• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALL’ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

11/4/2007

(RENATA SCIELZO) – Tanto da dire e contraddire dopo gli eccessi Pasquali con un Napoli in Purgatorio, una Roma all’Inferno, Juve e Manchester in Paradiso e le arene mediatiche affollate dai soliti commentatori o presunti tali pronti a sfornare le loro “pillole di saggezza” e a spennare, a mo’ di Caron dimonio, il povero pollo di turno, non paghi dei lauti pranzi pasquali e delle laute entrate, che di volta in volta la tv di stato o Sky o Mediaset offrono loro per “commentare” con non troppa lucidità, troppi se e troppi ma, e non senza un pizzico di ostentata cattiveria, le ultime nuove dal mondo del pallone.
(E si noti bene: di tutto si può tacciare chi in questo momento scrive tranne che di buonismo, ma certi signori dovrebbero sapere che come c’è un tempo buono per seminare e uno per raccogliere, c’è un tempo buono per “ciaccare” e uno per “medicare”…). “Ciaccare” alla cieca o infierire su chi di suo si è autoflagellato serve davvero a poco.

Ma andiamo a chiarire. Il martedì post pasquale si apre all’insegna del calcio a cinque stelle con un match come Juventus – Napoli da Olimpico esaurito e si chiude all’insegna del calcio a cinque stelle, con un Old Trafford stracolmo per Manchester United – Roma, partita valida per l’accesso alle semifinali di Champions League.

Il verdetto è amaro per il Napoli, terribile per la Roma.

Il Napoli finisce al Purgatorio, la Roma dritta dritta nella gola più profonda dell’Inferno di dantesca memoria, tutto gironi e peccati, con un tonfo sordo, di quelli da “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.
Il Napoli rimedia un secco 2 –0 da madama Vecchia Signora, la Roma, rea di essersi macchiata di tutti e 7 i vizi capitali viene giustiziata – o qualcuno eufemisticamente direbbe “battezzata” – vizio per vizio - dai Red Devils (e mai nome fu più appropriato) di Sir Fergusson. 7-1 dice il tabellino finale, come mai nessuna squadra arrivata in Champions ai quarti di finale. E qui ci starebbe bene un “Come te nessuno mai” di mucciniana memoria, ma FORSE non è il caso di infierire. ..

Ad ergersi a giudici o presunti tali non gli avversari che sul campo hanno dimostrato la loro netta superiorità ma come sempre loro, quelli che nella giornata di ieri, dalle loro comode poltrone, nelle solite arene mediatiche, dopo aver detto tutto e il contrario di tutto, hanno pronunciato le loro fatidiche condanne.
Napoli e Roma sono due “piccole” a confronto di tanto blasone, condannate al loro destino, senza alcuna possibilità di riscatto, perdono o comprensione.
Gli stessi che il giorno prima avevano detto di una Roma stellare e avevano attaccato la stampa e il governo inglese per aver enfatizzato, ingigantito ed esasperato ciò che era avvenuto all’Olimpico negli scontri tra polizia e tifosi inglesi, quegli stessi ieri sono saliti in men che non si dica sul carro del vincitore, indossando la maglia di Superman Cristiano Ronaldo e affossando chi dopo una sconfitta del genere, meritava sì un sonoro quattro in pagella ma anche un minimo di “umana” comprensione. E invece no: è stato tirato addirittura in ballo il 7-0 inflitto dalla Roma al Catania, in una sorta di sadico “chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Lungi da noi voler commentare ciò che abbiamo sentito, dalla beatificazione e santificazione di Del Piero, alla crocifissione e flagellazione dello smunto e mogio Totti di turno, alla esaltazione e nascita del nuovo dio e profeta del pallone Cristiano Ronaldo, che scalza Ronaldinho e chi più ne ha più ne metta (peccato che nessuno abbia detto che parla portoghese come Pelè…) anche noi esprimeremo la nostra “condanna”, ma senza se e senza ma, senza dietrologie e senza esaltazioni. Nuda e cruda, come i verdetti del campo, pronti a cospargerci il capo di cenere per il nostro essere un tantino sui generis .

