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MOTIVI PER CUI AGOSTINELLI DEVE
ANDARSENE!
1.
E’ quart’ultimo in
classifica con zero vittorie in casa
e una sola vittoria in dodici
partite;
2.
Ha predicato una partenza
slanciata ed invece si è partiti
subito male incominciando dal
pareggio stentato in coppa Italia.
3.
Non ha dato un gioco alla
squadra, in particolare la squadra
non sa impostare e compie solo
passaggi orizzontali e lanci lunghi
4.
La squadra crea occasioni da
rete con il contagocce
5.
Agostinelli ha le idee molto
confuse, cambia spesso assetto
tattico creando disagi e confusione
negli stessi atleti.
6.
La squadra non riesce a
mantenere il vantaggio, ogni volta
che la squadra va in vantaggio si
chiude sempre in difesa e si fa
rimontare
7.
Non ha personalità, non ha
dato una mentalità vincente alla
squadra che invece ci sembra sempre
bloccata mentalmente.
8.
Si mostra sempre molto
permaloso e vittimista adducendo
scuse e alibi per i risultati che
non vengono.
9.
Ha concordato con il
preparatore Albarella una
preparazione disastrosa, i carichi
di lavoro hanno contribuito ad una
serie infinita di infortuni per i
giocatori azzurri;
10.
Agostinelli
ha dimostrato di non saper gestire
lo spogliatoio litigando con i vari
Sesa, Olive, Cvitanocic.
Luigi
Giordano
04/11/2003
Il
tempo è quasi scaduto
Se
Agostinelli non perde, non se
ne va, o meglio, non sarà
esonerato. E questo sia perché la
situazione finanziaria del Napoli è
tale da non potersi permettere di
fornire lo stipendio a ben tre
allenatori (Scoglio,
Agostinelli ed il suo eventuale
sostituto) e sia perché in mancanza
di una vera debacle, per Naldi
non è così semplice dare il
benservito al tecnico marchigiano.
Agostinelli
questo lo ha capito molto bene e si
sta comportando di conseguenza.
Basta
osservare lo schieramento tattico
utilizzato finora dal tecnico e
l'atteggiamento che la squadra ha in
campo per rendersi conto che, per
chi siede sulla panchina, il credo
è: primo, non prenderle, poi tutto
il resto.
E
questo non ci pare un atteggiamento
da grande allenatore o, perlomeno,
da allenatore di una squadra che
dovrebbe puntare alla promozione in
serie A.
Ad
inizio di stagione tutti, dal
presidente al direttore sportivo,
dall'allenatore alla critica
sportiva, convenivano sul fatto che
il Napoli era una squadra fatta per
essere competitiva.
Certo
non avrebbe ammazzato il campionato,
ma sicuramente sarebbe stata da
vertice.
Ma
l'atteggiamento di Agostinelli
contrasta fortemente con tali
aspirazioni ed anche con le stesse
qualità intrinseche che questa
squadra possiede.
Sul
piano dialettico Ago non fa altro
che giustificarsi continuamente,
prendendosela ora con la sfortuna,
ora con la mancanza del pubblico
nelle gare casalinghe, e poi con Dionigi
che sbaglia il rigore ed infine con Floro
che non è abbastanza cinico sotto
porta.
Mai
un dubbio, mai un'autocritica, mai
l'ammissione che effettivamente
qualcosa non funziona.
Sul
piano tecnico, lo abbiamo già detto
in altri articoli, continua a
riproporre una squadra a “trazione
posteriore”. E' dalla gara con il
Vicenza che aspettiamo di vedere in
campo una squadra più coraggiosa.
Ai tifosi del Napoli non può più
bastare il pareggio, bisogna
vincere, e vincere tanto. Il tempo
è quasi scaduto, potrebbe non
bastare più per recuperare,
soprattutto se anche le altre
squadre favorite cominceranno a
trovare la quadratura del cerchio
del proprio gioco.
Ma
per vincere bisogna osare e non
badare quasi esclusivamente a
difendersi per poi sperare che
qualcuno là davanti inventi
qualcosa (leggasi l'ottimo Pasino).
Se
proprio non se la sente, il mister,
di impiegare Floro come tornante di
fascia, che almeno dia più qualità
al centrocampo, faccia più possesso
palla, magari utilizzando Zanini
al posto di Marcolin,
sorretto dal lavoro dei due mediani
(Montervino e Montesanto)
e di Tosto sulla sinistra, e
finalmente metta in campo le due
punte, due punte vere, con Pasino
alla loro spalle.
Insomma
un 3-4-1-2, che all'occorrenza
diventa un 3-5-2, che dia più
qualità e più velocità alla
manovra.
Inutile
prendersela con gli attaccanti se la
squadra non produce una manovra
d'attacco costante, che duri per
tutta la partita.
Pensare
al famoso “prima non prenderle”
per salvare la panchina ci sembra un
atteggiamento poco edificante per un
giovane allenatore emergente quale
Agostinelli è. Un atteggiamento un
po' troppo furbo.
Forse
Agostinelli dimentica di essere a
Napoli, dove il motto è ”'cca
nisciuno è fesso”.
A
buon intenditore ...
Rino
Scialò
4/11/2003
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