• LA MANO DE DIOS •

25/3/2007

(RENATA SCIELZO) – La mano de Dios, vale a dire la mano di Diego. Più celebre per i suoi piedi d’oro o per quella mano dispettosa che fece urlare allo scandalo di Inghilterra – Argentina? Il tocco di mano del nostro Dieguito, una mano celebre quasi, se non come, quella michelangiolesca che ammiriamo sulla volta della cappella Sistina.
Ma di cosa stiamo parlando?
Ritorniamo su un argomento già affrontato e lo facciamo per i nostri lettori. Ne parlammo quando il film era solo in preparazione, ma oggi, a pochi giorni dall’uscita nelle sale di tutta Italia, stiamo qui a ricordarlo, qualora qualcuno non ne avesse avuto ancora notizia…
E’ il film “La mano de Dios”. E’ il film sul nostro Diego, realizzato da Marco Risi, da venerdì nelle sale, da tutti atteso con spasmodica fibrillazione. A suo tempo raccontammo dei lavori di Risi e di Kusturica. Oggi perlopiù vi ricordiamo come impegnare PRODUTTIVAMENTE il prossimo fine settimana.
La parabola di Dieguito: dai campi polverosi delle periferie argentine agli stadi più importanti del mondo. Dalla polvere al successo alla polvere al successo e ancora alla polvere in un crescendo di cadute e debolezze, tunnel imboccati a velocità inaudita, discese agli inferi e relative risalite.
“L’ascesa irresistibile e la rovina di un artista che ha pagato a caro prezzo le proprie debolezze”, come non manca di sottolineare lo stesso Risi.
A suo tempo dicemmo già tanto. E non basterebbero mille libri, mille articoli, mille film, mille immagini, mille canzoni per descrivere Diego, e per descrivere Diego e Napoli, Diego e il Napoli, Diego e il Pallone.
Su di lui si è detto e scritto tanto, si sono fondate associazioni - celeberrima il TE DIEGUM, fondata da Oscar Nicolaus, intorno alla quale ruotano intellettuali tifosi, che non hanno mai smesso di celebrare i fasti del campione - ad oggi si sono fatti anche film, ma si ha sempre la sensazione che nulla sia mai abbastanza, che nulla riesca davvero a contemplare e a descrivere a 360° il talento di questo genio ribelle, un po’ sregolato, un po’ sfortunato.
Persino la morte presunta hanno annunciato nei giorni scorsi, e ancora oggi, per sentimenti di palese invidia e antipatia, molti, bacchettoni e moralizzatori fuori e dentro il campo, continuano a giudicare l’uomo più che il giocatore.
L’importante è che se ne parli, diceva il buon Wilde. Il problema è che di Diego si parla sempre troppo, quando invece l’esperienza mistica di vederlo con un pallone tra i piedi rientra di diritto nell’INEFFABILE, è qualcosa che si può vedere e riprodurre grazie alle immagini, ma le parole quelle no, quelle non riescono a tener dietro alle immagini. Il vocabolario si fa limitato e certe poesie da comporsi sono davvero difficili.
Il film di Risi si propone di mostrarci entrambe le facce di Diego: l’uomo e il calciatore, i periodi felci e soprattutto quelli bui, la dimensione pubblica e quella privata.
Un film da vedere. Poi però usciti dalla sala, quando le luci si riaccenderanno e ritorneremo a casa, sulla strada riaffioreranno i ricordi di anni bellissimi e Diego ci parlerà in una sola lingua, la sua preferita, quella del Dio pallone e ricorderemo il pallone effettuare prodigiose geometrie e prodigiose parabole, punizioni perfette e rigori imparabili, quella mano bisbetica e irriverente e quell’ essere Maradona, solo lui, il dio del pallone. E la lingua tremando diverrà muta, perché nessuna parola potrà riprodurre quelle poesie, nessuna parola potrà restituire quelle magie. E proveremo a raccontare ciò che abbiamo visto e cose che noi umani non sapremo mai fare, ma saremo sempre al punto di partenza.
Risi ha detto che Maradona è una persona forte e fragile e poi ha aggiunto “E’ difficile toccare la grandezza assoluta e poi tornare alla normalità”. Signor Risi, su quest’ ultima – ci spiace – dobbiamo necessariamente dissentire. Maradona non è una persona forte e fragile. Maradona non è mai tornato alla normalità. E Maradona, su questo conveniamo con lei, non aveva bisogno di droghe e/o palliativi. Maradona era ed è un dio venuto da un altro pianeta, un extraterrestre con i riccioli neri, due piedi e quella mano, quella mano….
 

INDIETRO