• CLAUDIO GARELLA: “FIDUCIA IN IEZZO, SAPRÀ REGALARCI GRANDI PARTITE” •

21/11/2007

(ESCLUSIVA PianetAzzurro di GIUSEPPE PALMIERI) - Due scudetti al suo attivo, discusso per il suo personalissimo stile nel difendere la porta, amato e legato da ricordi estremamente piacevoli alla piazza di Napoli. E’ Claudio Garella, portiere del Napoli di Maradona scudettato nel 1987, un uomo che sapeva parare con qualsiasi parte del corpo e nei modi più sorprendenti. La persona giusta a cui chiedere un parere sul momento non idilliaco di Gennaro Iezzo, l’attuale numero 1 del Napoli. Il portiere di Castellammare fino all’inizio di questa stagione era considerato un punto fermo e una sicurezza assoluta per mister Reja. Protagonista nella scalata alla A, decisivo con i suoi interventi in decine di occasioni, quest’anno non ha entusiasmato. Troppi gol presi in maniera non inevitabile, ma soprattutto Iezzo non è stato mai ancora decisivo. Garellik, come era chiamato da molti, in ogni caso, non boccia l’estremo difensore azzurro: “Sicuramente ha patito il salto di categoria, in A c’è un gioco diverso ed è possibile che questa sia una delle cause del rendimento non eccellente di Iezzo. L’anno scorso è stato decisivo in tante occasioni, eccelleva, secondo solo a Buffon, ma il suo rendimento può considerarsi sufficiente anche quest’anno. Ha fatto il suo, senza quel qualcosa in più che è lecito attendersi da un portiere del suo livello. Bisogna avere grande fiducia in Gennaro aspettando che riesca a disputare qualche grande partita, che certamente ci aspettiamo da lui”.
Garella era noto per le sue parate con i piedi, “il portiere più forte del Mondo, senza le mani” lo definiva l’avvocato Agnelli, ma sicuramente un estremo difensore capace di occupare bene la porta e l’area di rigore. Non si vincono gli scudetti senza portiere. E’ doveroso chiedergli se il problema di Iezzo non sia la scarsa vena nelle uscite. O meglio, l’assenza di tentativi di occupare meglio l’area di rigore sui cross, come a Palermo, dove il secondo gol di Tedesco è stato segnato dall’arietta piccola. Il pallone che spiove nei pressi della porta non deve essere preda dei guanti e dei riflessi del portiere? “Si – risponde Garella – sicuramente bisogna venire fuori dai pali un po’ di più, magari anche rischiando maggiormente di commettere errori. L’uscita è una prerogativa importante per un grande portiere. Ma il discorso di uscire dai pali non vale solo per Iezzo, ma per tanti altri portieri italiani”.
Uno scudetto a Verona, un’accoppiata campionato-coppa Italia nella stagione 1987 alle pendici del Vesuvio, è uno che il calcio lo conosce bene Garella. Non possiamo esimerci dalla domanda che più di ogni altra ci sta a cuore: ma questo Napoli dove può arrivare? “Tra il sesto e il decimo posto, quello sarà poi la sorte a deciderlo. Se sarà generosa, gli azzurri arriveranno in zona Uefa, altrimenti si terranno nella zona tranquilla della classifica. La squadra di Reja ha la possibilità di arrivare tra le grandi, ha l’ambiente, i mezzi, i giocatori. Insomma, ha tutto per farlo”. Come non fidarsi della parola di Garellik.
 

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