• BRUNO PESAOLA, DETTO IL ‘PETISSO’: “IL NAPOLI TORNERA’ PRESTO AD ESSERE GRANDE PROTAGONISTA” •

23/4/2008

(ESCLUSIVA PianetAzzurro di Michele Caiafa) - Abbiamo avuto il piacere di intervistare, in esclusiva per voi, un grande ex della storia del calcio Napoli, nella doppia veste prima di giocatore e poi in quella di allenatore. Proveniente dall’Argentina, ha legato la sua carriera calcistica all’Italia ma in primis ed ancor di più, alla città che sta alle pendici del Vesuvio… Per i pochissimi che ancora non avessero capito di chi stiamo parlando, vi diciamo naturalmente il nome del personaggio in questione… Si tratta di Bruno Pesaola (nella foto) , soprannominato il ‘Petisso’ .
Nato a Buenos Aires il 28 luglio 1925, figlio di un calzolaio marchigiano e di una donna portoghese, Pesaola ha iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanili del River Plate, dove vi ha militato tra il 1939 ed il 1944. La prima squadra professionistica in cui ha giocato è sempre legata alla sua città natia. E’ stato infatti per due stagioni consecutive (1944/46) nelle fila del Dock Sud Buenos Aires. Nel 1947, come oriundo, viene acquistato dalla Roma. Nel club della capitale vi giocherà per tre stagioni consecutive, distinguendosi come attaccante per le sue finte ubriacanti e la sua grande velocità. Realizzerà anche molte reti: 20 in 90 presenze con la casacca giallorosa. Poi però, grazie ad un infortunio a tibia e perone accusato in una partita contro il Palermo, il buon Bruno abbandonerà la capitale per trasferirsi al Novara, ove vi resterà per due stagioni e segnerà molto anche lì: 15 reti in 64 presenze. Ma, dopo Novara, Pesaola approderà nella città in cui ci saranno per lui onori e glorie e dove tuttora ancora soggiorna. Naturalmente si tratta di Napoli. Da calciatore, l’argentino vi resterà per ben otto stagioni, giocando in attacco al fianco di altri grandi campioni dell’epopea partenopea quali Hasse Jeppson (a Napoli dal 1952 al 1956) e di Luis Vinicio detto ‘O Lione’ (a Napoli dal 1955 al 1960). Nel capoluogo campano, nei suoi otto anni di vestizione della casacca azzurra, Bruno Pesaola realizzerà, giocando da seconda punta, 27 reti in 240 partite. Conclusa la carriera di giocatore collezionando le due ultime stagioni con la maglia di Genoa e Scafatese, per il ‘Petisso’ comincerà quella di allenatore. Prima allenando proprio la Scafatese, ultima compagine in cui ha militato da giocatore, e poi, successivamente, viene chiamato sulla panchina del Napoli a metà campionato nella stagione 1961/62. I partenopei militavano in serie B e rischiavano anche la retrocessione in C. Con l’avvento in panca del ‘Petisso’, gli azzurri fecero un girone di ritorno eccezionale, collezionando una caterva di punti che permisero loro di conquistare la promozione in serie A. La stagione si concluse eccezionalmente con la conquista della coppa Italia, in finale contro la Spal. Ad oggi, il Napoli è ancora l’unica formazione italiana ad aver vinto il trofeo tricolore militando in serie cadetta. E questo record, naturalmente, appartiene anche a mister Pesaola. Se si esclude una parentesi nel 1962/63, il ‘Petisso’ rimarrà seduto sulla panchina azzurra fino al 1968. Passa poi alla Fiorentina, ove vincerà un glorioso Scudetto (il secondo ed ultimo nella storia di Firenze) nella stagione 1968/69. Ritornerà poi sulla panca partenopea nell’annata agonistica 1976/77 e successivamente da direttore tecnico, con mister Gennaro Rambone in panchina, nel 1983. Grazie a questa accoppiata, il Napoli si salverà inaspettatamente dalla retrocessione in B. Famosissima un’immagine di Pesaola che abbraccia il rosario prima di un rigore decisivo calciato da Moreno Ferrario. Rimarranno nella storia calcistica partenopea anche le famose sigarette che il mister fumava in panchina ed il suo arcinoto cappotto di cammello, che indossava anche nelle giornate più calde…
