• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALL’ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

19/5/2008
 

(RENATA SCIELZO/ foto di Felice De Martino) - Bentornati al nostro consueto appuntamento del lunedì. Vi salutiamo con un po’ di malinconia perché è arrivato il momento di scendere dalla giostra, ma anche con la consapevolezza che il detti non andrà definitivamente in vacanza. Sicuramente tra un bagno di sole e mare vi terrà in compagnia almeno per gli europei, con qualche bella e simpatica stoccatina per la nazionale di Donadoni e un po’ di sano gossip sul calciatore di turno.
Intanto diciamo e contraddiciamo, ridacchiamo e sorridiamo su come è finita e poi prepariamoci ai prossimi bollenti mesi, quando, tra afa e calore, impazzerà il calciomercato, sport nazionale preferito da esperti e non.
Il nostro Napoli ha finito in maniera indolore, con una sconfitta che fa rabbia solo per aver regalato la vittoria alla Lazio, squadra anonima, già fortunata contro il Napoli nel doppio scontro di coppa Italia; una squadra che ha fatto un campionato mediocre e che ieri ha giocato senza divertire e senza pubblico, godendo solo ed esclusivamente delle disgrazie dei cugini. Una tristezza.
Ma torniamo ai nostri: un ottavo posto che significa Intertoto con tutti i se e tutti i ma che la parolina magica comporta, una squadra rivelazione e il luccichio nel firmamento dei campioni di due stelle di prima grandezza: Hamsik e Lavezzi.
Finisce così un campionato per certi versi indimenticabile, si apre la parentesi estiva che solleticherà non pochi dubbi e parecchie domande: dall’eventuale riconferma del tecnico che pure ci ha guidati dalla C1 all’ottavo posto in A, a chi va e chi resta. Partenze e arrivi si preannunciano piuttosto intasati in casa Napoli. Staremo a vedere, cercando di non alzare troppo la voce e di fare in modo che Marino possa lavorare con serenità, cercando di mettere mano al portafoglio con un po’ più di solerzia.
I nostri possono ritenersi soddisfatti e con loro l’intero meridione, con un Lecce in predicato di salire in A (e ci farebbe piacere) e un Catania che si è salvato in extremis, pareggiando in casa con la Roma, favorito dal contemporaneo successo dell’Inter al Tardini. Per un Sud che ride, c’è un centro Nord che piange: Livorno, Empoli, Parma.
E per una Catania che ride tuttavia c’è una Roma, quella giallorossa che piange e polemizza.
I giallorossi guidati da Spalletti hanno fatto un campionato strepitoso, al limite delle loro possibilità, competendo con una corazzata che si chiama Inter, che mette insieme non una, ma tre rose, che può mandare in panchina Crespo e Suazo, Figo e Materazzi. Qualche rammarico è comprensibile, visti i punti persi per strada contro squadre che giocheranno il prossimo campionato in B, vedi Empoli e Livorno, per il resto c’è solo da essere soddisfatti. E lo hanno capito persino i focosi supporter giallorossi, accorsi in massa a Fiumicino a salutare i loro eroi, nonostante fosse sfumato il sogno coltivato per circa 70 minuti di mettere le mani sullo scudetto. Una bella lezione di sport a chi a Catania non li aveva mandati e a chi, in barba ai divieti dell'osservatorio - della serie due pesi e due misure - consentiva ai tifosi nerazzurri l'ingresso al Tardini, dopo scontri e tafferugli e una città, Parma, messa a ferro e fuoco.
Lo scudetto ha detto Inter e alla fine è giusto così: i nerazzurri hanno dimostrato di essere più forti, hanno vinto il primo scontro diretto e pareggiato, seppur con qualche polemica, il secondo. Al di là delle “sviste arbitrali” chiamate in causa dall’amareggiato De Rossi, doveva andare così. La Roma deve farsene una ragione e provare a vincere la coppa Italia per apporre la ciliegina sulla torta ad una stagione sicuramente soddisfacente.
In casa Inter grande festa per Ibrahimovic, sugli allori per la doppietta che è valsa uno scudetto, campione antipatico e spocchioso (permetteteci un giudizio volutamente fazioso), ma alla fine campione: DETERMINANTE.
La Milano nerazzurra se la ride, quella rossonera chiude con un poker che non serve a nulla. I milanisti saranno costretti a vedersi la Champions League su Mediaset Premium (e perdonateci la boutade un po’ cattivella). Dopo anni finiscono fuori dall’Europa che conta e qualcuno a noi ben noto ci ha messo lo zampino, facendo sì che Napoli e i napoletani si togliessero qualche sassolino di troppo dagli…scarpini….ma non godiamo delle sventure altrui, perché abbiamo ben altro a cui pensare… del resto messo fuori gioco il Milan, abbiamo spianato la strada ai viola, nei confronti dei quali aleggia un atavico rancore per i famosi meriti sportivi e il diverso trattamento riservato in occasione di fallimento e retrocessione.
Anche in questo caso però è andata come doveva andare: la Fiorentina ha per lungo tempo gestito il quarto posto, ha dei giovani importanti e un super Mutu; era giusto che provasse l’ebbrezza dell’Europa. Certo i tifosi viola si saranno più volte fatti una domanda: se mister goal Luca Toni fosse rimasto a Firenze, cosa sarebbe successo? Forse si faranno una ragione pensando che non è dato saperlo e con i se e con i ma, come al solito non si scrive la storia e nemmeno il campionato.
Dagli altri lidi si segnalano un ottimo campionato per la Samp che ha restituito al calcio italiano il Peter Pan di Bari vecchia, ancora un po’ troppo intemperante, ma quanto meno dimagrito e incantatore, un Udinese che si conferma un bel gruppo con quei due napoletani lì davanti ad incantare con i loro piedini fatati e un Genoa neopromosso capace di restituire al calcio italiano un bomber da parecchi goal a stagione: un Marco Borriello, che nello scorso calciomercato aveva trovato non poche difficoltà prima di accasarsi nella città della lanterna, uno che sembrava uno di quei pacchi ingombranti che nessuno voleva prendersi la briga di accollarsi. Il Genoa hapuntato, scommesso e vinto.
E ancora, citando Mosca, che ha continuato a tediarci con le sue buffonate – per non usare un francesismo – dagli studi di Controcampo, tocca davvero dire : “Ah come gioca Del Piero”. Alex Del Piero, gli enta passati da un pezzo, ha davvero fatto un supercampionato, ha vinto la classifica capocannonieri, guidato la sua Juve al terzo posto, dimostrato, insieme a Christian Panucci, difensore goleador, che anche il calcio può non avere età. Se ci sono corsa, forza di volontà, impegno, professionalità e un tocco di classe, SI PUO’ FARE.
E allora speriamo che agli Europei i due “nonnetti”, uno in difesa, l’altro in attacco, ci regalino un altro sogno azzurro.
Ci sarebbe ancora molto da dire, ma può bastare, tanto c’è da giurarlo, ci vedrete e sentirete ancora su questi schermi. In bocca al lupo alla nazionale e come sempre un monito: uniti nel segno del Napoli.
E se volete raccontare questo nostro pazzo campionato, avete tutto il tempo e lo spazio per farlo: "voce e'popolo" è pronta ad accogliere le vostre opinioni e le vostre chicche.

 

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