• DETTI E CONTRADDETTI – AMENITA’ DALL’ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

23/4/2007

(RENATA SCIELZO / foto di Felice De Martino) - Dire, contraddire ed applaudire, tra record e fattore C.
Un rigoroso buon inizio settimana ai lettori che con affetto seguono le nostre staffilate al vetriolo, la nostra ironia talvolta spicciola, il nostro riso amaro e le nostre lunghe tirate.
La settimana comincia bene, freschi di sorpasso al Genoa, con un secondo posto acciuffato negli ultimi minuti della gara contro l’ostico Frosinone.
Si apre con il buon auspicio di una bella vittoria sul campo che fa ben sperare in vista dello sprint finale per la promozione diretta in A.
A separarci dai genoani (amici e gemellati ai quali auguriamo comunque di salire in A, ma tramite play off) solo un punto, un punto che dovrebbe servire a consolidare la agognata posizione se il nostro Napoli saprà sfruttare il fattore C, vale a dire il fattore campo, o casa che dir si voglia, visto che i prossimi due match vedranno i ragazzi di Mister Reja impegnati al San Paolo con il supporto non da poco del dodicesimo uomo, il pubblico.
Un pubblico che si spera possa aver smesso l’abito da fustigatore (quei fischi a Bucchi gridano ancora vendetta) e si accomodi sugli spalti per godersi la partita ed ora più che mai per sostenere i ragazzi, spettacolo o non spettacolo.
Bisogna essere corali, perché uniti si vince e sull’obiettivo finale, a quanto pare, si è tutti d’accordo: società, mister, giocatori, stampa, pubblico etc. Le polemiche, i rumours, come dicono i britannici, sono da riservare ad altri momenti, questo è delicato e bisogna remare tutti nella stessa direzione.
Il fattore Campo come dicevamo è dalla nostra, ma di fattore campo vogliamo parlare e vogliamo farlo per enne motivi.
Il campo di pallone, quell’affascinante rettangolo verde, sul quale bisogna decretare chi vince e chi perde, chi sale sugli altari e chi finisce nella polvere. Non c’è gusto se non è lì che si consuma la vittoria. Ne sa qualcosa la neocampionessa di Italia, quella pazza Inter, che sebbene avesse uno scudetto cucito sul petto, quello conferitole dalla giustizia sportiva post calciopoli, ha vissuto la festa scudetto, come se il 15° scudetto fosse arrivato dopo 18 lunghi anni, da quando in panchina sedeva Trapattoni.
Perché questa tirata? Non perché siamo di quelli che sostengono che lo scudetto dell’anno scorso non andava assegnato (sebbene il campionato sia stato falsato quanto e non meno di quello precedente…), ma perché siamo di quelli che ritengono che vincere sul campo sia molto più gratificante, entusiasmante, adrelinizzante (non si può dire, ma lo diciamo), elettrizzante etc. etc.
Al di là degli scontati applausi all’ Inter per la meritata galoppata, vogliamo parlare di noi, del nostro Napoli e ribadire quanto desideriamo viverci questi ultimi scampoli del campionato di B sul campo, in un testa a testa fino all’ultimo respiro e all’ultima stilla di sudore e lacrime con gli amici genoani.
Chi segue con continuità il calcio avrà già da un pezzo capito dove vogliamo andare a parare, per chi non è tanto addentro chiariamo subito: si parla di penalizzazione al Genoa (e la Juve poi con le sue altre 15 partite dove la mettiamo, ma qualcuno dice: “ha già pagato abbastanza” – prego ridere, ma non schiattare…-), una penalizzazione che in questo momento del campionato significherebbe Juve e Napoli direttamente in A.
Lungi da noi voler arrogarci il diritto di sostituirci alla giustizia sportiva, vogliamo solo chiarire quello che è un vero e proprio desiderio e ancor di più una speranza: che il Napoli conquisti la promozione sul campo, Genoa o non Genoa, penalizzazione o non penalizzazione.
Non vogliamo fare i nudi e puri a tutti i costi, né tanto meno vogliamo giustificare chi ha sbagliato perché se ha sbagliato è giusto che paghi, né tanto meno vogliamo sottolineare che il Genoa è una delle poche squadre che in passato ha pagato - e come se ha pagato - , vogliamo solo sentirci fieri di aver conquistato con il sudore e la corsa la serie A.
Nessuno ci ha mai regalato nulla, tutt’altro. Abbiamo toccato il fondo e vissuto l’inferno e ora che siamo ad un passo dal rialzarci non vogliamo nessuna mano tesa: possiamo farcela da soli. Non è alterigia o che altro, non vogliamo sentirci dire: siete in A, perché al Genoa hanno tolto tot punti.
Non vogliamo fare la fine della Roma, al di là del 7-1, accusata di aver rubato un posto in Champions (posto che le spettava visti i maneggi lì in alto nella classifica di Juve, Milan e Fiorentina), non vogliamo fare la fine dell’Inter alla quale quello scudetto cucito sul petto fino all’altro ieri pesava come un macigno, vogliamo essere fieri di prenderci sul campo ciò che l’ingiustizia sportiva ( ops è venuto fuori) ci ha tolto.
Con l’augurio che tutti i tifosi del Napoli, che si sono sempre contraddistinti per sportività e senso di giustizia, la pensino come noi, tutti insieme appassionatamente godiamoci questo testa a testa con gli amici genoani e che vinca il migliore. E se proprio qualcuno dovesse essere penalizzato, quel qualcuno è lì in testa alla classifica con ancora tanti, troppi scheletri nell’armadio, scheletri che avrebbe potuto cancellare solo un campionato di C.
Alla prossima e forza Napoli
 

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