• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALLA SECONDA DEL GIRONE DI RITORNO •

4/2/2008

(RENATA SCIELZO/ foto di Felice de Martino) - Abbiamo sentito dire: “l’Inter non è la vecchia Juve” in merito a certe opinabili scelte arbitrali. Detto e ridetto in parecchi salotti tv e su parecchia carta stampata. Abbiamo sentito dire dal Pupone ex-nazionale: “lo scudetto lo vinciamo noi” e simili. Confermato da alcuni suoi “illuminati” compagni di squadra. SMENTITI E CONTRADDETTI.
Partiamo dai dati certi: il Pupone e i suoi compagni. La Roma, la seconda della classe, che tanta paura avrebbe dovuto incutere all’Inter sulla quale aveva recuperato la scorsa settimana due miseri punticini, debuttava all’Artemio Franchi di Siena con l’intenzione di fare bottino pieno e per la volata scudetto e in vista della ardua impresa di Champions contro i pluritutto del Real Madrid.
Doveva essere la Roma con le migliori e più convincenti intenzioni della stagione, così non è stato. Una Roma irriconoscibile si faceva mettere sotto di brutto da un super Siena, addirittura sfortunato e immeritevole di un misero 3- 0. Una debacle per i giallorossi che poteva concludersi anche in perfetto stile Manchester. La difesa ha fatto acqua, il centrocampo era con la testa al Santiago Bernabeu, l’attacco guidato dal capitano stanco non ha concretizzato nulla, né creato scompiglio o pericolo ad una difesa organizzatissima e volitiva come quella del Siena visto ieri. Risultato? Lo scudetto è una chimera, il morale è a terra, il Pupone è stato subito – more solito – smentito. Il capitano giallorosso fa come i bambini, quello che spera e pensa dichiara. Senza filtri, senza lungimiranza, senza circospezione. E poi va a finire che sono solo barzellette. Moderazione, moderazione. Un “pochettino” – come direbbe mister Spalletti – di modestia non guasterebbe. Ma il Pupone non conosce il vocabolo. Ci spiace per la Roma, ma ieri ha dimostrato di non essere ancora pronta per il salto tra le big, quelle vere, quelle capaci di giocare uno schifo e di rimediare tre punti sempre e comunque.
Quelle come l’Inter o come la Juve, fortunata contro un Cagliari che avrebbe meritato qualcosa di più e che invece i punti sa prenderseli solo con il nostro Napoli.
Dicevamo dell’Inter. Una big a tutti gli effetti. La nuova Juve del tempo che fu. E’ in un periodo opaco, ma i suoi gioielli non mollano e il super Ibra mette la zampata sui tre punti. Poi che i punti in questione scaturiscano da un rigore inesistente (e ancora nessuno ha dimenticato i punti trafugati al Parma a S. Siro) cosa vuoi che importi? Del resto l’Inter è giustificata, errare è umano, il direttore di gara ha persino espulso Vieira e dato un rigore agli avversari. Peccato che pure la dea bendata veda solo nerazzurro. Il povero Saudati sbagliava il rigore che avrebbe regalato all’Empoli il pareggio. La squadra di Malesani finiva nella polvere, l’Inter sugli allori con un Julio Cesar sugli scudi a bearsi: “un rigore parato è come un goal”. E chi avrebbe il coraggio di negarlo?
Insomma il campionato è andato, fumato, finito. Almeno per il primo posto. E per il secondo? I giallorossi dovrebbero incominciare a preoccuparsi della vecchia Signora, di quella di oggi e di quella di un tempo. Sono solo quattro le lunghezze che separano i bianconeri dagli uomini di Spalletti e se il morale continua a scendere sotto i piedi, ti saluto secondo posto. Staremo a vedere. Almeno quello, visto che per il resto sembra tutto già scritto. Come la storia del Milan. E’ da tempo che lo andiamo dicendo. Il Milan è il Milan, un po’ sornione, ma tomo tomo e ….si sta facendo vivo passo dopo passo. Ieri ha steso la Fiorentina, pur giocando di gran lunga peggio dei viola. C’est la vie. E scontato per scontato, si era capito dai primi minuti di gioco che il nostro Napoli avrebbe trovato per l’ennesima volta nell’Udinese la vittima sacrificale di turno. Dopo il 5-0 inferto ai friulani tra le mura amiche nella gara di andata, sabato sera il pocho Lavezzi ha letteralmente fulminato l’ex squadra del dg Marino, quella stessa squadra che domenica scorsa fermava l’Inter sul pareggio e sembrava regalare nuove chance alla Roma e al campionato. Che gioco il calcio! Che Napoli il nostro Napoli! Si fa mettere sotto dal Cagliari e poi sfodera una super prestazione contro una signora squadra come l’Udinese. A pagare dazio solo il povero Paolo Cannavaro. Diciamo che si è immolato. Mettiamola così. In ogni caso tutto è bene quel che finisce bene. Bene per la classifica e per il morale. E non solo.
Che i tre napoletani in forza ad Udine abbiano sentito desiderio di S. Paolo o di casacca azzurra? Magari fosse così: perché un Quagliarella, un Di Natale o un Floro Flores con la maglia azzurra ci piacerebbero proprio assai…e chissà….
Forse stiamo volando troppo di fantasia, proprio come il capitano della Roma. Meglio tornare con i piedi per terra e goderci il girone di ritorno con gli uomini che abbiamo, sperando in altre soddisfazioni ed in altri match belli da vivere e da guardare come quello che il Napoli ci ha regalato sabato sera. Giochiamo sempre di sabato sera, per favore?
Ci congediamo, sperando che il signor Collina smuova le acque e non si limiti solo a dichiarare: "il rigore per l'Inter non c'era" e che il Napoli continui a giocare come se di fronte avesse l'Udinese.
Alla prossima.

P.S. Scusate lo sconfinamento. Un grosso in bocca al lupo a Marco Borriello. Un altro napoletano in nazionale. E scusate se è poco.
 

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