• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALL’ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

9/2/2009

(RENATA SCIELZO/ foto di Felice de Martino) – Cari lettori, bentornati al consueto appuntamento con i nostri detti e contraddetti del lunedì. Avvio di settimana sempre più traumatico e drammatico per i colori azzurri. Da un po’ di tempo a questa parte è una prassi: ci si risveglia intontiti, frastornati e soprattutto un po’ arrabbiati dopo l’ennesima domenica che non è andata nella direzione giusta.
Il posticipo serale della domenica, quello tanto atteso del derby del sole e del mare, ha portato in casa Napoli sconforto e lacrime. Sconforto e lacrime dei tifosi, perché lì nelle alte sfere, dove ha sede “colui che tutto move”, pare che non si muova un bel nulla.
Almeno nulla è accaduto fino ad oggi, a meno che non si vogliano considerare gli acquisti di Datolo e Bucci (sì proprio Bucci…) dei segnali “divini”.
Tutto è fermo, tutto tace. E, come ben ha evidenziato il nostro direttore, a poco serve prendersela con il malcapitato Reja. Il mister ha una bella corazza, alle critiche è abituato e non c’è cambio di modulo che tenga, rombo o non rombo. Il problema è lì nelle alte sfere, dove “colui che pote, nulla move”. Senza pretendere miracoli di moltiplicazione dei pani e dei pesci, ci si attendeva qualche rinforzo, alla luce anche della presumibile mannaia che si sarebbe potuta abbattere su Mannini e del flop che ha caratterizzato l’avvio di stagione di Denis (che avrà pure segnato 9 goal…ma rimane molto meno prolifico di quanto ci si aspettasse). E invece nulla. Si sta in attesa a guardare....e intanto gli altri passano. E’ stato così per Genoa, Roma, Fiorentina, Palermo. Se poi aggiungiamo sviste arbitrali e compagnia bella, ecco che i conti tornano e parlano di una media da retrocessione per il girone di ritorno. Il girone di ritorno è cominciato nel peggiore dei modi e ha visto “espugnare” persino il fortino del S. Paolo.
E non ha senso prendersela con l’Intertoto e con la preparazione forzata di inizio stagione, con Reja o con la cattiva forma di Hamsik e le sue “pucundrie” passeggere, o, peggio, con il poco vedere la porta di Lavezzi. E’ una questione di panchina, non solo di chi la guida, ma soprattutto di chi ci si siede. Vale a dire i giocatori che devono entrare in campo, devono sostituire chi si infortuna, chi è squalificato, chi ha bisogno di rifiatare. Ebbene la panchina del Napoli non è all’altezza di una squadra che vuole lottare per l’Europa. Su tutti un esempio e un nome: Pià. Non ce ne voglia il giocatore (che al Presidente ci sentiremmo di consigliare come protagonista carioca del prossimo film di Natale..) ma se ha fatto panchina anche a Catania un motivo ci sarà. E ieri sera questo motivo si è palesato in tutta la sua devastante chiarezza. Poi viene chi dirige la panchina: nessuno dimentica i risultati ottenuti da Reja, ma dopo un po’ bisogna cambiare aria, rinnovare l’ambiente. E non vale solo per il Napoli. Colui che tutto move e tutto sa dovrebbe iniziare a prendere provvedimenti, a meno che non abbia deciso che il Purgatorio è il luogo adatto al Napoli. L’ha risollevato dall’inferno della serie cadetta, ma non reputa ancora opportuna l’ascesa al Paradiso…e allora Purgatorio. Ma per i tifosi è un Purgatorio che sa di Limbo, perché le posizioni non vengono chiarite, prima si dice che il Napoli è in lizza e lotta per il Paradiso, poi che non può aspirare a nulla di più di un tranquillo percorso “purgatoriale”. Fatto sta che si è sempre tra "color che son sospesi". I tifosi hanno capito e hanno iniziato ad alzare la voce, ma bisognerà che colui che tutto move ne prenda atto e con clemenza rinforzi il Napoli, mettendolo al pari con le altre aspiranti al Paradiso. Un po’ blasfemi? Per nulla. Si scherzava e si parlava di casa nostra, del nostro Purgatorio. Gli altri, in questo triste lunedì, li abbiamo lasciati fuori. E non perché siano all’Inferno o in Paradiso, in regni apparentemente così distanti eppure talvolta così vicini, ma perché vogliamo uscire dal Purgatorio, vogliamo che il nostro Napoli voli in alto e per farlo dovevamo farci sentire – sempre alla nostra maniera s’intende – da colui che tutto move e che, se vuole, tutto pote. Si ricordi l'amore dei tifosi e il S. Paolo che "trabocca" ogni domenica.
Alla prossima, sperando che il prossimo turno riservi qualche lieta nuova.
 

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