• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALLA SETTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

20/10/2008

(RENATA SCIELZO) – Si fosse fermato tutto a sabato sera, avremmo avuto poco da dire e molto da bearci. Guardare il mondo da lassù avrebbe sortito un certo effetto per chi è abituato ai bassifondi della C.
Lassù ci siamo comunque, ma non siamo soli e qualcuno – una corazzata schiacciasassi di nome Inter – ieri sera ci ha sorpassato. Peccato. Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere, ché forse ci saremmo montati la testa, ché forse ci saremmo sentiti imbattibili. E non è così che si va avanti. Sudore, gruppo, gioco, tanta modestia e passo dopo passo. Le soddisfazioni arriveranno. E qualcuna, anche se piccola, è già arrivata.
Secondo posto in coabitazione con Catania e Udinese e poco dietro altre squadre che ci alitano sul collo. Ma non conta, siamo lassù ed è una soddisfazione troppo grande per non esprimerla e per non condividerla. La vittoria sulla Juve? Meritatissima. Ma ormai ci stiamo abituando, così come stiamo capendo, che ciò che conta non è la vittoria contro l’avversario per eccellenza, ma i tre punti. In un campionato piuttosto equilibrato ciò che conta è far bene. Poi se ad uscire malconcia dal S. Paolo a curve chiuse è la vecchia Signora, foriera di tante sconfitte in passato, ben venga. Ci faremo una risata in più e creeremo qualche altro simpatico sfottò (vedi il ciuccio che “fa sua” la zebra esposto al S. Paolo), ma nulla di più. Sono i tre punti, il gioco e i comportamenti ciò che contano.
Ma dicevamo dell’Inter. Troppo forte la squadra nerazzurra, troppo debole quella giallorossa, ieri sera stracciata per 4-0, nonostante il rientro del suo capitano.
Ci abbiamo provato a tifare Roma, sperando in un nostro primo posto, ma Ibrahimovic non ci ha dato nemmeno il tempo di illuderci, le speranze covate durante il weekend hanno dovuto soccombere alle 4 pappine che una super Inter ha rifilato ad una Roma, per cui è notte fonda; una squadra che è il fantasma di quella delle ultime stagioni; una squadra che faceva divertire per il suo gioco e che ad oggi fa ridere per i suoi errori. La ruota gira. E noi più di altri ne sappiamo qualcosa.
La ruota gira o “la fanno” girare. Ci sembra questo il caso del Milan. E ci viene in mente il jingle di un noto programma Mediaset: “la ruota della fortuna”. La ruota l’hanno fatta girare per bene. Ne sa qualcosa il malcapitato sampdoriano che per proteggere il suo volto ha rimediato un calcio di rigore contro e un’ammonizione che, sommata a quella rimediata in precedenza, lo hanno costretto ad andare anzitempo sotto la doccia. Girata la ruota, il pallone d’oro Ronaldinho non c’ha impiegato molto a completare l’opera. Povera Samp.
E povera Juve, umiliata dal Napoli e alle prese con le critiche a Ranieri. Tira brutta aria sulle vecchie regine del campionato e a giorni ci sono gli impegni di Champions. Riusciranno la vecchia Signora e la squadra giallorossa a rialzarsi? O ci saranno cambi al vertice? E pensare che erano tra le favorite…a.. salvarle ad oggi ci sono solo le belle parole di Lippi. Ad infierire il solito Mourinho. Prima ha affossato a parole Ranieri, poi con i fatti ha affossato Spalletti e company. Ma Mister Mourinho è davvero vincente, è davvero un Re Mida? Davvero trasforma in oro tutto ciò che tocca? O è più semplicemente un avvoltoio menagramo per gli avversari? Sondaggio per i nostri lettori: la prima o la seconda che abbiamo detto?
Ultima questione prima di congedarci: il pallone d’oro. Solo due italiani tra i candidati: Buffon e Toni. E ci meravigliamo? In finale di Champions sono arrivate solo squadre inglesi. I nostri rimediano in Europa solo brutte figure. De Rossi? Per qualcuno poteva starci, ma quanta polvere ancora deve masticare il mediano giallorosso…c’è tempo, c’è tempo. Noi diciamo Messi, ma sappiamo che tanto C. Ronaldo ha già il trofeo in tasca…
Alla prossima e forza Napoli. Contro la Lazio bisogna lottare, sudare e vincere. E stare attenti a Zarate.
 

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