Caro mister, dal passato, facciamo un balzo netto al presente. Come giudica l’operato della Società Sportiva Calcio Napoli, dall’avvento, in cabina di comando, del presidente Aurelio De Laurentiis?
Lo giudico estremamente positivo. Il patron mi sembra di capire che è persona tanto ambiziosa, ed i suoi successi nell’attività cinematografica, li vuole trasportare anche nel calcio ed in questa città. Ha preso questa società, oramai sprofondata nel baratro quattro stagioni fa, e, con un lavoro certosino, coadiuvato da quello tecnico-sportivo del direttore generale Pierpaolo Marino, è riuscito, in men che non si dica, a riportare questo club dai nefasti inferi della serie C ai nuovi fasti della massima serie. Il tutto, dicevo, in un tempo abbastanza breve”.
Quest’anno poi, in serie A, gli azzurri e di conseguenza anche i milioni di supporters partenopei sparsi per il mondo, si stanno potendo togliere anche delle belle soddisfazioni…
“Certamente. Era ormai da tempo che questa squadra non aveva il piacere e l’onore di poter disputare il massimo campionato di calcio in Italia con una certa dignità. Gli azzurri si sono potuti togliere lo sfizio di battere compagini di caratura superiore al San Paolo quali l’Inter, la Juve ed anche la Fiorentina di Prandelli. Se a questo accomuniamo anche il fatto che si sono posizionati in un’ottima posizione in classifica, nel primo anno disputato nuovamente in A… Beh, mi vien allora da dire: Cosa si voleva di più?”
Quali sono i giocatori, attualmente in rosa del Napoli, che maggiormente stuzzicano la fantasia del ‘Petisso’?
Il Napoli ha un nugolo di giovani giocatori bravi e dalle magnifiche prospettive. Mi riferisco ai vari Lavezzi ed Hamsik, per i quali stravedo, ma anche a Gargano e Santacroce che, insieme ai primi due citati, possono costituire l’ossatura base della grande squadra che per il futuro ha in mente il patron. Se, anno dopo anno, verranno apportati degli innesti giusti, possibilmente acquistando anche qualche calciatore dalla grande esperienza e semmai dal notevole tasso tecnico, posso prevedere che in futuro, per la città di Napoli, ci sarà nuovamente tanto da divertirsi e potranno essere centrati nuovamente dei traguardi importanti, come è successo negli anni ’80, con le gesta all’epoca del ‘Pibe de Oro’ e dei suoi compagni”.
Ci aspettiamo una sua valutazione sull’operato di mister Reja, vicino alla riconferma anche per la prossima stagione…
Per Reja parlano i risultati della squadra. Sta facendo bene da quando è approdato qui in riva al golfo, e quindi, a mio modesto avviso, una sua riconferma sarebbe più che giustificata”.
Domenica, allo stadio San Paolo, è previsto il match tra Napoli e Siena, con gli azzurri che meditano di allungare questo filotto di vittorie, dopo i successi in casa contro l’Atalanta e quello in trasferta a Parma. Che tipo di gara sarà?
Penso piacevole da vedere, essendo anche il Siena una compagine che pratica un buon calcio. Il Napoli, in questo momento, è in uno stato di forma psico-fisico eccellente, e penso anche io che gli azzurri vorranno regalare ai propri supporters l’ennesimo successo in casa di questa stagione. Cosa questa che può tranquillamente accadere”.
Parola di Bruno Pesaola, detto il ‘Petisso’.

TUTTO PESAOLA, DALLA A ALLA Z
qui: http://www.pianetaazzurro.it/tuttopesaoladallaaallaz.htm

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