(RENATA
SCIELZO / foto di Felice De Martino) -
NAPOLI – JUVENTUS
Non fai nemmeno in tempo a dirlo che la
memoria incomincia il suo corso, i ricordi,
quelli belli e quelli brutti, ti fanno
pensare e, allo stesso tempo, sperare.
NAPOLI – JUVENTUS
Non è una partita come le altre e non solo
perché è partita di cartello, è partita in
cui si va ad incontrare la squadra più
blasonata di Italia, la più scudettata, la
più amata e la più odiata, ma perché NAPOLI
– JUVENTUS è sempre stata e probabilmente
sempre sarà LA PARTITA.
NAPOLI – JUVENTUS
La si attende come si attendono le feste di
Natale, ci si prepara con sacri rituali, si
respira quel clima di attesa da giorno prima
dell’evento, che la rende unica, diversa da
tutte le altre.
NAPOLI – JUVENTUS
E’ un misto di piacere e orrore, è qualcosa
di indescrivibile, che comincia prima
dell’evento e non si esaurisce quando il
fischietto dell’arbitro sancisce la fine del
match. Continua dopo, nelle discussioni di
chi l’ha vista, di chi l’ha vissuta, nella
memoria di chi ha partecipato al rito
collettivo.
NAPOLI – JUVENTUS
Forse non è tanto e soltanto nella memoria
di chi, come chi scrive, ha visto il Napoli
vincente dell’ era Maradona o quello più
bistrattato e “sfortunato” delle stagioni
successive, NAPOLI – JUVENTUS è prima di
tutto nella memoria dei nostri nonni e dei
nostri padri, delle generazioni pre – 5
luglio 1984.
NAPOLI – JUVENTUS
E’ partita ben salda nella memoria di chi
sosteneva un Napoli che fino all’avvento di
Diego sembrava incapace di vincere qualcosa
di veramente importante - nonostante non
pochi mostri sacri ne indossassero la maglia
-, è partita salda nella memoria di chi la
aspettava con un’incredibile fame di
riscatto e di vittoria, di chi attendeva con
ansia di veder soccombere la più brava di
tutte, la vincente, la prima della classe
per dire NOI CI SIAMO.
NAPOLI – JUVENTUS
Era la partita destinata alla speranza, al
sogno irrealizzabile di veder la Vecchia
Signora uscirsene logora e malconcia da un
Collana prima, da un San Paolo poi, in
delirio (e ironia della sorte l’ impianto di
Fuorigrotta venne inaugurato il 6 dicembre
1959, proprio in occasione di un match
vittorioso contro la Juve…). Sogni, desideri
che spesso si frantumavano..SPESSO MA NON
SEMPRE
NAPOLI – JUVENTUS
Qualche volta la sfida ci aveva visti
vincitori: ai tempi di Sivori o di Altafini
o quando in panchina c’era un tale di nome
Luis Vinicio, insomma anche prima che il Dio
del pallone si materializzasse sul
rettangolo del San Paolo, ma poi VENNE UN
GIORNO….
VENNE UN GIORNO in cui la palla andò ad
insaccarsi in maniera decisiva alle spalle
del portiere bianconero, un giorno che
Alfredo De Dominicis racconta così, in un
racconto che farà star male, accapponare la
pelle e venire i brividi (e non dite che non
vi avevamo avvertiti…)
“Un giorno contro la Juventus la palla andò
davvero a depositarsi alle spalle del
portiere avversario in una partita decisiva.