Partiamo dai nostri, perché è ciò che più ci preme.
Il nostro Napoli è realmente finito in “Purgatorio”, a vivere nella condizione di “color che son sospesi”. La partita di ieri ci ha condannato al terzo posto, a due punti da un Genoa che difficilmente mollerà la presa e ha regalato alla Juve la volata solitaria (+ 9) verso l’agognata serie A, della quale “agnello sacrificale” (sempre secondo i signori delle poltrone di cui sopra) dovrebbe far parte. (Calciopoli è già acqua passata, perché si sa la Pasqua cancella tutti i peccati….). Ai nostri ragazzi come si conviene alle anime purganti toccherà davvero sudare, lottare ed espiare fino all’ultimo e da qui alla fine evitare il più piccolo dei passi falsi se davvero il nostro obiettivo era e rimane quello della promozione diretta in serie A, evitando i pericolosissimi play off, che rischiano di compromettere un’intera stagione.
Tocca ora più che mai rimboccarsi le maniche, crederci, e soprattutto lottare perché si possa essere anche tetragoni ai colpi di sventura (vedi i due legni di ieri) e camminare a testa alta, uniti e senza paura, verso la meta prefissata. Niente più cadute, niente più errori, niente più chiacchiere e distintivi, niente più bel gioco o meno, solo i tre punti.

Se il Napoli finisce in Purgatorio, peggio va alla Roma, che l’Inferno un po’ se l’è cercato. Le colpe?
Un 7 – 1 lascia spazio a poche chiacchiere, tanto è palese e definitivo, merita umana comprensione, quello sicuramente, ma non dà adito a giustificazioni: la Roma ha toppato completamente la partita.

Tremarella nelle gambe e inesperienza hanno detto i più, assenze importanti e presunti campioni che non sono campioni hanno detto altri, prestazione superba del Manchester ha detto ancora qualcun altro. (e l’ultima ci pare lapalissiana con un 7 –1)
I 7 vizi capitali: li ricordate? SUPERBIA, AVARIZIA, LUSSURIA, IRA, GOLA, ACCIDIA, INVIDIA.
Solo quelli.
La SUPERBIA e la GOLA di chi, forte del risultato dell’andata è partito attaccando nel tentativo di saziarsi subito, senza tener conto che l’avversario si chiamava Manchester United. L’AVARIZIA e allo stesso tempo la PRODIGALITA di chi, avaro nella costruzione di gioco (la Roma ha creato davvero poco) è stato più che prodigo in fase difensiva (si veda la prodigalità della coppia Chivu – Doni), LA LUSSURIA e L’ACCIDIA di chi troppo compiacente come una donna che si bea delle sue grazie e poco vigorosa, ha ceduto alle suadenti lusinghe dell’avversario, concedendosi in men che non si dica, lasciando che il bellimbusto di turno affondasse i suoi colpi senza opporgli la benché minima resistenza, crogiolandosi in malcelati tentativi di segnare con improduttivi e inutili tiri dalla distanza. L’IRA per il nervosismo visto in campo e l’INVIDIA per aver troppo pensato ai campioni altrui, alle sfide tra presunti palloni d’oro, e poco alla partita in senso stretto, che se impostata e giocata diversamente, con altro piglio e altra mentalità, avrebbe potuto regalare alla Roma quanto meno il Purgatorio, se non addirittura il Paradiso.
E’ tutto qui, in una partita sbagliata e nata male, poi il resto del tipo la Roma non è il Milan e Totti non è Ronaldo…sono chiacchiere e distintivi. E scontati complimenti al Manchester.

E stavolta abbiamo detto davvero troppo, sfinendo anche i lettori più accaniti
Meritiamo senz’altro un cattivo trattamento, tanto è il tempo che vi abbiamo rubato, per gli altri decidete voi se condannare, “ciaccare”, infierire, perdonare, biasimare o commiserare…i peccati non sono veniali, ma tuttavia il clima è ancora quello pasquale…
Fateci sapere e …..alla prossima.

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