• DETTI E CONTRADDETTI - AMENITA' DALL'ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

5/12/2006

(RENATA SCIELZO / foto di Felice De Martino) - Weekend SCOPPIETTANTE quello appena trascorso tra petardi, goal fantasma, rigori dati e non dati, polemiche del giorno prima e del giorno dopo.

Per amor di cronaca e amor di Napoli, partiamo da sabato pomeriggio e su sabato pomeriggio ci concentreremo, troppo annosa è la questione, troppo spazio ci ruberà.

Napoli – Frosinone.
Solita partita, solita media goal, manteniamo il primato in classifica, ma rimediamo un brutto pareggio in casa. L’avversario non è dei più scarsi, ma di certo non siamo al cospetto del Real Madrid…Fin qui comunque a parte le dubbie scelte del tecnico nulla quaestio è il gioco del calcio: si vince, si perde, si pareggia. Il problema, perché chiamasi problema, visto che chi di dovere non è in grado di risolverlo, si consuma sugli spalti, dove il solito gruppo di soliti noti, soliti idioti, fa scoppiare petardi a ripetizione, facendo le prove generali per l’ultimo dell’anno.
I Petardi e i soliti idioti. Il nostro Napoli. Il nostro direttore generale. Il nostro Presidente. L’interruzione della partita. Il rischio squalifica del campo. Le forze dell’ordine. I biglietti nominativi. E il San Paolo che continua ad essere un arsenale. Troppi dubbi, troppe questioni irrisolte. Qualcuno ci spieghi perché se andiamo ad un concerto allo stadio ci vietano di entrare con bottiglie di vetro, ci perquisiscono da capo a piedi e poi finalmente ci fanno entrare per goderci qualche ora di buona musica e invece per una partita di pallone personaggi noti e meno noti riescono ad introdurre senza colpo ferire botti di ogni tipo. Chi è in grado di rispondere a questa retoricissima domanda? Forse un po’ tutti, dall’analista del pallone all’uomo della strada.

Ma NOI no. NOI continuiamo ad essere dannatamente sciocchi, irriverenti, poco tradizionalisti e poco legati alla cultura della nostra Napoli. Continuiamo a non capire. Ma come, qualcuno lassù ha detto che i botti fanno parte della tradizione e del folklore napoletano, fanno molto made in Naples e noi vogliamo in un solo colpo cancellare una tradizione centenaria? Quella stessa tradizione che, se non controllata, il primo gennaio ci regala il servizio di apertura di tutti i telegiornali per la conta dei feriti?
E soprattutto nello stadio che ha visto protagonista il Pibe de Oro vogliamo negare l’ingresso al “pallone di Maradona” e ai suoi molteplici scoppiettanti, assordanti discendenti? Non sia mai detto…Ma stiamo scherzando????

I lettori ci perdonino la becera provocazione, ma ciò che si consuma al San Paolo causa petardi ci lascia a dir poco perplessi. Si fanno campagne nelle scuole contro i botti, non perché non si debbano sparare,ma perché lo si faccia con moderazione, prendendo le dovute precauzioni, acquistando quelli legali, insomma evitando di rovinarsi la festa e invece allo stadio…allo stadio si spara senza colpo ferire, si rischiano feriti, contusi, interruzioni di partita, squalifiche del campo, si contribuisce ad infangare ulteriormente l’immagine della città (che di questi tempi ne farebbe volentieri a meno) e per colpa di chi? Non solo per colpa di coloro che reiteratamente a mo’ di scimmie senza cervello si recano allo stadio esclusivamente per creare risse e tonfi e per sfogare le frustrazioni accumulate nella loro quotidianità (e si badi non li stiamo giustificando) ma anche per colpa di chi preposto ai controlli non è in grado di fare il “controllore”.
Eppure basterebbe esplorare l’impianto prima del match. Fare perquisizioni con la P maiuscola, salire sugli spalti, sedare le rivolte e sequestrare le “armi” e soprattutto allontanare i soliti idioti i soliti noti. Allo stadio non devono metterci piede. Non esiste avallo, non esiste giustificazione. Fuori senza pietà. Del resto a chi interessa che questi personaggi si rechino sugli spalti? A chi giova che infanghino il nome di Napoli e del Napoli?

E che diamine – cari lettori - già nel Napoli il clima non è sereno perché la stampa, o meglio certa stampa, “tiene sempre la parola soverchia”, e la società è tutta intenta a placare tensioni e polemiche, poi ci si mettono pure questi “ignoti artificieri”. Poveri dirigenti….

A voi le considerazioni, noi dobbiamo chiudere e scusarci se i tanti rigori non dati e il famoso goal fantasma sono rimasti tali…
Solo un’ultima battuta e chiudiamo: un applauso doveroso e tanti auguri ai granata del Toro, cento anni di storia gloriosa, che supera le barriere del tifo e delle maglie, che ci fa essere orgogliosi del calcio italiano e ci commuove pensando a quei campioni del grande Torino: un pezzo della storia del nostro pallone.

Alla prossima
 

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