E avvenne proprio con la punizione più
difficile: una punizione a due in piena area
di rigore. Un evento raro quel tipo di
punizione, quasi a presagire ciò che sarebbe
avvenuto. La palla era talmente vicina alla
porta che se l’arbitro avesse voluto
posizionare la barriera secondo il
regolamento questa sarebbe dovuta essere
messa fuori del campo. La Juve piazzò una
barriera a quattro – cinque metri, e la
porta era ad otto metri dal punto in cui
l’arbitro aveva fatto sistemare il pallone a
Maradona: la posizione era piuttosto
laterale, insomma era una palla impossibile
da calciare in porta. Eppure centomila anime
sognavano e desideravano il miracolo. E il
miracolo avvenne. Dopo aver tracciato una
parabola che mai fino ad allora alcun piede
aveva prodotto, la palla si adagiò alle
spalle del portiere. Una traiettoria degna
di un cartone animato giapponese. Da quel
momento i napoletani sono condannati a
correre per sempre allo stadio. In attesa
del nuovo miracolo”.
Un racconto che avrà sicuramente ridestato i
ricordi di chi ha visto, chi ha provato
quell’emozione indescrivibile, chi ha goduto
( e lasciatecelo dire…), un racconto che
spiega il significato del match e ancor di
più l’amore e la venerazione per chi dalla
polvere ci ha condotto sugli altari.
Tuttavia è uno dei NAPOLI – JUVENTUS, forse
il NAPOLI – JUVENTUS per eccellenza, ma va
da sé che ognuno ha il suo, ogni generazione
ricorda quello che ha vissuto in prima
persona, che si è intrecciato con i ricordi
e le vicende personali, con il proprio
vissuto.
Dal sonoro e celeberrimo 5 –1 di Supercoppa
al più recente ed incredibile 8 – 7 maturato
ai rigori in una sfida al cardiopalmo, o a
quella anomala partita del 9 giugno 2005 che
ha sancito l’addio di Ciro Ferrara al calcio
giocato, o alle più banali vittorie nei
trofei estivi, ognuno ricorderà sempre
l’attimo in cui ha urlato perché una maglia
azzurra ha gonfiato la rete non del portiere
avversario, ma del portiere bianconero,
juventino.
Ma non è solo questo: la gioia della
vittoria, la gloria dopo l’impresa.
E’ di più. Forse anche perché spesso con la
Juve abbiamo condiviso giocatori e “figli”:
Sivori, Altafini, Zoff, Ferrara, Cannavaro,
solo per fare qualche nome. Forse perché non
abbiamo mai potuto digerire quell’atteggiamento
da prima della classe, da “vinco dunque
posso”, “vinco dunque sono”, quel presunto
stile Juve, che accompagnava con tanto di
suonatori di trombe e di sviolinate la
vecchia signora prima di ogni match. E forse
per tanti altri motivi ancora, anche oggi
che le cose sono, o almeno sembrano,
cambiate.
Oggi le cose sono cambiate, POCO POCO – e
preme ribadire il POCO POCO - , ma sono
cambiate.
NAPOLI – JUVENTUS si gioca per motivi
diversi in SERIE B e un po’ fa strano.
NOI siamo falliti, così ci hanno detto,
abbiamo provato l’inferno della C e a passi
tardi e lenti stiamo risalendo la china,
LORO sono stati penalizzati (così pare…)
perché lo stile Juve degli ultimi anni era
qualcosa di profondamente diverso
dall’essere vincenti.
Ma la sfida? La sfida non avrà più lo stesso
sapore?
La sfida avrà un sapore ancora più bello e
quale che sia il risultato sarà la sfida di
un Napoli che non avrà nulla di cui
vergognarsi, un Napoli che non ha mai avuto
sconti né regali e che dovrà lottare fino
all’ultimo minuto per regalare ai suoi
tifosi l’ennesimo miracolo. Perché vincere
si può, anche contro i Buffon, anche contro
i Del Piero, ma soprattutto vincere si deve.
E soprattutto IL NAPOLI E’ IL NAPOLI anche
per chi la casacca bianconera l’ha
indossata: “Napoli-Juventus? Sono tifoso del
Napoli; i bianconeri mi hanno fatto
ritornare in alto, ma le mie origini sono
napoletane e io tifo Napoli" (Fabio
Cannavaro dixit).
Mancano ancora parecchi minuti al big match,
ma il cuore già batte all’impazzata e dal
cuore un solo grido si leva: FORZA NAPOLI!!!!