• DETTI E CONTRADDETTI - AMENITA' DALL'ULTIMA DI CAMPIONATO E DINTORNI •

7/2/2007

(RENATA SCIELZO) - Un ritorno amaro alla nostra rubrica, orfani del calcio giocato e in seria difficoltà a scrivere di fronte ad una vita barbaramente e indegnamente spezzata. Costretti persino a “rivedere” il titolo consueto della nostra rubrica, laddove di tutto si può parlare fuorché di amenità e laddove l’ultima di campionato neppure si è potuta giocare.

La nostra solita ironia dovrebbe farsi feroce sarcasmo, ma gli eventi, le dichiarazioni, – ahinoi poco condivise e forse poco condivisibili – ci lasciano interdetti, ci gettano nello sconforto più totale, ci annichiliscono e ci privano della nostra consueta verve.

Cronaca. Ci limiteremo a segnalare ai nostri lettori alcune dichiarazioni, senza entrare nel merito delle questioni, sottoporremo alla loro attenzione le misure prese dal governo per contrastare la violenza.

Avevamo preannunciato già venerdì sera, soltanto poche ore dopo la tragica scomparsa dell’agente catanese e dopo le prime dichiarazioni di Sangalli, che sarebbero partiti sondaggi più o meno inutili e discussioni poco costruttive.
Noi ci rifiutiamo di proporre soluzioni, perché non è il nostro compito e perché non siamo in grado di farlo, ribadiamo solo la impellente necessità di affrontare la questione con piglio deciso e coinvolgendo tutti gli attori dell’immenso pianeta/sistema calcio.

E’ necessario ora più che mai arrivare a decisioni condivise, mostrarsi compatti nella lotta alla violenza e alla barbarie, evitare strumentalizzazioni di sorta, mostrandosi per una volta uniti nel perseguire l’obiettivo più importante: restituire credibilità e sano interesse al pallone, lasciare fuori degli stadi i facinorosi e i violenti.

Non vogliamo entrare assolutamente nel merito delle scelte che hanno avuto e avranno luogo nell’immediato, quali sospensione del campionato e porte chiuse, ciò che ci preme è il lungo periodo. In molti propongono un modello vincente, quello inglese, capace di mettere a tacere i tristemente noti “hoooligans”, altri non sono d’accordo.

Un po’ di dichiarazioni sparse qua e là daranno ai nostri lettori l’idea dell’aria che tira….

Lasciano riflettere le parole del numero uno della Lega, Antonio Matarrese, che lunedì ha dichiarato: «Il calcio hai suoi prezzi, lo spettacolo deve andare avanti» per poi non presentarsi al tavolo di discussione con i ministri Amato e Melandri. Parole forse più che opinabili e uno spot tutt’altro che edificante per il nostro calcio e per il nostro paese, un tempo candidato ad Euro 2012?

Pronta la risposta aggressiva di Zamparini: “Chiederò le dimissioni di Matarrese, perché la sua assenza di ieri al tavolo ministeriale è grave, quel tavolo era importante e noi eravamo gli assenti». «E i politici? Hanno discusso senza gli interlocutori più importanti, le società. Mancavamo noi al tavolo della discussione ed è una cosa inammissibile. Cosa ne sanno Amato e la Melandri del calcio?» ha poi aggiunto Zamparini.

Ancora più taglienti le accuse del nostro De Laurentiis sulle possibili soluzioni per uscire dal blocco dei campionati:
"Nel breve periodo se ne esce se il signor Prodi, il signor Amato e la signora Melandri escono da qualunque compromesso di pura demagogia e si siedono con grande educazione, democraticità e rispetto al tavolo dei diretti interessati, si sospende il campionato per tre settimane, si riscrivono delle regole che rispondono a una logica e a una razionalità d'impresa sul territorio che tende a migliorarlo. Dopodichè si comincia tutto daccapo. Questa è la logica. Questi signori non hanno capito che si devono confrontare con i diretti interessati. Questa è democrazia? È un sistema democratico? Sembra di stare in Cile, in un paese del Sudamerica. Questo è puro fascismo di 80 anni fa". E ancora: "Tre anni fa, quando sono arrivato nel mondo del calcio, chiesi a Carraro, che mi guardava stupito, perché non si applicavano le regole del calcio inglesi. Qualcuno mi disse ecco, è arrivato il neo-english"[…]"Le porte chiuse sono una grandissima cazzata, non so chi l'abbia inventata. Dovete mettervi in testa che i proprietari degli stadi sono responsabili del loro ammodernamento perché sono loro che li affidano e devono rispondere alle norme di agibilità".

C’è bisogno di aggiungere altro? Risparmiamo le dichiarazioni dei politici, vale a dire di Amato e della Melandri che hanno ribadito con veemenza che non si giocherà negli stadi fuori norma e che la sicurezza negli stadi viene prima dello show business e lasciamo i nostri 25 lettori alle prese con le misure antiviolenza del governo contenute nella bozza di decreto legge.

Abbiamo aspettato le ultime decisioni proprio per fornire per mero diritto di cronaca notizie precise ai lettori. Vorremmo che da soli, scevri da pregiudizi e sovrastrutture, i nostri lettori esericitino la loro capacità di analisi e di giudizio.

Queste in sintesi le misure antiviolenza del governo contenute nella bozza di decreto legge:
Divieto di accesso alle manifestazioni sportive preventivo (Daspo) innalzato a sette anni e presuppone non più soltanto l'accertamento di un reato, ma "può essere disposto anche nei confronti di chi, sulla base di elementi oggettivi (come ad esempio un rapporto di polizia pure su minorenni, ndr), risulta avere tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive o tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a causa delle manifestazioni stesse". Chi viola il Daspo rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa fino a10 mila euro.
- Previsto l'obbligo di firma in un comando di polizia durante la partita.
- arresto in flagranza di reato differita da 36 a 48 ore per chi in occasione di manifestazioni sportive risulta autore di un reato commesso con violenza alle persone o alle cose grazie a foto o video.
- giudizio per direttissima anche per chi viene trovato in possesso di razzi, bengala e fuochi pirotecnici in genere;
- pene da 5 a 15 anni (anzichè da 3 a 15) per chi commette violenza e resistenza a pubblico ufficiale con armi. ma anche con il "lancio di corpi contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici"
- "Fino all'esecuzione degli interventi strutturali e organizzativi richiesti" per attuare quanto previsto dai decreti 'Pisanu, le partite di calcio "possono essere svolte esclusivamente a porte chiuse".
- Le società che organizzano le competizioni non possono più vendere ,"direttamente o indirettamente", alla squadra ospitata, biglietti in blocco. È vietato inoltre "vendere o cedere" alla stessa persona un numero di biglietti superiore a dieci. In caso di violazione si rischia da 10mila a 150mila euro di multa. Il divieto è immediato per cui i biglietti ceduti o venduti prima dell'entrata in vigore del decreto "non possono essere utilizzati".
- misure di prevenzione a coloro che sono indiziati di aver agevolato gruppi o persone che hanno peso parte attiva, in più occasioni, a manifestazioni di violenza durante le partite. Prevista inoltre la possibilità si sequestro di quei beni "la cui disponibilità può agevolare, in qualsiasi modo, le attività di chi prende parte attiva a fatti di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive".


E’ davvero il caso di dire: “Ai posteri l’ardua sentenza”?
 

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