• NAPOLI - JUVENTUS, AMARCORD •

2/11/2006

(RENATA SCIELZO / foto di Felice De Martino) -

NAPOLI – JUVENTUS
Non fai nemmeno in tempo a dirlo che la memoria incomincia il suo corso, i ricordi, quelli belli e quelli brutti, ti fanno pensare e, allo stesso tempo, sperare.

NAPOLI – JUVENTUS
Non è una partita come le altre e non solo perché è partita di cartello, è partita in cui si va ad incontrare la squadra più blasonata di Italia, la più scudettata, la più amata e la più odiata, ma perché NAPOLI – JUVENTUS è sempre stata e probabilmente sempre sarà LA PARTITA.

NAPOLI – JUVENTUS
La si attende come si attendono le feste di Natale, ci si prepara con sacri rituali, si respira quel clima di attesa da giorno prima dell’evento, che la rende unica, diversa da tutte le altre.

NAPOLI – JUVENTUS
E’ un misto di piacere e orrore, è qualcosa di indescrivibile, che comincia prima dell’evento e non si esaurisce quando il fischietto dell’arbitro sancisce la fine del match. Continua dopo, nelle discussioni di chi l’ha vista, di chi l’ha vissuta, nella memoria di chi ha partecipato al rito collettivo.

NAPOLI – JUVENTUS
Forse non è tanto e soltanto nella memoria di chi, come chi scrive, ha visto il Napoli vincente dell’ era Maradona o quello più bistrattato e “sfortunato” delle stagioni successive, NAPOLI – JUVENTUS è prima di tutto nella memoria dei nostri nonni e dei nostri padri, delle generazioni pre – 5 luglio 1984.

NAPOLI – JUVENTUS
E’ partita ben salda nella memoria di chi sosteneva un Napoli che fino all’avvento di Diego sembrava incapace di vincere qualcosa di veramente importante - nonostante non pochi mostri sacri ne indossassero la maglia -, è partita salda nella memoria di chi la aspettava con un’incredibile fame di riscatto e di vittoria, di chi attendeva con ansia di veder soccombere la più brava di tutte, la vincente, la prima della classe per dire NOI CI SIAMO.

NAPOLI – JUVENTUS
Era la partita destinata alla speranza, al sogno irrealizzabile di veder la Vecchia Signora uscirsene logora e malconcia da un Collana prima, da un San Paolo poi, in delirio (e ironia della sorte l’ impianto di Fuorigrotta venne inaugurato il 6 dicembre 1959, proprio in occasione di un match vittorioso contro la Juve…). Sogni, desideri che spesso si frantumavano..SPESSO MA NON SEMPRE

NAPOLI – JUVENTUS
Qualche volta la sfida ci aveva visti vincitori: ai tempi di Sivori o di Altafini o quando in panchina c’era un tale di nome Luis Vinicio, insomma anche prima che il Dio del pallone si materializzasse sul rettangolo del San Paolo, ma poi VENNE UN GIORNO….

VENNE UN GIORNO in cui la palla andò ad insaccarsi in maniera decisiva alle spalle del portiere bianconero, un giorno che Alfredo De Dominicis racconta così, in un racconto che farà star male, accapponare la pelle e venire i brividi (e non dite che non vi avevamo avvertiti…)
“Un giorno contro la Juventus la palla andò davvero a depositarsi alle spalle del portiere avversario in una partita decisiva. E avvenne proprio con la punizione più difficile: una punizione a due in piena area di rigore. Un evento raro quel tipo di punizione, quasi a presagire ciò che sarebbe avvenuto. La palla era talmente vicina alla porta che se l’arbitro avesse voluto posizionare la barriera secondo il regolamento questa sarebbe dovuta essere messa fuori del campo. La Juve piazzò una barriera a quattro – cinque metri, e la porta era ad otto metri dal punto in cui l’arbitro aveva fatto sistemare il pallone a Maradona: la posizione era piuttosto laterale, insomma era una palla impossibile da calciare in porta. Eppure centomila anime sognavano e desideravano il miracolo. E il miracolo avvenne. Dopo aver tracciato una parabola che mai fino ad allora alcun piede aveva prodotto, la palla si adagiò alle spalle del portiere. Una traiettoria degna di un cartone animato giapponese. Da quel momento i napoletani sono condannati a correre per sempre allo stadio. In attesa del nuovo miracolo”.

Un racconto che avrà sicuramente ridestato i ricordi di chi ha visto, chi ha provato quell’emozione indescrivibile, chi ha goduto ( e lasciatecelo dire…), un racconto che spiega il significato del match e ancor di più l’amore e la venerazione per chi dalla polvere ci ha condotto sugli altari.

Tuttavia è uno dei NAPOLI – JUVENTUS, forse il NAPOLI – JUVENTUS per eccellenza, ma va da sé che ognuno ha il suo, ogni generazione ricorda quello che ha vissuto in prima persona, che si è intrecciato con i ricordi e le vicende personali, con il proprio vissuto.

Dal sonoro e celeberrimo 5 –1 di Supercoppa al più recente ed incredibile 8 – 7 maturato ai rigori in una sfida al cardiopalmo, o a quella anomala partita del 9 giugno 2005 che ha sancito l’addio di Ciro Ferrara al calcio giocato, o alle più banali vittorie nei trofei estivi, ognuno ricorderà sempre l’attimo in cui ha urlato perché una maglia azzurra ha gonfiato la rete non del portiere avversario, ma del portiere bianconero, juventino.

Ma non è solo questo: la gioia della vittoria, la gloria dopo l’impresa.
E’ di più. Forse anche perché spesso con la Juve abbiamo condiviso giocatori e “figli”: Sivori, Altafini, Zoff, Ferrara, Cannavaro, solo per fare qualche nome. Forse perché non abbiamo mai potuto digerire quell’atteggiamento da prima della classe, da “vinco dunque posso”, “vinco dunque sono”, quel presunto stile Juve, che accompagnava con tanto di suonatori di trombe e di sviolinate la vecchia signora prima di ogni match. E forse per tanti altri motivi ancora, anche oggi che le cose sono, o almeno sembrano, cambiate.

Oggi le cose sono cambiate, POCO POCO – e preme ribadire il POCO POCO - , ma sono cambiate.
NAPOLI – JUVENTUS si gioca per motivi diversi in SERIE B e un po’ fa strano.
NOI siamo falliti, così ci hanno detto, abbiamo provato l’inferno della C e a passi tardi e lenti stiamo risalendo la china, LORO sono stati penalizzati (così pare…) perché lo stile Juve degli ultimi anni era qualcosa di profondamente diverso dall’essere vincenti.
Ma la sfida? La sfida non avrà più lo stesso sapore?
La sfida avrà un sapore ancora più bello e quale che sia il risultato sarà la sfida di un Napoli che non avrà nulla di cui vergognarsi, un Napoli che non ha mai avuto sconti né regali e che dovrà lottare fino all’ultimo minuto per regalare ai suoi tifosi l’ennesimo miracolo. Perché vincere si può, anche contro i Buffon, anche contro i Del Piero, ma soprattutto vincere si deve.
E soprattutto IL NAPOLI E’ IL NAPOLI anche per chi la casacca bianconera l’ha indossata: “Napoli-Juventus? Sono tifoso del Napoli; i bianconeri mi hanno fatto ritornare in alto, ma le mie origini sono napoletane e io tifo Napoli" (Fabio Cannavaro dixit).

Mancano ancora parecchi minuti al big match, ma il cuore già batte all’impazzata e dal cuore un solo grido si leva: FORZA NAPOLI!!!!
 

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