• MARCO CAPPARELLA: “ALA, TORNANTE, ATTACCANTE. TUTTO BENE PER ME, CHE SONO A DISPOSIZIONE DEL MISTER •

26/10/2005

(MICHELE CAIAFA) - “Tenevamo tanto al primo posto in solitario e c’è l’abbiamo fatta. Ma adesso dobbiamo conservarlo, anche se il nostro obiettivo e’ quello di raggiungere la serie B a maggio. Certo che, se poi riuscissimo anche a concludere il campionato rimanendo imbattuti, sarebbe un’ ulteriore nota di merito oltre che una bella impresa”. Lo dichiara l’esterno azzurro Marco Capparella che continua “Dal punto di vista tattico, la squadra ha trovato equilibrio, la difesa regge bene anche grazie all’aiuto dei centrocampisti e degli attaccanti. Ma gli attaccanti azzurri presto cominceranno anche a segnare. E segneranno e come se segneranno”.

Ma Marco Capparella che cosa si definisce, attaccante, centrocampista…?
- In ogni squadra in cui ho giocato ho sempre fatto l’esterno destro, ma anche sinistro di un centrocampo a 4. Anche ad Ascoli, in B, l’ultima piazza in cui ho giocato prima di venire a Napoli, facevo l’esterno destro di centrocampo. Poi c’è stata l’esperienza di Avellino. Lì, quando arrivai in serie C1 con Salvatore Vullo in panchina, giocai da trequartista dietro le due punte. Ed anche in quel ruolo ho fatto bene. Poi con la promozione in serie cadetta arrivò Zdenek Zeman e con lui giocai nel tridente offensivo da attaccante sinistro, da vera punta, attaccando sempre gli spazi in profondità. Infatti rientravo poco e poi con il modulo del tecnico boemo era facile fare quei pochi recuperi perché la squadra era molto corta e la difesa molto alta. A Napoli invece, con mister Reja, ho giocato sia sulla fascia destra più vicino alla linea di centrocampo, che adesso che con il nuovo modulo sto giocando cinquanta metri più avanti. Certo non faccio l’attaccante puro come facevo ad Avellino, ma in serie C sarebbe anche difficile farlo in quanto non si potrebbe giocare con un 4-3-3 zemaniano, perché giocando così, la difesa sarebbe troppo alta e quindi basterebbe che saltasse un meccanismo e gli avversari si troverebbero in pratica in porta. Invece bisogna fare i recuperi, anche e soprattutto senza palla. Ma adesso con il nuovo modulo, gioco di più da ala che da tornante, quindi sono più vicino alla porta e spero presto anche di segnare.

Ma qual è la posizione in campo che più piace a Capparella?
- Io mi metto completamente a disposizione di mister Reja e della squadra. Con grande umiltà e spirito di sacrificio posso anche giocare da terzino. Poi ci possono essere partite in cui gioco bene, altre un po’ meno, ma io cerco di dare sempre il massimo in campo come negli allenamenti durante la settimana. E’ nel mio carattere essere così.

Facendo un attimo un passettino indietro, pensiamo un po’ alla scorsa stagione, quando passasti nell’arco di quindici giorni da eroe napoletano, addirittura paragonato a Diego Armando Maradona grazie alle reti realizzate contro la Sanbenedettese nella semifinale play-off, a responsabile della disfatta partenopea in quel di Avellino per aver sprecato un paio di occasioni clamorose. Come la prendesti e soprattutto adesso come ti senti, ancora con quel macigno addosso?
- La scorsa stagione ebbi la gioia di fare due reti decisive per la qualificazione del Napoli per la finale play-off. Soprattutto la marcatura realizzata a Napoli nella gara di ritorno, fu un’emozione incredibile, perché c’erano sessantamila persone alla stadio “San Paolo” e nel momento del mio goal, sentii addirittura il terreno tremare sotto i miei piedi. Un’impressione bellissima. Poi purtroppo nella finale di ritorno ad Avellino, ho sprecato quella grande occasione dopo l’errore difensivo di Puleo e non siamo andati in serie B. Ma ho già dimenticato tutto. L’ho fatto per cominciare da subito bene la stagione con i miei compagni, come poi è accaduto davvero. Spero che i tifosi mi abbaiano perdonato, ma l’affetto che mi danno quando mi incontrano per strada o agli allenamenti è incredibile. Comunque auspico presto di fare qualcosa di davvero importante per la squadra e per la tifoseria tutta. Questa città merita dell’altro, non certo la serie C. Anche una serie A di basso profilo, sarebbe poca cosa per questa piazza. La gente non è tanto euforica per il primo posto in classifica, perché sono delusi dalla categoria che purtroppo frequentiamo. Napoli in serie C è una bestemmia. Comunque i nostri tifosi e la città intera ci danno sempre il loro forte contributo d’amore che già ci fanno sembrare di stare in serie A. Quindi noi dovremmo portarli presto in quella categoria.

Ma per il momento pensiamo alla serie C, caro Marco, quali sono le squadre che più temete per il primato in classifica?
- Di sicuro il Perugia è un’ottima squadra, non li ho visti ancora giocare, ma la rosa è costituita da buoni calciatori. A darci fastidio potrebbe esserci anche la Sangiovannese, avversario ostico. Ma al di là di queste considerazioni, dobbiamo pensare solo a noi stessi e cercare di portare i tre punti a casa in ogni gara. Possiamo farlo.

Nel mercato di gennaio, il direttore generale Pierpaolo Marino potrebbe acquistare qualche altro calciatore, cosa ne pensi al proposito?
- Se a gennaio decideranno di prendere giocatori forti, ben vengano, l’importante e’ che fino a quando siamo in questa categoria quelli che arrivano, si calino nella mentalita’ di C. Chiunque arrivi, si metta a completa disposizione del mister. L’unico obiettivo deve essere quello di ottenere la serie cadetta.

Tra dicembre e gennaio ci sarà l’incontro di andata e ritorno degli ottavi di finale della Coppa Italia Tim contro la Roma di Francesco Totti. Come vi state preparando mentalmente per quella gara?
- La qualificazione agli ottavi di finale, è il frutto di quel bellissimo mese d’agosto in cui abbiamo fatto tanto bene in Coppa Italia. Adesso dovremmo affrontare la Roma di Totti, Montella, Chivu ed altri campioni. Per la città è un bel tuffo nel passato, il famoso derby del sole. La Roma è forte, ma noi ci terremo a fare bene, cercheremo di battere i giallorossi in modo tale da andare avanti nella manifestazione, in cui teniamo tantissimo a fare bene.

Qualche parola sul calcio-scommesse?
- Del calcio-scommesse non voglio neanche parlarne, perché sono cose che nel calcio non dovrebbero proprio esistere.

Ma allora Marco, la conquistiamo questa benedetta serie B?
- La serie C e’ un campionato difficile, ma noi ci siamo immedesimati bene nella categoria. E poi quest’anno non possiamo fallire, dobbiamo assolutamente andare in serie B. E questo sarà solo l’inizio.

Dalle parole ai fatti, forza Marco e forza azzurri, che sia davvero così.

 

 

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