• PIERPAOLO MARINO: “SONO SICURO CHE IL CONTRIBUTO REALIZZATIVO DEI NOSTRI ATTACCANTI SARÀ NOTEVOLE” •

21/10/2005

(dal mensile di ottobre, Ferruccio Fiorito) - Ci si aspettava un campionato in ascesa per il Napoli, anche alla luce della precedente esperienza nel campionato di C/1, ancorché negativa, conclusasi con la beffa finale sul campo dell’Avellino.
I numeri c’erano e ci sono tutti: un grande Presidente, una società che pian piano va completandosi in ogni suo tassello, un pubblico da grande squadra e soprattutto un Direttore Generale che è sinonimo di competenza e che ha deciso di ripartire proprio da dove ha vinto di più.
Chiacchieriamo con Pierpaolo Marino del Napoli di oggi e di quello che sarà a breve.
Il grande progetto targato De Laurentiis-Marino non poteva prescindere dal settore giovanile che ha anche il conforto dei numeri: 12 squadre, 305 calciatori, 55 società satellite e il campo ha già dato i primi risultati con l’esordio del giovanissimo Vitale, da poco maggiorenne, che ha convinto tutti al suo debutto in prima squadra.
“Napoli non poteva certamente prescindere da una politica di settore giovanile, in quanto il bacino della Campania, unitamente a quello laziale, ha le maggiori potenzialità in prospettiva futura. Quello che è accaduto negli ultimi anni in Toscana con l’esplosione di talenti napoletani come i vari Montella e Di Natale, non dovrà più ripetersi e noi cercheremo di sfruttare per l’allestimento del Napoli del futuro il potenziale dei nostri talentuosi giovani”.
La differenza della tua esperienza napoletana rispetto a quella friulana si può sintetizzare con un dato, in Friuli non hai avuto il tempo di allestire un progetto di lungo corso.
“Col Presidente Pozzo al mio arrivo nel 1997 impostammo un progetto calcistico diverso, da attuarsi nel breve e medio periodo, in quanto la politica della società era rivolta alla individuazione di talenti di altre nazioni in età da squadra primavera (vedi Felipe o Pizarro che quando lo acquistammo in Brasile giocava nel settore allievi). Discorso diverso oggi per la realtà napoletana dove i talenti li abbiamo già in casa”.
C’è qualcosa che forse andrebbe cambiata nell’attuale disposizione tattica utilizzata da Reja visti i pochi goals realizzati dall’attacco azzurro e vista la sofferenza dei centrocampisti nello sviluppare il gioco?
“E’ bello il momento che sta vivendo il Napoli e spesso ci si dimentica che siamo la miglior difesa di tutti i campionati professionistici avendo subito una sola rete. Riconosco che a volte si soffre anche se non si subiscono reti; in realtà soffro di più nel vedere il Napoli che non riesce a concretizzare il suo grande possesso palla, piuttosto che per quel che fanno i nostri avversari. Non dimentichiamoci che Iezzo è costretto a una sola parata importante a partita mentre il Napoli sviluppa un gioco di grande personalità e carattere che però non riesce, se non in parte, a tradurre in termini di goal”.
Ti preoccupa che le reti arrivino in questo momento dai difensori e non dagli attaccanti?
“No, non mi preoccupa. Sono sicuro che il contributo dei goals che daranno Pià, Calaiò Sosa e Grieco sarà di notevole importanza, anzi diciamo che stiamo esaurendo quel corollario di reti che devono realizzare gli altri reparti della squadra in attesa che esploda il grande potenziale dell’attacco. Sono certo che sia Pià che Calaiò andranno in doppia cifra. Non dimentichiamo, poi, che abbiamo la differenza reti che presenta già un + 5 nonostante non si sia ancora avuto l’apporto dell’attacco”.
Pochi hanno sottolineato che con Reja, per la prima volta, dopo tanti anni, si è deciso di confermare l’allenatore della precedente stagione. Un segnale di grande continuità.
“Abbiamo riconfermato Reja dopo poche ore dalla sciagurata partita di Avellino e lo abbiamo fatto con convinzione, dopo una sconfitta e non dopo un risultato positivo. Con De Laurentiis siamo convinti che Reja sta effettuando un grandissimo lavoro; non dimentichiamoci che dall’inizio dell’anno questo Napoli è la squadra che ha perso di meno in tutto il panorama calcistico nazionale (solo due sconfitte). Se poi si sommano i punti fatti in campionato da Gennaio ad oggi siamo incontrastatamente primi in classifica”.
Il Napoli dovrà contrastare sempre il grande agonismo difensivo delle avversarie che lo affrontano senza costruire gioco.
“Purtroppo sarà una costante nelle gare del Napoli, affronteremo molte squadre che verranno al San Paolo per chiudersi. Però, se prendiamo ad esempio la partita con la Juve Stabia, devo dire che non mi è dispiaciuta anche perché la squadra di Castellammare può essere paragonata all’Avellino dello scorso anno, avendo Vullo e Cuccureddù un modo di giocare molto simile”.
Non può mancare una tua considerazione sull’astuzia e sull’intelligenza della tifoseria napoletana con riferimento al famoso striscione dedicato al Presidente della FIGC.
“Sono stati intelligenti, ironici, coerenti e spero che continui questo atteggiamento fino alla fine del campionato, essendo la diffida una spada di Damocle per tutto il corso del torneo”.
Ci chiameremo ancora per molto Napoli Soccer…?
“Cambieremo nome quanto prima…”.

 

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