visto quel pallone varcare la linea di porta? Facciamo gli avvocati del diavolo e mettiamo anche che l’arbitro e suoi collaboratori ci vedano meglio di noi: non sarebbe più corretto pensare a qualcosa di vagamente tecnologico che possa evitare di ingenerare queste confusioni?
Ci auguriamo che chi di dovere si renda conto che la tecnologia non è necessariamente un nemico, tutt’altro.
Vi lasciamo, perché ne abbiamo dette già troppe, con il viso sorridente di Reja, ieri pieno di verve e in vena di stoccatine e il volto amareggiato del povero Ancelotti. Ma al posto suo, chi sarebbe in grado di far convivere tante primedonne tutte proiettate in avanti? Ai posteri l’ardua sentenza.
Alla prossima. E vediamo chi è primo.
 

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