• BEPPE SAVOLDI: “AZZURRI PENSATE SOLO A VINCERE” •

2/3/2006

(dal mensile "PianetAzzurro", MAURIZIO LONGHI) - La favola azzurra di Beppe Savoldi inizia quando nel campionato 1975-76, Ferlaino, contro la volontà di Vinicio, in cambio di Clerici, Rampanti e 800 milioni, acquista dal Bologna il bomber bergamasco, “mister 2 miliardi”. Napoli risponde con 70.000 abbonamenti: in campionato la compagine partenopea è quinta, ma vince la finale di Coppa Italia, all’Olimpico contro il Verona con una doppietta proprio di Savoldi e le altre reti di Esposito e Braglia. Savoldi viene subito soprannominato “Beppe-Gol” per il suo innato feeling con la rete.
Caro Beppe, prima di parlare del Napoli, come si trova in questa nuova veste di telecronista degli azzurri?
“In questa stagione, eccetto le prime partite, ho seguito tutte le performance del Napoli, in quanto ora sono telecronista Sky. Sono molto attaccato alla città di Napoli, posso garantire che per me fare la telecronaca non è una cosa semplice, è dura essere neutrali”.
Questo Napoli è primo in classifica, ma con un andamento altalenante. Gli azzurri in casa riescono a vincere senza mostrare un buon gioco, mentre in trasferta escono spesso addirittura a mani vuote. Come interpreta questo andamento?
“Gli azzurri fino alla fine del campionato dovranno pensare solo ed esclusivamente a vincere. Il bel gioco non conta, l’importante è conquistare i tre punti soprattutto in una categoria come la serie C. La vittoria è fondamentale per festeggiare a fine anno la promozione del Napoli in serie B. Poi il bel gioco, dipende anche dalle avversarie, quando una squadra offre un buon calcio significa che l’avversaria te lo permette di fare”.
Dopo un buon girone di andata, il Napoli sta accusando dei chiari problemi soprattutto dopo la sosta natalizia. Secondo lei quali sono le cause di questo calo degli azzurri?
“A mio modo di vedere, i veri problemi del Napoli sono iniziati quando i partenopei hanno avuto 6-7 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Con questo ampio margine di vantaggio, il Napoli si è un po’ seduto tirando i remi in barca, tutto ciò non deve assolutamente accadere”.
Eppure, ad inizio stagione, del Napoli si parlava come una squadra ammazza-campionato.
“Il Napoli è una buona squadra, ma senza dubbio non è una squadra in grado di ammazzare il campionato. Gli azzurri hanno fatto un buon girone di andata, ma è calata la tensione quando tutti hanno pensato di aver chiuso il torneo. Ad esempio nel derby contro la Juve Stabia, il Napoli ha disputato una buona partita, ma è stato anche penalizzato da errori colossali, poi le occasione capitate ai giocatori azzurri non sono state sfruttate come si deve. Comunque d’ora in poi, bisognerà mostrare il carattere per riuscire a volare in B”.
A proposito di derby, nella gara contro la Juve Stabia è stato messo Edy Reja sotto accusa. E’ d’accordo?
“L’unica cosa che posso accusare a mister Reja è quella di aver sostituito in un momento topico del match, Marco Capparella che stava giocando abbastanza bene. In quel frangente bisognava inserire una terza punta per cercare di recuperare il risultato”.
A quale città è rimasto più legato, Napoli o Bologna?
“A questo punto devo lasciarmi andare ad una dichiarazione d’amore, a Napoli sono rimasto legatissimo anche più di Bologna”.
 

 

 

 

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